Questa notizia? La mia rivincita!
L’ho attesa per anni, almeno 4, e finalmente è arrivata: i neonati se dormono accanto alla loro mamma, a contatto con la sua pelle. In barba a tutte quelle teorie che vogliono insegnare alle neo-mamme come mettere i bimbi nella culla e farli dormire da soli. A come consolarli quando piangono senza prenderli e senza fargli sentire il calore della mamma. A come abituarli fin da subito a stare da soli, così non daranno tanti problemi ai genitori che potranno così riprendere da subito a dormire con sonni tranquilli. In barba a tutto questo e a tanto altro, uno studio in corso di pubblicazione su Biological Psychiatry, realizzato da un gruppo di ricercatori guidati da Nils Bergman della University of Cape Town, in Sud Africa, ha dimostrato che il bambino sta meglio se di notte sta vicino a chi l’ha messo al mondo (o che lo cura): con la sua pelle, dormono meglio!
Il battito cardiaco è più regolare, i livelli di stress sono più bassi e il riposo del bebè è migliore. Dormendo “pelle a pelle” con la mamma, piuttosto che da soli nella culla, i bambini avrebbero un sonno più tranquillo.
Gli studiosi, esaminando il riposo di 16 neonati di pochi giorni di vita, hanno rilevato che il cuore di quelli che dormono da soli nella culla subisce uno stress tre volte maggiore di quello dei piccoli che, invece, vengono fatti addormentare a contatto con la pelle della mamma.
Mi state vedendo troppo presa da questa notizia?
Effettivamente sì. E’ un tema che mi sta particolarmente a cuore e che ha creato non poche tensioni tra me e mio marito.
Lui, come forse vi ho raccontato in altre occasioni, avrebbe voluto essere più “severo”, insegnare da subito al bambino che il suo posto era il lettino. Così avrebbe risparmiato notti e notti, anzi mesi e mesi, di insonnia e di stanchezza al resto della famiglia, ossia a me e a lui. E poi è convinto che sia la soluzione migliore anche per il bambino.
“Due-tre giorni di pianti isterici… e poi si abituano”, mi ripete puntualmente.
Insomma, più o meno, come dicono le tate!Io, invece, ho sempre optato per l’altra teoria: il co-sleeping. Nel periodo dell’allattamento per la mamma è molto più comodo, soprattutto se inverno. Il cucciolotto è già nel lettone e quando ha fame… fuori la “tetta” e in un attimo è fatta!
E poi, è inutile negarlo, al bambino la presenza della mamma trasmette tanta sicurezza. Crescono più felici, sapendo di avere sempre qualcuno vicino al momento del bisogno. Quando ha fame, quando ha doloretti, ma anche semplicemente quando vuole essere coccolato sa dove cercare e chi trovare.
Io ho adottato questo metodo con il primo figlio e lo sto facendo anche con il secondo.
Sacrifici? Tanti.
Il rovescio della medaglia c’è, e sono le infinite notti in bianco, la stanchezza che ad un certo punto prende il sopravvento. Ma poi tutto passa. I figli crescono e ad un certo punto vanno alla scoperta dei propri spazi. Abbandonano il lettone per il lettino.
Con Marco il passaggio è stato indolore. Luca ancora mi vuole con sé, è un po’ più “mammone”. Ma non dispero: crescerà anche lui e andrà alla conquista del suo mondo…