Ogni 4mila bambini ne nasce uno che ha i genitali esterni femminili ma i cromosomi maschili, o viceversa. Bebè all’apparenza maschi, ma femmine per Dna.
Come trattare questi piccoli? Come allevare un bambino affetto da questa patologia? Come una maschio o come una femmina?
Per accendere i riflettori su questa problematica che può sembrare rara, ma che solo nell’Emilia Romagna colpisce 4-5 bambini all’anno, a Bologna si terrà un Convegno internazionale: ‘Disordini dello sviluppo sessuale: nuove tendenze e problematiche persistenti’.
Due giorni di incontri durante i quali si confronteranno i maggiori esperti europei in questa campo, i rappresentanti dei gruppi di supporto di pazienti e famiglie e le maggiori Istituzioni nazionali e regionali preposte alla salute delle malattie rare.
I disordini dello sviluppo sessuale derivano da un’alterazione dello sviluppo dei genitali interni ed esterni durante lo sviluppo fetale, che porta alla nascita di bambini con un’ambiguità sessuale.
Una patologia estremamente complessa non solo dal punto di vista medico-scientifico – avvertono gli esperti – ma anche dal punto di vista della gestione psicologia del paziente, nonchè della famiglia (che non sa appunto se allevare il piccolo come un maschio o come una femmina) e che necessita di diverse professionalità come lo psicologo, l’endocrinologo pediatrico, il chirurgo.
L’appuntamento è per il 14 e 15 ottobre a Bologna. Il Convegno è organizzato dalla Clinica pediatrica dell’ateneo bolognese diretta da Alessandro Cicognani.
Io, lo confesso, non sapevo neppure dell’esistenza di queste patologie.
Immagino che per i genitori debba essere veramente difficile crescere un figlio con ambiguità sessuale.
E per il figlio una vita combattuta tra i due sessi e perdipiù con il peso del mondo esterno, dell’essere accettato dagli altri.
Ovviamente se da questo convegno emergeranno degli aspetti nuovi, cure e quant’altro vi terrò aggiornati!