Fragole, latte, uova, noccioline e arachidi:
cibi off limits per un esercito di bambini

L’esercito dei baby allergici è in continua crescita. Sono sempre di più i bambini che non possono mangiare latte, uova, fragole, noccioline, arachidi e farine. In Europa si contano un milione e duecentomila bimbi di età compresa tra i zero e i cinque anni che devono stare alla larga da questi e da tanti altri alimenti. Terreno off limits anche per un milione di bambini tra i 5 e i 10 anni e per altri 800mila ragazzi tra i 10 e i 18 anni.

Restringendo il campo solo all’Italia, l’allergia più frequente nei piccoli è quella al latte vaccino: non lo tollerano oltre 100 mila bimbi fra zero e cinque anni, costretti a ricorrere a latte speciale molto costoso. Se infatti i piccoli non introducono un adeguato sostituto del latte vaccino, possono andare incontro a gravi squilibri nutrizionali con una compromissione della crescita e vera e propria malnutrizione”.
Latte, ma non solo. Altri 80 mila piccoli italiani con meno di 5 anni non tollerano le uova, 50 mila sono allergici a noci, nocciole e arachidi, 40 mila ad altri alimenti fra cui frutta, verdura e crostacei.

Sono i dati diffusi dal Food Allergy and Anaphylaxis Meeting dell’European Academy of Allergy and Clinical Immunology (Eaaci) che si svolge a Venezia.

Il fenomeno reclama attenzione, visto che negli ultimi dieci anni il numero degli allergici è raddoppiato, mentre i ricoveri per shock anafilattico fino ai 14 anni sono aumentati di sette volte e le visite ambulatoriali pediatriche sono triplicate.

“Queste allergie nei bambini spesso segnano l’inizio dell’evoluzione verso altre malattie quali la rinite e l’asma”, spiega Maria Antonella Muraro, presidente del congresso e responsabile del Centro dedicato allo studio e alla cura delle allergie e delle intolleranze alimentari, operativo nella Regione Veneto nell’azienda ospedaliera dell’Università di Padova (www.centroallergiealimentari.eu).

“Sforzi maggiori devono essere dedicati a identificare i bambini a rischio – sottolinea l’esperta – attraverso una diagnosi appropriata, con prove allergologiche cutanee e sul sangue. L’esclusione dell’alimento rappresenta tuttora l’unico trattamento efficace nella prevenzione della reazione allergica”.

Ma perché questo fenomeno è in rapida crescita?

Per la dott.ssa Murano “le reazioni allergiche aumentano probabilmente a causa di cambiamenti nutrizionali, di esposizioni ambientali a fattori come per esempio il fumo di sigaretta. In genere per modifiche dello stile di vita, molto diverso rispetto al passato, in grado di influenzare il corretto funzionamento del sistema immunitario”.

“La mancata esposizione fin da piccolissimi a particolari fattori batterici pare ridurre le possibilità che il nostro sistema immunitario riconosca che cosa è innocuo e cosa non lo è, scatenando una risposta anche nei confronti di proteine presenti nei cibi e generalmente tollerate dal nostro organismo”, conclude l’esperta.

E voi? Avete bambini con problemi di allergie?