Un bambino su tre è allergico, l’esperto ci spiega il perchè

Io a 40 anni ero indecisa se regalarmi un diamante per la vita o l’allergia per la vita. Alla fine è arrivata la seconda, ma mai avrei pensato che mi sarebbe costata, in medicinali, quasi come un carato!
Scherzi a parte, quest’anno, per la prima volta in vita mia, ho provato cosa significa essere allergici. Ed obiettivamente non è un bel vivere.
Ma perché sono sempre di più gli allergici? Tra i bambini, poi, il numero è in rapido e crescente aumento.

Negli ultimi 15 anni sono praticamente raddoppiati e ormai, dati alla mano, il 30% dei bambini soffre di allergia.
Parliamo di uno su tre!

Ma perchè? A  spiegarlo è Maurizio De Martino, professore di Pediatria all’Università di Firenze in una sua relazione al 31/o Congresso annuale della Società Europea di Infettivologia Pediatrica (Espid).
Secondo De Martino i motivi sono molteplici: in primo luogo il fatto che oggi nei Paesi occidentali è notevolmente
aumentata la sopravvivenza dei bambini con peso basso o molto basso alla nascita. ”Ed è stato dimostrato – dice il professore – che più il peso è basso alla nascita, maggiore è il rischio di sviluppare allergia.

E’ inoltre aumentata la prevalenza delle donne fumatrici, ed è nota l’associazione fra rischio di atopia (predisposizione a manifestare reazioni allergiche/anafilattiche) ed esposizione al fumo in gravidanza”.

E non è finita: ”E’ incrementata anche la prevalenza di bambini obesi o in sovrappeso, ed è stato dimostrato che il rischio di sviluppare atopia è direttamente proporzionale all’indice di massa corporea”.

Ma anche l’impiego di alcuni farmaci può influenzare, secondo il pediatra, la risposta immunitaria del bambino, come pure l‘incremento della carica di acari nella polvere domestica e il fatto che è aumentato il numero di famiglie che hanno il gatto.

Infine, tra gli imputati vi è anche l’incremento dell’inquinamento atmosferico: ”E” stato infatti dimostrato che la prevalenza di pollini è direttamente proporzionale agli inquinanti e all’intensità del traffico automobilistico”.

De Martino ha invece confutato la ‘teoria igienistica’ che parte dall’osservazione della coincidenza temporale, nei Paesi
occidentali, fra l’incremento delle patologie allergiche e il declino delle patologie infettive, legato a migliori condizioni
igieniche, all’uso di antibiotici e al largo impiego delle vaccinazioni.

”L’associazione causale fra ridotta frequenza di infezioni e incremento di patologie allergiche – dice De Martino
– non è stata confermata in studi ampi e rigorosi. Non è quindi vero che le infezioni proteggono dall’allergia. Infine,
la mole di dati che dimostrano come l’uso di vaccini non favorisca affatto lo sviluppo di allergia è ormai enorme”.