Quando la memoria della mamma fa acqua da tutte le parti…

Io dico sempre a mio figlio che sono un po’ come Dory, l’amica di Nemo. Lei soffriva di perdita di memoria a breve termine. Io allargo l’arco temporale ad un tempo indefinito.
Tante cose mi sfuggono e per evitare di perdermi nei meandri dei miei impegni e in quelli dei miei figli, devo segnare tutto sull’agenda altrimenti le informazioni passano per direttissima dalla RAM del mio cervello al dimenticatoio generale.

E fin qua, trovo conforto nelle chiacchiere con le amiche e colleghe. Siamo tutte nelle stesse condizioni. “Sarà colpa dell’età che avanza” ci diciamo per trovare una giustificazione.

Ma la cosa che mi mette più in imbarazzo e non saper rispondere alle domande dei mei figli attinenti alle materie di studio.

Marco: “Mamma, tu queste cose le hai studiate a scuole, le devi sapere!”,
Io: “Vero, ma più di 35 anni fa”!
Marco: “E cosa importa. Se le hai studiate vuol dire che le hai apprese e quindi le devi sapere, altrimenti a che serve studiare se poi si dimenticano le cose!”

Io: “Tesoro, sarebbe bello. Ma le cose non vanno proprio così. Quando la memoria del cellulare è piena che fai?”
Marco: “Pulizia. Cancello le cose che non sono importanti. Generalmente parto dai video che sono i più pesanti”.

Io: “Beh! Il mio cervello fa una pulizia simile, ma con algoritmi diversi, a me ignoti. Decide lui cosa devo ricordare e cosa no e tante cose che ho studiato a scuola, purtroppo non le ricordo più.
Ma non è vero che studiare non serve a niente. Ho imparato il metodo di studio, quindi se le dovessi ripetere nuovamente farei sicuramente meno fatica. E tante nozioni riaffiorirebbero. E come se fossero stipate in un forziere. Con la chiave giusta, tornano alla luce!
Ci sono tante cose che vorrei ricordare e tante altre che invece vorrei dimenticare. Ma purtroppo non decido io scientemente”.

Marco: “Ma le cose che abbiamo studiato lo scorso anno te le ricordi almeno?”

Io: “Tipo?”

Marco: “Le Crociate, i Saraceni, i Normanni, i Carolingi, la Chanson de Roland, l’Iliade, l’Odissea, Templi dei Greci, il Partenone… ”

Io: “Fermati. E’ il presupposto che è sbagliato. Dire “Abbiamo studiato…” mi sembra troppo. Tu hai studiato, io ti ho ascoltato mentre ripetevi. Alcune cose sì, me le ricordo ancora. Altre meno, altre sono finite per direttissima sempre lì… 😊”

Una bella risata ed un cambio di argomento hanno messo la parola fine a questa chiacchierata per me imbarazzante.

Ma perché certe cose che in passato sapevo fare a occhi chiusi ora invece mi mettono in difficoltà? Mi sale un nervoso…
Un esempio? Le espressioni, le equazioni di primo e secondo grado, le potenze… erano il mio pane quotidiano. Adesso di primo acchito mi somigliano ai geroglifici degli egiziani.

Per non parlare dell’analisi logica, dell’analisi grammaticale, delle frasi subordinate, dei complementi di ogni tipo e genere… Uff. Ho riempito pagine e pagine, quaderni e quaderni ai miei tempi. Ed ora?
Ora per fortuna che c’è Google che mi dà una mano.

Ma il bello di avere un figlio in seconda media è anche questo: avere l’opportunità di ripetere tante cose interessanti e di tornare a sapere che “la forma del verbo può essere attiva, passiva e riflessiva”  😊 😊 😊

E il bello di avere due figli che si passano tre anni?

E’ la consapevolezza di dover ripetere tutto una seconda volta a breve distanza … come se fosse la prima volta.

 

Ve la butto lì: chi di voi si ricorda tutti i nomi dei dinosauri? E i nomi dei sette nani? E i nomi dei pianeti in ordine di distanza dal Sole?

Non vale controllare su Wikipedia 😊