Via i reggiseni: non servono e fanno male alla schiena

Oggi sforiamo un po’. In fondo oltre che mamme siamo pure donne, quindi questa notizia (pubblicata sul Tgcom24/Salute)  potrebbe interessarci: “Non portare il reggiseno o portarlo solo in modo saltuario non solo non fa ricadere i seni, ma anzi aiuterebbe a tenerli su”.
Lo sostengono alcuni studiosi francesi di Besancon (est) che da quindici anni seguono i casi di 130 donne. Secondo il professor Jean-Denis Rouillon, dell’ospedale di Besancon il reggiseno sarebbe dunque piuttosto ‘un falso bisogno'”. Continua a leggere

Perché ogni tanto i bambini regrediscono?

Quando rimasi incinta di Luca, Marco aveva appena compiuto due anni. Era ancora un super cucciolo.
E quando ormai ero a metà strada con il pancione, le educatrici del nido mi consigliarono di fare due passi importanti: portare il mio ometto nella sua cameretta e aiutarlo e liberarsi del pannolino. Due step di tutto rispetto.
Ovviamente senza pressioni e gradualmente, ma prima dell’arrivo del fratellino. Perché dopo sarebbe stato molto più difficile. Mio malgrado, avrei assistito ad una forma di regressione da parte di Marco.
E così fu.
Non vi nego che il mio piccolo grande ometto era già pronto per entrambi i passi e infatti fu bravissimo. Ma l’arrivo di Luca fu uno tzunami per lui. Era il re incontrastato della famiglia fino a quel momento. E invece dopo si ritrovò a “condividere” mamma e papà, ossia tutto il suo mondo, con un fagotto che tutti chiamavano suo fratello, ma per lui era solo un rompiscatole piagnone che gli portava via la mamma!
E così tornò a farsi la pipì addosso, a piagnucolare come un neonato, etc.

E oggi, con la dottoressa Santarelli parliamo proprio di questo, della regressione infantile.

L’arrivo di un fratellino è solo una delle cause scatenanti. Ma perchè si comportano così? E cosa possiamo fare noi genitori?

Ecco cosa ci consiglia la Psicologa Amica: Continua a leggere

Una piccola grande donna: Emilia Catalano

Questa e.mail è arrivata da Roberto Canestro:

“Carissima Maria,
oggi vorrei chiederti come cortesia, vorrei chiederti di ricordare Emilia Catalano, la mamma dell’agente di polizia Agostino Catalano, a capo della scorta di Paolo Borsellino in quel tremendo 19 luglio 1992. Si è spenta il 7 aprile la vita di una piccola grande donna che si è imposta di sopravvivere al dolore più atroce combattendo affinché si diffondesse la cultura della legalità, utilizzando la sola arma in suo possesso, la più forte: la parola. Continua a leggere

Eccomi qua!

Ciao a tutti,
scusate la latitanza di ieri, ma sono stata colpita e abbattuta dall’influenza.

Sabato siamo andati al complesauro di un amichetto di Marco, al parco di Monza. Il tempo non prometteva granché.
L’appuntamento era alle nove del mattino. E c’erano delle nuvolacce che minacciavano pioggia.
Poi pian piano il sole si è fatto spazio. E così al pomeriggio abbiamo goduto di una splendida giornata di sole.

Ma è stato proprio il continuo cambiamento caldo-freddo che mi ha tradito. La sera ero stranamente ed eccessivamente stanca.
La domenica è arrivata l’amica febbre. Ieri avevo tutte le ossa rotte. Mi sentivo come se mi avesse travolto un tir. Continua a leggere

Ecco come scrive la persona che ha bisogno del contatto fisico ed è portata al sesso

Eccoci arrivati all’appuntamento con Candida Livatino, la nostra brava grafologa.
Prima di leggere quanto ci svela oggi sulla nostra personalità, vi invito a prendere un foglio di carta e a scrivere le seguenti parole: “La mia famiglia”
Non vi dico nulla, non vi voglio influenzare. Prima scrivete e poi leggete il resto. Continua a leggere

Una storia a lieto fine: la bambina non vedente andrà a scuola

Spesso ci ritroviamo a parlare e sparlare di cose che non vanno, di servizi che non funzionano, di diritti negati e quando qualcosa finalmente invece va per il verso giusto passa quasi inosservato. Non desta clamore.
E invece vi voglio parlare proprio di una storia a lieto fine, di una bambina non vedente alla quale era stato negato il diritto allo studio e che invece adesso può frequentare la scuola.
“I non vedenti, con gli aiuti opportuni, se conoscono i percorsi e hanno attorno a loro un ambiente familiare, sono in grado di muoversi, di svolgere le attività più normali. A volte, in casa quasi mi dimentico che mia figlia non vede”, ha detto la mamma di Marta, la bambina non vedente della Valle di Susa a cui era stata negata l’iscrizione alla prima media nella scuola della zona.
Dopo una giornata di telefonate incrociate, tra famiglia, Ufficio scolastico regionale e ministero, ha vinto la sua battaglia. Continua a leggere

Dare troppo presto i cibi solidi ai bambini fa male

Troppe mamme danno ai propri figli cibo solido prima del tempo, spesso quando ancora non sono pronti a digerirlo. Lo afferma uno studio del Center for Diseases Control and Prevention – CDC di Atlanta, centro di riferimento mondiale per gli studi su controllo e prevenzione delle malattie, pubblicato dalla rivista Pediatrics.

Ma dopo quanti mesi i bambini possono cominciare a mangiare cibi un po’ più solidi?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di alimentare i bambini solo e soltanto con il latte materno fino a sei mesi. E di cominciare lo svezzamento solo dopo i sei mesi. Continua a leggere

Più cene in famiglia, meno disturbi mentali per gli adolescenti

Più cene in famiglia, in compagnia di mamma e papà, diminuisce il rischio di disturbi del comportamento tra gli adolescenti.
I pasti regolari fatti in famiglia, infatti, possono salvaguardare la salute mentale dei ragazzi indipendentemente dal fatto se abbiano o meno un buon rapporto con i genitori. E’ quanto emerge da uno studio della Mcgill University di Montreal, pubblicato sulla rivista Journal of Adolescent Health. Continua a leggere

Non tutti i gesti involontari fatti dai bambini sono Tic, ecco come riconoscere i veri Tic

La settimana scorsa leggendo i vostri commenti sull’articolo scritto dalla psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli, proprio sui Tic mi sono accorta che sono arrivati molti commenti da parte di genitori spaventati. Ogni gesto involontario fatto dal proprio bambino viene scambiato per un Tic.
Ma non è così.
Allora ho chiesto alla dottoressa di scrivere per noi un altro articolo e di aiutarci a capire meglio come riconoscere e individuare un tic nei bambini.
Ecco cosa ci ha detto: Continua a leggere