E’ venerdì!
Di che si può parlare il venerdì?
Dei progetti per il weekend?
Di quello che faremo con i nostri pargoli?
Di tante cose.
Ma oggi mi piacerebbe cominciare la giornata con un argomento, come dire, “leggero”. E di spunti di discussione ne ho trovati un po’.
Uno mi ha “acchiappata”, anche se va un po’ fuori tema. Non parla proprio di mamme e bimbi, ma di coppie. (In fondo, però, gli argomenti si sfiorano: non è dalle coppie che nascono i bimbi? ;))
Ebbene, la notizia è questa: lo sapete che il matrimonio migliora la salute della coppia, ma, e sottolineo ma, la convivenza rende lui e lei più felici?
Proprio così, uno studio pubblicato sul ‘Journal of Marriage and Family’, e ripreso dal TgCom24, ha dimostrato che le coppie sposate possono contare su concreti benefici a livello di salute derivanti dal matrimonio, mentre i conviventi sono più felici e hanno una maggiore autostima.
In ogni caso coppia batte single, nel senso che nozze o unioni di fatto rendono di sicuro la vita dell’individuo più bella. Almeno in un primo momento.
Finita la “luna di miele” i benefici si affievoliscono un po! (e aggiungerei io … in alcuni casi dopo diverso tempo si affievoliscono talmente tanto che si arriva anche al coltello fra i denti… e addio felicità!)
Ma perché i ricercatori si sono scomodati e hanno puntato i loro studi su questo argomento?
Perché sono così interessati alla differenza tra sposati e conviventi?
Semplicemente perché negli ultimi anni, soprattutto nelle società occidentali, molte coppie sperimentano la vita a due prima di convolare a nozze.
E in tanti alle fedi non arrivano neppure e non suggellano la loro unione con contratti e fiori d’arancio. In compenso fanno figli fuori dal matrimonio.
Sono sempre di più, infatti, i bambini nati dalle coppie di fatto.
E’ la stessa cosa? Oppure tra conviventi e sposati ci sono delle differenze?.
Non parliamo di aspetti giuridici, ma di benessere fisico e sociale.
Io e mio marito abbiamo convissuto a lungo prima di sposarci. Più o meno sei anni. Eravamo fidanzati già da altri sei anni, ma devo dire che vivendo insieme ho scoperto una persona diversa, con tanti pregi e difetti.
E credo profondamente che ogni coppia prima di fare il grande passo, dovrebbe vivere sotto lo stesso tetto per un po’!
Vi racconto questa: la prima notte, andando a dormire, il mio lui si è tolto le calze e le ha lanciate via, facendole ovviamente cadere a terra, dopo un volo di tre metri.
Orrore! Io super precisina una cosa del genere non la tolleravo proprio.
“Caro, adesso ti alzi, prendi le calze e le metti nella cesta apposita!”
L’ha fatto? Mai!
Adesso, dopo sei anni di matrimonio, la mattina devo raccogliere 4 paia di calze dal pavimento… Sì! Perché a farle volare ora siamo in 4, compreso il piccoletto!!!
Si chiamano compromessi, ma rendono la mia vita più felice.
Forse si riferivano a questa felicità i ricercatori? Non so.
Loro hanno concluso lo studio con questa frase: “La nostra ricerca dimostra che il matrimonio non è affatto l’unico tipo di unione che promuove il benessere, anche altre forme di relazione romantica sono in grado di fornirlo”.
Insomma, dopo tanti studi, hanno appurato che la felicità non dipende da un contratto (anche se io ci tenevo tanto a firmarlo!) e che in due si sta meglio.
Ed effettivamente dalla convivenza al matrimonio la differenza è sostanzialmente nulla, almeno dal punto di vista sostanziale. Dal punto di vista formale qualcosa cambia: si può presentare il proprio lui come marito e non come compagno :)!
La differenza, secondo me, la fanno i pargoli. Quelli sì che cambiano la vita, rivoluzionano gli equilibri e mettono a dura prova la vita di coppia. A volte, nelle unioni più sane, la rafforzano. Altre volte, portano allo sfascio. Molte separazioni, infatti, avvengono proprio dopo i primi anni di vita dei figli.
Ovviamente non sto dicendo che la colpa della rottura è dei bambini, evidentemente c’era qualcosa che non andava già prima…
Ma questo, credo, meriti un post a parte!!