La vita in un battito d’ali

Lunedì 30 marzo 2020

Quello appena trascorso è stato un weekend davvero triste.

Un weekend che mi ha portato a fare tante riflessioni profonde e a chiedermi “perché”. Perché accadono certe cose? Ma non ho ricevuto risposte, perché non ce ne sono.

Era sabato sera. Eravamo tutti e quattro spalmati sul divano a vedere la Tv.
Ad un certo punto sento vibrare il cellulare. Un messaggio WhatsApp: “Ragazze, non so se lo avete già saputo, ma con infinita tristezza vi dico che è venuta a mancare la maestra della materna dei nostri bimbi”.
Lo rileggo. Lo rileggo. Lo rileggo mille volte. E poi rispondo, nella vana speranza che si sia sbagliata: “Sicura che sia lei?”

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La didattica a distanza… Ma quale didattica? Solo distanza finora

E’ venerdì 27 marzo.
Credo che sia arrivato il momento di togliermi alcuni sassolini dalle scarpe: dopo quasi 5 settimane qui nel paese dove abito, alle porte di Milano, sul fronte scuola qualcosa si sta muovendo.

Lo dico a bassa voce perché si tratta ancora di rumors, di voci di corridoio, di annunci fatti tramite WhatsApp e ai quali entro settimana prossima dovrebbero far seguito le prime azioni concrete per andare avanti con il programma.

Fino ad oggi tutto il sistema scuola è stato gestito in maniera…
Anzi non è stato proprio gestito!
La maggior parte dei docenti è sparita, scomparsa, risucchiata dal vuoto cosmico.

Compiti, compiti, valangate di compiti assegnati senza nessuna spiegazione, nessun riscontro, nessun messaggio e soprattutto nessuna correzione. Solo tutorial e video trovati su YouTube.

QUESTA E’ LA DIDATTICA A DISTANZA?

Io credo di no. Penso che anche la Ministra Azzolina intendesse altro.
E vi assicuro che questo sentimento di amarezza, misto a sconforto e a rassegnazione non pervade solo me, ma la maggior parte dei genitori con i quali ho avuto modo di scambiare idee e opinioni. Continua a leggere



La quarantena forzata cosa ci ha tolto e cosa ci dato?

25 marzo.
La giornata è cominciata nel migliore dei modi. O quasi.

“Marco alzati, è tardi. Marco alzati. Per favore lo vuoi capire che non sei in vacanza? Marco, ma perché devo perdere la pazienza ogni santo giorno? Non voglio urlare come una matta già di prima mattina!”

Dopo 5 minuti.

“Ora bastaaaa!!!  Se non sollevi quelle terga da quel letto entro e non oltre 5 secondi, ti vengo a prendere io e penso che la tua giornata si tingerà di infinite tonalità che vanno dal grigio scuro al nero pece!”

Come volevasi dimostrare… con le buone si ottiene tutto. Con gli occhi ancora assonnati, Marco ci ha raggiunti in cucina dove eravamo tutti seduti intenti a fare la colazione.

Io: “Sapete che la mia amica Issima domenica scorsa ha fatto un gioco con i suoi figli? Ha posto loro la seguente domanda: “Cosa vi ha dato e cosa vi ha tolto il “Coronavirus”? (ovviamente inteso come periodo di quarantena forzata!)

Luca: “E cosa hanno risposto i figli?”

Io: “Non te lo dico, altrimenti ti influenzo con le loro risposte. Io voglio sapere cosa pensi tu. Cosa hanno risposto loro lo so già!”

Ci ha pensato veramente poco e ha subito detto: “Il coronavirus mi ha tolto lo sport. Mi ha tolto il calcio. Mi ha tolto la libertà di fare passeggiate, di correre, di giocare fuori. Mi ha tolto la possibilità di muovermi”. Continua a leggere



Ci credevamo quasi invincibili… e invece!

Quattro settimane. Sono ormai quattro settimane che siamo chiusi, o forse sarebbe meglio dire reclusi, in pochi metri quadri.
E se prima qualche passeggiata in tarda sera nel parco sotto casa ce la concedevamo, rispettando ovviamente tutte le disposizioni (non si tocca nulla, non ci si appoggia alle panchine…), giusto per fare qualche passo e sgranchire le gambe, ora abbiamo rinunciato anche a quella.

In casa. Giorno dopo giorno in casa.

L’unico contatto con il mondo esterno è la finestra. Ma anche affacciandosi ogni tanto, non si vede nessuno. Si sentono solo ambulanze in lontananza. E a volte neanche tanto in lontananza.

Incredibile, surreale, pazzesco, assurdo. Continua a leggere