“Mamma sono l’unico a non avere lo Smartphone!”

Sapevo che sarebbe arrivato il momento. Me lo aspettavo.
Ed è arrivato. Ieri sera ho chiesto a Marco: “A che ora ti devi incontrare con i tuoi compagni sabato pomeriggio per fare la ricerca?”
Lui: “No, alla fine hanno deciso di sentirsi tramite whatsapp”.
Io: “Cosa? Perché? E tu?”
Lui: “Bella domanda, io sono l’unico a non avere il cellulare tra i miei compagni di scuola. Loro sono tutti in un gruppo WA, si scambiano messaggi. Io no”.

Io: “Marco, lo sai che io sono contraria allo Smartphone alla tua età… Una volta in possesso, soprattutto a 10 anni, è difficile riuscire a controllare e moderare il tempo di utilizzo. Non ci riescono gli adulti. Guarda la gente, tesoro. Anche in ascensore le persone non si salutano più, non si guardano più. Tutti col capo chino sullo schermo del telefono. Sono tutti social, ma non sociali e socievoli.
Sai che esiste la dipendenza da cellulare? E’ considerata una vera e propria patologia. La chiamano “cellulare-addiction”. Pensa che ci sono persone che se dimenticano il cellulare a casa vanno in panico. Gli vengono vere e proprie crisi.
La cosa grave e inquietante è che queste “patologie da connessione” colpiscono sempre più proprio i ragazzi della tua età…
Quindi, se vuoi, puoi farti aggiungere nella chat dei tuoi amici dando il mio numero di cellulare. Io ti prometto che non aprirò neppure per sbaglio la tua chat. E la sera potrai controllare i messaggi. Ma nulla di più. Ancora non hai bisogno di avere un cellulare tutto tuo.”

Devo essere sincera, a Marco questa risposta non è affatto piaciuta. Ma finché riuscirò a temporeggiare sul cellulare… temporeggerò.
In realtà in casa c’è uno smartphone che io gli affido quando deve andare da qualche parte senza di noi. Ma al ritorno in casa lo deve spegnere e lasciare.

E’ difficile andare contro corrente quando tutti i suoi compagni hanno il cellulare personale. Chat, giochi, sfide… ormai tutto è virtuale!
Io invece voglio che loro giochino il più possibile con le cose reali, oggetti che sviluppano la manualità, la capacità di realizzare cose vere.

Non fraintendetemi, non vivo e non viviamo fuori dal mondo. In casa ci sono tablet, Pc, Nintendo Switch, Wii…  Ma loro possono giocare con questi strumenti solo per pochissimo tempo e sotto la nostra supervisione. Possono fare tutto… ma con parsimonia!

Certo, la vita sarebbe molto più facile e più semplice se, tornati a casa la sera, stanchi dopo un’intera giornata a lavoro, piazzassimo i ragazzi davanti alla tv con un joystick in mano. Loro si divertirebbero un mondo e sarebbero felicissimi. Noi saremmo i genitori più bravi del mondo e potremmo goderci in santa pace la serata.
Trovargli invece qualcosa da fare ogni volta è molto più complicato e impegnativo.
Ma, almeno per il momento e fino a quando riusciremo, è la via che preferiamo percorrere.

“Rischi da dipendenza da connessione”… Occhio, non è un rischio da sottovalutare.

Tempo fa, l’Osservatorio Nazionale Adolescenza, ha condotto uno studio su 8.000 ragazzi a partire dagli 11 anni d’età.
Dall’indagine è emerso che il 98% dei ragazzi possiede uno smartphone personale già a 10 anni.
Tra i più giovani, l’età media dell’uso del primo cellulare, l’accesso a internet e l’apertura del primo profilo social si aggira intorno ai 9 anni.

Ma la cosa più inquietante è che circa 5 adolescenti su 10 dichiarano di trascorrere da 3 a 6 ore extrascolastiche con lo smartphone in mano, il 16% da 7 a 10 ore, mentre il 10% supera abbondantemente la soglia delle 10 ore.

Il fatto di avere una serie di applicazioni social sconosciute ai genitori – sottolinea l’Osservatorio – permette lai ragazzi di essere meno controllati e più sicuri di poter anche osare, favorendo comportamenti come il sexting, cyberbullismo e diffusione di materiale privato in rete.

Il 60% degli adolescenti ha dichiarato di non poter più fare a meno di WhatsApp: il 99% lo utilizza ogni giorno, il 93% si scambia i compiti attraverso il gruppo-classe e il 70% chatta in maniera compulsiva. Per quanto riguarda i preadolescenti, invece, il 96% utilizza WhatsApp. E lo fanno anche fino a notte e fonda. Chattano compulsivamente e ci sono quelli che si svegliano per controllare i messaggi.

Quali sono gli effetti di questo essere sempre connessi? 

Più che effetti io li chiamerei danni. Dormire e riposare bene, almeno 10 ore al giorno in questa fascia d’età è fondamentale per far funzionare correttamente il sistema nervoso. Non lo dico io, ma gli scienziati dell’University of Wisconsin (Usa)

Riporto una parte della scoperta: “Il tasso di produzione delle cellule che generano la guaina mielinica, i precursori oligodendrociti, raddoppiav quando si dorme. L’aumento è più marcato durante la fase ‘Rem’ del sonno. Al contrario, i geni coinvolti nella morte cellulare e responsabili dello stress sono attivi quando si è costretti a rimanere svegli. Per questo motivo – avverte la ricerca – abbiamo bisogno di dormire, per sentirci riposati e per avere una mente che funziona bene. Il team di scienziati ora sta verificando se la mancanza di sonno, soprattutto durante l’adolescenza, può avere conseguenze a lungo termine per il cervello.

Ho cercato di spiegare queste cose ai miei figli, soprattutto a Marco e per addolcir la pillola gli ho detto:

“Marco, tu lo sai che Bill Gates, l’uomo che ha fondato la Microsoft, colui che ha inventato Windows, non ha permesso ai suoi figli di avere telefoni cellulari fino a quando non hanno compiuto 14 anni? E successivamente ha permesso loro di usarli sono per poche ore alla settimana? E anche Steve Jobs, il padre della Apple, ha fatto la stessa cosa?
Marco, anche loro che queste cose le hanno create si sono resi conto dei rischi e hanno cercato di proteggere i loro figli.
Ci pensi? E poi tu cosa vuoi fare da grande?”

Lui: “Lo sai, lo scienziato”

Io: “E tu lo sai che io credo fermamente nelle tue capacità e nelle tue potenzialità, vero? E allora non farti trascinare dalla massa. Vai per la tua strada, ragiona con la tua testa… usa il cervello, vedrai che lo smartphone non è poi così necessario!”