Oggi, tanto per cominciare bene la giornata, vi propongo un pezzo auto-celebrativo. Ci sta, vero? Nel giorno della festa delle donne non potevo non scrivere un pezzo su “quanto siamo brave e quanto siamo in gamba!”.
Ieri vi ho parlato di quanto sia difficile nel nostro Paese per una donna continuare a lavorare anche dopo la maternità. Oggi, invece, di quanto siano orbe le aziende a lasciarsi scappare un capitale umano come quello “in rosa” ad alto, anzi, altissimo potenziale.
Una perdita di inestimabile valore!
Numeri alla mano, in Italia le imprese che hanno il 30% di donne nei Consigli di amministrazione sono meno del 12%. Un numero irrisorio, altro che quote rosa.
Eppure i dati dimostrano che le società con il Cda al femminile sono quelle che vanno meglio, decisamente meglio delle altre e che falliscono meno.
Insomma, i risultati finanziari sono migliori se c’è una presenza significativa di donne al vertice. E addirittura si dimezza la possibilità di insolvenza se nel ruolo di presidente o amministratore delegato c’è una presenza femminile.
Purtroppo, però, le donne al vertice si trovano soprattutto nelle aziende familiari e in quelle del settore moda e lusso. Qualche esempio? L’a.d. di Diesel è Daniela Riccardi, quella di Lvmh Italia è Gabriella Scarpa. Cristiana Ruella è il direttore affari generali di Dolce & Gabbana, nonché membro del Cda.
Ma negli altri settori, come quello dell’alta finanza, c’è ancora molta diffidenza. Le donne devono faticare molto di più degli uomini per poter raggiungere gli stessi traguardi e spesso con retribuzioni decisamente inferiori, anche a parità di ruolo svolto.
C’è ancora molto da fare! Che ne pensate?
Intanto “buona festa delle donne” a tutte!