Diossina nel latte materno

Il latte materno è sempre il nutrimento migliore?
Fino a 10 minuti fa avrei risposto di sì senza dubbi. Ora risponderei: dipende da dove vive e da cosa respira e mangia la mamma!
Pensate che in Italia, nelle aree più contaminate, come a Taranto, nel latte materno è stata trovata della diossina in quantità ben maggiore della dose tollerabile dall’organismo.
In particolare sono stati rilevati fino a 20 picogrammi per grammo di grasso, quando la dose settimanale tollerabile è stata fissata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a 14.
A lanciare l’allarme è la Campagna nazionale per la difesa del latte materno dai contaminanti ambientali promossa da associazioni di pediatri, oncologi e genitori.

Secondo la campagna, sostanze tossiche come diossine, policlorobifenili, metalli pesanti, pesticidi e altri composti chimici sono ormai presenti stabilmente nei nostri corpi e, attraverso la placenta e il latte materno, trasmesse al bambino ancora prima che nasca e poi durante l’allattamento.

E’ proprio vero: siamo quel che mangiamo e respiriamo!
E se ci nutriamo con cibi trattati male e viviamo in zone ad alto tasso di inquinamento, non possiamo ben sperare nè per noi, nè per i nostri pargoli.

Per questo, la Campagna porta oggi presso la sede romana della Rappresentanza della Commissione Europea una serie di proposte concrete “per non lasciare alla sorte il destino dei nostri figli, ma prendere in mano le redini del destino delle generazioni future e garantire loro il massimo”, spiega Patrizia Gentilini, portavoce della campagna.

Prima richiesta, un bio-monitoraggio a campione del latte materno e del sangue cordonale, come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e che negli altri Paesi europei viene già effettuato. “Sappiamo che la concentrazione di diossine nel latte materno in Belgio sta diminuendo, ma sappiamo poco della situazione italiana”, spiega la portavoce. E quel poco che si sa, è frutto di iniziative spontanee che, comunque, “rilevano concentrazioni spesso oltre il doppio della media”.

Seconda richiesta, la ratifica della convenzione di Stoccolma che fissa limiti severi e rigide misure di controllo all’emissione in ambiente di sostanze inquinanti e persistenti.
E questo, permettetemelo, sarebbe auspicabile per tutti!

E ancora: la sostituzione di pratiche inquinanti come l’incenerimento dei rifiuti con pratiche virtuose; l’adozione di strumenti di controllo efficaci e continuativi da applicare a tutti gli impianti fonti di diossina e non eliminabili e l’approvazione del disegno di legge per creare un marchio “dioxin free” per gli alimenti.