Oggi arrivo con un po’ di ritardo ad aggiornare il blog.
Ho litigato prima con il pc e poi con una tizia al telefono, una certa Isabella.
Il motivo? Semplice: devo presentare all’Inps la domanda di congedo parentale, la cosiddetta maternità facoltativa retribuita al 30%. Una operazione in teoria semplice e veloce, ma sta diventando una odissea!
La tanto attesa e agognata tecnologia, l’invio telematico delle pratiche, a volte, complica e non poco la vita delle persone!
Cominciamo dall’inizio.
Da ottobre l’Inps non accetta più le pratiche cartacee. L’ho scoperto stamattina recandomi allo sportello. Per fortuna che non c’era gente e non ho fatto la fila! La scoperta, insomma, è stata quasi indolore 😉
Ma non è stato un viaggio a vuoto, ho almeno questa consolazione.
L’addetta allo sportello è stata gentilissima e mi ha suggerito di generare il Pin. Mi ha detto che in sede è una pratica veloce, online richiede molto più tempo.
Arrivata in ufficio in deciso anticipo, mi sono collegata al sito dell’Inps per l’invio della domanda. Ma, guardando i dati, ho scoperto che: le richieste passate, accettate dall’ente, non corrispondono alle date effettivamente fatte.
Io in entrambe le gravidanze ho lavorato fino all’ottavo mese, prendendo come maternità obbligatoria il modulo 1+4 e non il classico periodo 2+3.
Invece nel sistema Inps c’è il periodo 2+3 e non si può modificare.
E poi non c’era traccia neppure della facoltativa che ho preso la scorsa estate.
Ho tentato comunque di compilare e inoltrare la domanda, ma il sistema si bloccava. Andava in errore. Non mi faceva inserire come data quella di agosto 2012, ma calcolava un range ipotetico, chiedendomi di scegliere una data compresa in tra luglio e novembre 2010. Assurdo!
Ho chiuso il browser e ho riprovato tre volte. Niente.
Alla quarta ho chiamato il call center. Una trafila lunghissima fatta di numeretti da digitare sulla tastiera del telefono prima di riuscire a parlare direttamente con un umano e abbandonare quella fastidiosissima voce metallica (Se si desidera questo prema 1, altrimenti se vuole quest’altro prema 2, e così via!).
Quando finalmente sono entrata in contatto con l’operatrice, questa certa Isabella, ho rimpianto la voce metallica, non l’avrei mai detto!
Non per offendere nessuno, ma le ho detto più volte che i dati in memoria sono errati. Lei incurante è andata avanti. Un’ora circa al telefono tra attese e risposte vaghe.
Alla fine mi ha congedato in fretta e furia dicendomi: la pratica è conclusa. Le sarà inviata via e.mail.
Inutile dirvi che non è arrivato nulla. Inutile dirvi che continuavo a chiederle: “Scusi, e per le date sbagliate?”.
Ma dall’altra parte era tornata lei, la mitica voce metallica, che mi diceva: “Dia un giudizio al servizio. Prema uno se è stata pienamente soddisfatta, due se mediamente soddisfatta, 3 se insoddisfatta”.
E io: “C’è il 4 e il 400? Perchè il mio giudizio non è pessimo, di più!”
Ho chiamato il mio ufficio del personale per raccontare l’accaduto e la collega mi ha detto: “Maria, ma a noi serve non solo la ricevuta, ma anche la pratica”!
Cosa? E quindi? Che faccio?
Se solo stamattina l’addetta dell’Inps avesse accettato la mia fantastica domanda cartacea…!!!