Stamattina sono andata in camera dei ragazzi, li ho svegliati e ho detto loro: “Ragazzi oggi è la festa del papà, fate gli auguri a vostro padre quando andate in cucina a fare la colazione!”
Il primo ad arrivare è stato Luca.
Io: “Allora?”
Lui: “Allora che?… Ah! sì… BUON COMPLEANNO PAPA'”
Mio marito, che tecnicamente stava facendo colazione, ma era ancora in dormiveglia, ci ha pensato un attimo e ha risposto: “Ma oggi non è il mio compleanno!”
E Luca: “Mamma, ma allora perché mi hai detto che gli dovevo fare gli auguri?
Io: “Perché oggi è la festa del papà! Auguri…!” Continua a leggere
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Nell’incantevole riserva delle Torbiere del Sebino
A volte ci sono posti meravigliosi a due passi o poco più da dove viviamo che non abbiamo mai visitato e visto. Posti perfetti per una gita fuori porta, dove portare i bambini e fare delle belle e lunghe passeggiate in mezzo alla natura incontaminata (o quasi!).
Per chi vive in Lombardia, a meno di un’ora di strada da Milano c’è una riserva naturale che mi affascina moltissimo: le Torbiere del Sebino. Si trova a un passo dall’incantevole lago d’Iseo e dalla Franciacorta, in provincia di Brescia. E’ stata dichiarata “zona umida di importanza internazionale”. Qui ci sono vasti specchi d’acqua con canneti e bambù. La biodiversità la fa da padrona grazie alla varietà di habitat e di specie animali, alcuni anche a rischio di estinzione. Continua a leggere
La squadra Arcobaleno
Di quanto succede nella scuola calcio dove gioca Luca quest’anno vi racconterò fra qualche tempo. Devo raccogliere bene idee e materiali. Ma poi, ve lo prometto, sarò esplosiva come un vulcano!
Datemi tempo… e ne sentirete delle belle 😉
Ma oggi vi voglio raccontare della lezione che mi ha dato Luca in queste ultime settimane. Una grande lezione di vita. Continua a leggere
A Madesimo tra neve, sci, calcio e ristoranti
A volte le belle occasioni nascono per caso.
Questa è nata proprio così…
“Che fate per il Ponte di Sant’Ambrogio?”, ho chiesto per curiosità al papà di un compagno di calcio di Luca.
“Andiamo a Madesimo con alcuni genitori dell’altra squadra di calcio!”, mi ha risposto.
Io: “Madesimo? Non ci siamo mai stati! Voglio venire pure io!”
E lui: “Non so se ci sono ancora posti, hanno organizzato tutto le “donne”, ma già due mesi fa!”
Io: “Se non ti spiace, mandami il numero del residence e provo a vedere!”
Tutto questo accadeva mercoledì sera 5 dicembre fuori dagli spogliatoi della scuola calcio che frequentano i nostri figli. La scuola è composta da più squadre di ragazzi della stessa età. Loro, i piccoli calciatori, si conoscono perfettamente, noi genitori meno, o comunque di vista, perché giocando le partite in luoghi diversi non abbiamo molte occasioni di ritrovo.
Il giorno dopo mi è arrivato veramente il messaggio su WhatsApp con il nome del residence. Continua a leggere
Il viaggio continua: da Zara all’Istria
Come vi ho raccontato ieri, il primo giorno di viaggio, per sbaglio e per errore, abbiamo visitato un pezzo dell’entroterra della Croazia. La parte più rurale e meno turistica, quella fatta di case con le facciate ancora crivellate dai colpi della guerra, alternate a case in costruzione con i mattoni rossi a vista.
Le case erano chiaramente abitate da tempo, anche se senza intonaco e rifiniture esterne.
Essendo nata e cresciuta al Sud Italia questa cosa non mi doveva meravigliare. In alcune zone del Mezzogiorno non è raro trovare case perfettamente arredate all’interno, ma senza intonaco all’esterno.
Eppure in Croazia ho respirato un’aria diversa. C’erano ancora chiari ed evidenti i segni di una guerra non tanto lontana. Un conflitto che ha sicuramente lasciato un segno profondo. E quelle facciate crivellate mi hanno parecchio amareggiata. Pensavo alle persone che erano lì in quegli anni, ai bambini, chissà quanta paura!
Nello stesso tempo, però, si vedeva anche la voglia di ricostruire e ripartire.
Marco ci ha tempestati di domande sul perché di quella guerra. Ma a tante domande, ahimè, non ho saputo dare risposta.
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Un paradiso sulla terra: i laghi di Plitvice!
Luglio 2018.
L’estate che si era appena affacciata non prometteva nulla di buono.
Mio padre doveva sottoporsi ad un lungo ciclo di radioterapia che lo avrebbe tenuto a Milano fino a settembre. Mio marito doveva sottoporsi ad un piccolo intervento operatorio.
I ragazzi fino alla fine del mese erano sistemati presso i vari centri estivi e poi ad agosto sarebbero andati giù in Puglia, ospiti dei tanti zii e parenti che per fortuna non ci abbandonano mai. Avere una GRANDE famiglia è anche questo: sapere che c’è sempre qualcuno pronto a sorreggerti e ad aiutarti nel momento del bisogno.
L’umore non era al TOP, posso confessarlo. Ero arrivata a luglio già abbastanza stremata.
I programmi del weekend che stava per arrivare non erano grandiosi: sabato mattina dovevamo accompagnare mio padre all’aeroporto (i medici gli avevano concesso una settimana di stop prima della terapia!), la domenica mattina mio marito si doveva ricoverare in ospedale.
Era già giovedì.
Nel pomeriggio mi arriva una telefonata. Era mio marito: “Ho sentito adesso il medico. La cura ha funzionato, l’intervento salta”. Ero incredula. Cavolo… Finalmente una buona notizia. Lo richiamo: “Ma… visto che hai dovuto cancellare tutti gli appuntamenti di lavoro, perché non partiamo? Pensaci potrebbe essere l’unica settimana di ferie!”
E lui: “Per andare dove?”
Io: “Boh, montagna, mare, che ci importa. L’importante è partire!”
Venerdì sera ho fatto le valigie. Dentro c’era di tutto dal piumino leggero, al costume da bagno. Destinazione: “Boh!” Continua a leggere
Arrieccomi…
Ieri, dopo tanto tempo che non lo facevo, sono entrata nel Blog per approvare i vostri commenti.
Ormai sono mesi che non scrivo più. Eppure di cose ne sono successe… e anche tante, forse troppe.
Marco ha salutato la scuola elementare e le sue meravigliose maestre. Ora la sua nuova sfida si chiama “Scuola Secondaria dell’obbligo”, in pratica la vecchia e cara scuola media.
Luca frequenta la terza elementare (o per meglio dire la Scuola Primaria dell’Obbligo) e quest’anno ha deciso di lasciare la sua vecchia squadra di calcio dell’oratorio, il tanto amato GSO, per iscriversi ad una scuola calcio. E anche lì… altro mondo. Continua a leggere
… E poi c’è Gardaland!
Qualche settimana fa sono tornata a casa e con un bel sorriso sulle labbra ho fatto il lieto annuncio: “Ragazzi ci hanno invitato a Gardaland per l’inaugurazione della nuova stagione del parco!”
Luca: “Uahoo… quando?”
Io: “Il 7 aprile”
Marco: “Papà mi misuri? Vedi quanto sono alto? Ho superato il metro e 40 centimetri di altezza?”
Luca: “Misura pure me, papà!”
Io: “Scusate, vi dico che andiamo a Gardaland e correte a misurare l’altezza? C’è qualcosa che mi sono persa per strada?”
Marco: “Mamma, non ti ricordi che per andare sulle giostre più veloci come Oblivion, Raptor, bisogna essere alti almeno 140 cm? Io quest’anno posso andare, sono alto 142 cm, più le scarpe!”
Luca: “Io no, sono alto 137 cm, me ne mancano solo tre, faccio in tempo?”
Io: “In tempo per cosa?”
Luca: “Per i tre centimetri?”
Non vi nego che da quel giorno Luca ha mangiato più del solito. Lui voleva crescere in altezza, invece ha solo messo su un po’ di morbidissima pancetta! (Beato lui…già smaltita 😉 )
Sabato 7 aprile alle 7 del mattino erano già svegli e pimpanti. Le previsioni meteo erano incoraggianti: sole e caldo. Cosa desiderare di più?
Zaini in spalle alle 10 e mezza eravamo già a Gardaland.
Il tempo di fare due giri su due giostre insieme e poi ho lasciato i miei tre uomini per andare a seguire la conferenza stampa. Continua a leggere
Gli “scherzi” della memoria
Lo scorso sabato pomeriggio ha squillato il mio cellulare. Non sono riuscita a rispondere in tempo perché ero al campo di calcio a guardare la partita della squadra di Luca e non ho sentito subito le vibrazioni dello smartphone.
Con la dovuta calma, tra un’azione e l’altra dei piccoli giocatori, ho preso il cell e ho guardato il display per capire chi mi avesse chiamato. Era una mia collega, in verità più amica che collega.
“Cosa sarà successo? Come mai mi ha chiamata durante il weekend?”, mi son chiesta.
Neppure il tempo di fare delle ipotesi, che il cell ha cominciato a vibrare. Stavano arrivando dei messaggi: “Maria, ho messo per errore il pannolino della bambina in lavatrice, che faccio?
Tra me e me mi sono detta: “Boh! Perché dovrei saperlo io?” Continua a leggere
Qual è il momento giusto per mettere al mondo un figlio?
Oggi non voglio raccontare, ma vorrei leggere le vostre opinioni. La domanda non è delle più banali, anche se in prima battuta potrebbe sembrarlo. Quello che vorrei capire è: “Esiste un momento giusto per mettere al mondo un figlio?”
Non parlo tanto di condizioni economiche, come avere un lavoro stabile, una casa in cui accogliere il nascituro, avere la possibilità concreta di sostenerlo e di dargli un futuro…
Ma mi riferisco più alla condizione psicologica di chi pensa di fare questo grande passo. Insomma, secondo voi per fare figli ci vuole più incoscienza o più coraggio?
Ieri sera, eravamo tra colleghi e stavamo scherzando con un prossimo quarantenne.
“Allora, quando ti decidi a fare questo figlio?” gli ha chiesto simpaticamente una collega.
Ed io: “Occhio, guarda che un figlio ti scombussola la vita. Sei certo di voler rinunciare ai tuoi aperitivi serali, ai tuoi sabati fatti di locali notturni, discoteche, drink e libertà, alle domeniche mattina passate a poltrire fino al pomeriggio nel lettone, ai lunghi viaggi, eccetera, eccetera? Continua a leggere