Qualche settimana fa sono tornata a casa e con un bel sorriso sulle labbra ho fatto il lieto annuncio: “Ragazzi ci hanno invitato a Gardaland per l’inaugurazione della nuova stagione del parco!”
Luca: “Uahoo… quando?”
Io: “Il 7 aprile”
Marco: “Papà mi misuri? Vedi quanto sono alto? Ho superato il metro e 40 centimetri di altezza?”
Luca: “Misura pure me, papà!”
Io: “Scusate, vi dico che andiamo a Gardaland e correte a misurare l’altezza? C’è qualcosa che mi sono persa per strada?”
Marco: “Mamma, non ti ricordi che per andare sulle giostre più veloci come Oblivion, Raptor, bisogna essere alti almeno 140 cm? Io quest’anno posso andare, sono alto 142 cm, più le scarpe!”
Luca: “Io no, sono alto 137 cm, me ne mancano solo tre, faccio in tempo?”
Io: “In tempo per cosa?”
Luca: “Per i tre centimetri?”
Non vi nego che da quel giorno Luca ha mangiato più del solito. Lui voleva crescere in altezza, invece ha solo messo su un po’ di morbidissima pancetta! (Beato lui…già smaltita 😉 )
Sabato 7 aprile alle 7 del mattino erano già svegli e pimpanti. Le previsioni meteo erano incoraggianti: sole e caldo. Cosa desiderare di più?
Zaini in spalle alle 10 e mezza eravamo già a Gardaland.
Il tempo di fare due giri su due giostre insieme e poi ho lasciato i miei tre uomini per andare a seguire la conferenza stampa.
Gardaland, numeri alla mano, è un fiore all’occhiello nel mondo dei parchi divertimento non solo in Italia, ma in tutta Europa. Una realtà che guarda avanti e che strizza gli occhi agli stranieri che ormai raggiungono il 30% dei visitatori annui.
1.500 addetti a pieno regime e 250 full time tutto l’anno. Una fucina di idee, di progetti e di investimenti. Solo per questa stagione sono stati investiti oltre 6 milioni di euro in nuove attrazioni: PeppaPig Land, i nuovi spettacoli teatrali, il rinnovamento de I Corsari e Andreas 4-D Experience.
Non solo. In collaborazione con il Vittoriale degli italiani di Gardone Riviera, è stata allestita anche una mostra permanente, “La favolosa Gioia”, dedicata a Gabriele D’annunzio. In esposizione, oltre ad alcuni abiti ed oggetti personali del Vate, anche la meravigliosa Isotta Fraschini del 1930, l’auto acquistata per il figlio Veniero e realizzata con materiali di grande pregio.
La cultura può anche andare a braccetto con il divertimento. E questa mostra ne è l’esempio.
Finita la conferenza stampa, mi sono ricongiunta con i miei tre uomini e subito ho notato un sorriso stellare sul volto del più piccolo.
“Luca, tutto bene?”, ho chiesto.
E lui: “Ce l’ho fatta, ce l’ho fatta, sono andata su tutte le giostre da grandi”.
Io: “E come hai fatto?”
Mio marito ridendo ha risposto: “Con le scarpe, il collo allungato, il petto in fuori e senza respirare, è arrivato a pelo al metro e quaranta…”
Luca: “Mamma, è stato bellissimo. Siamo andati sul Raptor, sull’Oblivion, sul Blue Tornado, sullo Shaman. E su alcune giostre ben due volte. Devi venire. Il cuore ti batte forte e le giostre vanno velocissime, talmente tanto che ti sembra di volare…”
Io: “Mi stai convincendo… continua così ed è sicuro che vi accompagno!”
Si era fatta una certa ora e così siamo andati al buffet.
Dopo una mezz’oretta, satolli e soddisfatti abbiamo deciso di non mettere a dura prova lo stomaco ma di far godere tutti gli altri sensi con i meravigliosi spettacoli.
Primo fra tutti “Gardaland on Broadway”, un musical che ha portato sul palcoscenico i più importanti spettacoli cinematografici americani del calibro di “Mamma Mia”,“Grease”, “Sister Act”, “Moulin Rouge”, solo per citarne alcuni. Tutto rigorosamente dal vivo.
Io, ovviamente, ero gasatissima, in perfetto target. Faticavo a rimanere seduta sulla poltrona. Come si fa a non farsi travolgere dalle suore di Siter Act? 🙂
Siamo usciti dal teatro , ma io continuavo a cantare “I will follow him, follow him wherever he may go…”
“Ma non potevo avere una mamma normale?” ha detto Marco.
“Perché la mamma non è normale?”, ha chiesto dubbioso Luca.
“A te una che continua a cantare e ballare per strada sembra normale?” ha ribattuto Marco.
E io: “Sbrigatevi, inizia lo spettacolo al Circo Togni”
Ci siamo messi in fila fuori dal tendone, era proprio di fronte a Ramses, il risveglio.
“Lo spettacolo inizia fra mezz’ora, che ne dite di fare prima un giro in Egitto?”
Così mio marito è rimasto in fila e noi tre siamo andati a colpire con i laser le mummie e le piramidi.
Siamo usciti giusto in tempo per vedere il “Gardaland Magic Circus”. Un giocoliere, dei simpatici saltimbanco e due contorsioniste ci hanno allietato e fatto ridere per una mezz’oretta.
“E adesso dove andiamo?” ha chiesto Luca.
“A vedere l’ultimo spettacolo della giornata: “I 5 elementi”. Andiamo al Palatenda”.
E… Sì, mi è piaciuto molto anche questo. Diverso dai precedenti. Non si è trattato di uno show. E’ stato per certi versi meno coinvolgente, ma decisamente più spettacolare: numeri acrobatici, evoluzioni aree, spettacolari effetti speciali, straordinarie proiezioni con le luci stroboscopiche. Tutto molto bello, bello, bello… Emozionante!
Avevo sparato tutte le mie cartucce “stupore e relax”. Ora mi toccavano di nuovo le giostre. Ma abbiamo ripreso con calma, con una proiezione adrenalinica in 4 D. E’ la novità dell’anno: “San Andreas”.
Lo avete visto quel film, genere catastrofico, con l’indimenticabile Dwayne Johnson? Un terremoto disastroso colpisce la città di Los Angeles. E con gli occhiali 3 D, si è proprio lì, tra grattacieli che crollano e lo tsunami che allaga la città. Prima sull’elicottero con Dwayne e poi sul motoscafo tutti impegnati a salvare l’amata figlia e la quasi ex moglie…
Quando le luci si sono riaccese… avevamo i pantaloni bagnati dallo tsunami, ma Dwayne non c’era più. Peccato!
Via di corsa sul Mammut e poi sul Blue Tornado. Ma stavolta Luca è stato fermato all’ingresso. Non ha superato la prova altezza. Così io e lui siamo tornati indietro e siamo andati sul Jungle Rapid.
Sigh! avevo di nuovo lo stomaco sotto sopra e in rivolta. Ho pensato: “Ognuno si deve rendere conto quando è ora di dire basta. Per me è, alla soglia dei 46 anni, è arrivata l’ora. Stop alle giostre adrenaliniche. Il prossimo anno Marco e Luca si prenderanno per mano e andranno da soli a fare giri della morte e montagne russe. Io mi godrò gli spettacoli (che adoro!) e le giostre meno avventurose”
Ormai il parco stava per chiudere. Volevamo vedere anche l’attrazione rivisitata de “I Corsari”, ma i cancelli erano giù chiusi. Peccato, peccatissimo.
In questo periodo non c’è tanta coda per salire sulle giostre, quindi è facile fare più giri in poco tempo, ma il parco chiude alle 18:00. Prima di uscire abbiamo fatto un giro per il Peppa Pig Land. Bellissimo!
Ormai l’area dedicata ai più piccini è diventata vastissima: Prezzemolo Land, Volaplano, Doremifarm e ora Peppa Pig Land, con la casa di Peppa, la stazione con il treno del nonno, la mongolfiera coloratissima, le pozzanghere finte sulle quali saltare.
C’erano tanti bambini in visibilio e mi ha fatto tenerezza una piccina che ha detto alla sua mamma: “Guarda, lì c’è Peppa, mamma la posso abbracciare?”
Abbiamo salutato Gardaland con il sorriso e tanta soddisfazione.
E’ sempre un piacere trascorrere una giornata in un posto così ricco di attrazioni e pieno di bambini gioiosi e festanti.
Per noi è “Sì”, meravigliosamente “Sì”.