Perché il bambino ci dice: “Vai via brutta cattiva!”?

Vi è mai capitato di fare i salti mortali per uscire il prima possibile dall’ufficio, di arrivare a casa, di aprire la porta, di correre verso il proprio tesorino e…
E invece di trovarlo sorridente e con le braccia aperte, come ogni mamma spererebbe, di vederlo con il  broncio e  la faccia arrabbiata?
E alla domanda: “Che c’è? Cosa è successo?”, sentirsi rispondere: “Vai via brutta cattiva!”

Alzi la mano chi non ha visto questa scena almeno una volta nella sua vita.

I sensi di colpa, in queste circostanze, galoppano? Ebbena, prima di mettere in discussione le vostre scelte di vita (tipo: è giusto tornare a lavoro? Starà bene dai nonni o al nido? O cose di questo genere) cercate prima di interpretare le loro parole e capire cosa realmente vi stanno dicendo quando brontolando e borbottando vi allontanano, o almeno fanno finta di farlo.
Ecco cosa suggerisce Tata Francesca.

“Vai via brutta cattiva!”. In quel momento il bambino sta dicendo: “Mamma mi sei mancata tanto perché sono stata senza di te tutto il giorno e quindi sono arrabbiato”.

Già sapere questa cosa è un buon passo avanti.

Dopo di che si può cercare di sdrammatizzare la cosa dicendo al piccolo “Vieni qua che ti voglio strapazzare tutto di coccole”.

E infine traduciamo al bambino quello che ci sta dicendo: “Lo so, sei molto arrabbiato perché la mamma è andata al lavoro, ma ora siamo insieme e possiamo fare un sacco di cose insieme”.

E a quel punto si può proporre di fare un’attività di ricongiungimento che al piccolo piace tanto, come la lettura di un libro, una coccola sul divano, oppure una passeggiata al parco.

Ecco il video con Tata Francesca: VIDEO