I pediatri di libera scelta? Una razza in via d’estinzione! Almeno secondo una indagine condotta da Altroconsumo.
Sono troppo pochi in molte realtà d’Italia. Milano, Napoli, Firenze e Bologna in testa.
Eppure la scelta del medico per i propri figli dovrebbe essere fatta in maniera ragionata: bisognerebbe avere un po’ di informazioni sul dottore, gli anni di professione, gli orari di ricevimento, eccetera.
Non dimentichiamoci che di questa persona dobbiamo avere piena fiducia, gli dobbiamo affidare la salute dei nostri pargoli!
Ma all’Asl il più delle volte scarseggiano anche le notizie di base, a malapena forniscono un foglietto con gli orari di ricevimento. Anzi, spesso non si può neppure scegliere il medico. Chissà quante mamme si sono sentite rispondere: “L’unico libero è a 5 km di distanza” (per esempio io!), oppure guardando gli orari dell’ultimo pediatra disponibile ci si è accorti che sono sfavorevoli per non dire improponibili. E queste scene i ripetono da Nord a Sud.
In teoria, invece, le cose dovrebbero andare in maniera decisamente diversa: la scelta dovrebbe essere fatta in base alla convenzione che regola il rapporto tra pediatri e Asl, e i cittadini allo sportello ‘scelta e revoca del medico e del pediatra’ dell’Asl dovrebbero trovare tutto ciò di cui hanno bisogno, info comprese.
Ma dalla ricerca fatta da Altroconsumo in nove grandi città italiane non è emerso proprio questo. Nei 40 centri visitati per l’inchiesta, solo 26 avevano l’elenco dei medici della zona, con relativo orario di ricevimento, appeso alla parete o racchiuso in un faldone a disposizione per la consultazione. In 12 casi bisogna rivolgersi all’impiegato per ottenerne una copia o consultarlo, ‘con un’inutile perdita di tempo in coda’. Difficile poi sapere se un medico lavora solo su appuntamento o la sua data di nascita, e dunque l’anzianità professionale. Dato negato in alcuni casi appellandosi a “inconsistenti motivi di privacy”.
Per ovviare alla carenza di pediatri, e rendere la vita più semplice alle famiglie, consentendo la ‘libera scelta’, per Altroconsumo andrebbe aggiornata la convenzione. Al momento, infatti, prevede un pediatra ogni 600 abitanti di età tra 0 e 6 anni. Ma lo stesso pediatra può avere in cura i bambini fino a 14 anni. Per cui il massimale di pazienti viene raggiunto in poco tempo. E prima che si liberi un posto bisogna aspettare o qualche trasferimento (per esempio famiglie che cambiano casa e comune) oppure qualche compleanno dei ragazzi più grandi.
Spesso l’attesa è lunga e snervante (parlo per esperienza!).
Pochi sanno però che dai sei anni i bambini potrebbero essere curati anche dai medici di base di famiglia.
Non so se voi avete avuto la stessa esperienza. Ma anche nel paese dove vivo io, alle porte di Milano, i pediatri sono “merce preziosa e rarissima”. In pratica non ci sono, o meglio non coprono le esigenze dell’intera popolazione. I bambini sono molti di più dei posti disponibili (ma noi non eravamo un Paese di vecchi a crescita zero? Menomale!).
E così in tanti hanno dovuto scegliere un pediatra di un altro paese, me compresa.
Prima di “emigrare” però ho cercato per mesi di trovare un pediatra nel mio paese, anche perchè avevamo un’auto soltanto che usava mio marito per lavoro. Quindi in caso di bisogno non sapevo neppure come raggiungere il pediatra. Taxi?…
Ogni giorno mi recavo all’Asl, ma nulla. Alla fine, dopo un mese, l’impiegato ha avuto pietà di me e mi ha dato il suo numero di telefono. Così ogni giorno chiamavo… ma nulla!
In tutto questo periodo il bambino è stato bene (avevo solo Marco, allora!).
Poi si è ammalato e allora sono stata “costretta” a scegliere il pediatra di un altro paese limitrofo.
Sono stata fortunata: è una donna eccezionale di cui mi fido ciecamente.
Non ho più cambiato… E ora porto da lei anche Luca.
Nel frattempo, però, ho comprato un’auto tutta per me (viva l’ecologia!).
Ha solo un neo la mia fantastica pediatra (ma che hanno praticamente tutti): anche se il bambino sta male, o ha qualche virus, infezione batterica o la febbre a 40… non viene a casa. Tocca andare allo studio… e lì, visto che pullula di bambini ammalati, il cucciolo, già debilitato, rischia anche di prendersi qualcos’altro!
L’alternativa? La pediatra privata a pagamento…