Una nonnina inglese di 91 anni di Birmingham, tale Coral Charles-Dunne, realizza “tette di lana” di tutte le dimensioni e di tutti i colori per simulare il seno materno e aiutare le neomamme a fare pratica con l’allattamento. Per questo motivo l’anziana signora ha vinto l’elogio delle autorità mediche inglesi. Questa è la notizia che ho letto sul Tgcom. Ma sinceramente non ho ben capito in che modo queste “tette finte” possano aiutare le neo-mamme.
Credo che siano delle “tette di esercitazione” per le future mamme. Visto che vengono usate anche dalle ostretiche per insegnare alle neomamme come allattare al seno. Più o meno come quelle in gomma che si fanno vedere nei corsi pre-parto con i bambolotti.
Sarà pure una invenzione geniale, ma io rimango dubbiosa. Quelle dimostrazioni fatte nel corso pre-parto sull’allattamento a me sono servite poco. La pratica è stata ben diversa dalla teoria.
Quando mi sono ritrovata per la prima volta con il mio nanetto tra le braccia… vi assicuro che ho visto tutto un altro film.
Marco si attaccò subito al seno. Ciucciava tutto il tempo. E io avevo le lacrime agli occhi per il dolore. Mi faceva un male che non si può raccontare.
Dopo un giorno avevo i capezzoli rosso fuoco. E non c’erano creme che alleviassero il dolore. Solo un “unguento magico” preparato da mia madre mi ha salvato dalle ragadi!
Prima della dimissione dall’ospedale una puericultrice mi vide così sofferente che ebbe pietà di me. Si avvicinò, vide come si era attaccato il bambino e mi disse: “E’ attaccato male. Così lui non succhia e tu soffri”.
“Bingo”, pensai “E me lo dici adesso? Dopo 24 ore di dolore!”
“Il bambino non deve prendere solo il capezzolo ma tutta l’areola in bocca. In questo modo non ti farà più male e lui mangerà tranquillo. E neppure la postura del bambino è corretta. La sua faccia deve stare esattamente di fronte al seno”.
Prese il fagotto, due-tre mosse per metterlo nella giusta posizione. Dito in bocca per farlo staccare dal seno e poi ..zac… tutta la tetta in bocca fino all’areola.
Tempo un minuto… ed ero salva. Mi sembrò tutto un altro vivere! …Non lacrimavo più!
Altro che tette di lana… Se non ci fosse stata una puericultrice in carne ed ossa ad insegnarmi come si fa… non credo che avrei allattato a lungo. Mi sarei arresa prima perché il dolore era veramente insopportabile.
Volete sapere dell’unguento magico? E’ un rimedio antico, di quelli tramandati di generazione in generazione, ma vi assicuro che ha funzionato. Almeno nei primi giorni di allattamento, i più difficili. Poi sono passata anche io alla crema a base di lanolina, più facile da portare in borsa.
Per l’unguento occorrono i semi di melocotogno. Prendete quattro-cinque semi di melocotogno metteteli in una tazza di caffè e ricopriteli con dell’acqua. Poca. Un centimetro sopra il livello dei semi. Non dovete fare nulla. Dopo qualche ora si sarà già formato l’unguento. A quel punto mettetelo sui capezzoli. Non fa male al bambino, quindi non c’è bisogno di lavare il seno.
Ovviamente dopo due giorni al massimo va buttato e rifatto!