Una piccola compagnia teatrale, amatoriale, composta da gente che ama recitare, mettersi alla prova.
Uno spettacolo. Non uno dei tanti messi in scena in oratorio, nelle scuole o nei teatri. Ma in un posto particolare: il carcere di Rebibbia.
L’obiettivo era quello di donare qualche ora di allegria e spensieratezza anche a chi ha sbagliato e sta pagando la sua pena dentro quattro mura e delle sbarre.
Ma alla fine si è rivelata una esperienza costruttiva, bella, toccante ed emozionante anche per gli attori.
Ho chiesto alla nostra amica SilviaFede di raccontarci il suo pomeriggio a Rebibbia:
“E’ stata una cosa superiore a tutte le aspettative e devo ammetterlo anche ai dubbi della vigilia.
Ci e’ stata proposta da una ragazza della compagnia, il papa’ fa la guardia giurata ed il direttore del carcere gli ha chiesto di metterci in contatto per proporci questo pomeriggio insieme…
Abbiamo subito aderito rimanendo pero’ un po’ scettici…
Il 5 gennaio alle 14:00 eravamo fuori dal carcere… Per entrare ci hanno trattenuto le borse con cellulari, effetti personali, ma anche ombrelli, specchi, tutto ciò che poteva essere utilizzato in maniera violenta.
Giorni prima avevamo inviato una lista con i nostri dati personali e gli oggetti e costumi di scena, che hanno controllato uno per uno.
Si chiudono ben 4 porte alle spalle, di quelle con le sbarre che si vedono nei film….la sensazione e’ di essere in prigione con il mondo esterno lontanissimo, anche se sai che puoi uscire…davvero strano…
Poi alle 16,30 inizia lo spettacolo, teatro pieno, all’inizio ci studiamo, sia noi sul palco che loro sulle poltrone. Ci prendiamo le misure…le prime 3 scene e canzoni sembra uno spettacolo qualunque….loro applaudono a fine scena e si va avanti….poi accade la magia….grazie all’attore che interpreta Pinocchio che ha il grandissimo dono di saper trovare la chiave per comunicare con tutti….si crea un’energia pazzesca…non c’e’ più un noi e un loro lo spettacolo lo stiamo facendo insieme…
Il messaggio di Pinocchio e’ perfetto…nella vita si sbaglia, tutti cadiamo, tutti ci facciamo abbindolare dal successo facile, tutti perdiamo la strada di casa, ma per fortuna la vita ti offre una seconda possibilità, a volte anche una terza e sta solo a noi saperla afferrare …
In diversi momenti dello spettacolo il pubblico ha risposto alle nostre battute…
Un esempio: ad un certo punto Pinocchio vuole venire via dal paese dei balocchi e tornare a casa e dice “Lucignolo mi manca la mia famiglia…” , uno dal pubblico si e’ alzato e ha detto “anche a me Pinocchio….” e cosi’ tutti gli altri uno ad uno “anche a me…” “anche a me…” ho sentito la loro nostalgia, ho sentito che stavamo toccando i loro cuori…
Alla fine arriva il Pinocchio bambino, che era proprio un bambino di 7 anni e li’ e’ caduto il teatro dagli applausi, tutti in piedi, tutti con le lacrime agli occhi, noi e loro…
Finito lo spettacolo ci siamo fermati per salutarli, abbiamo chiesto perché tanto entusiasmo per il bambino e la risposta e’ stata “se portate qui un bambino vuol dire che non avete paura di noi….” ….quando ripenso a queste parole e al tono con cui sono state dette mi emoziono ancora…
Il messaggio finale è stato nessuno nasce per niente….bisogna cercare e trovare la via giusta…
Lo so molti potranno dire in fondo sono li’ per colpa loro perché hanno sbagliato perché provare questa pena…beh io la provo perché credo che la storia personale di molti di loro sia una storia difficile e che potevo essere io al loro posto…ho solo avuto la fortuna di avere una famiglia sana, degli amici in gamba e un carattere abbastanza forte, ma scivolare e’ un attimo….per cui mi auguro davvero di cuore che tutti possano cambiare rotta, tra l’altro erano molto giovani e quasi tutti italiani.
Comunque questa esperienza e’ stata davvero speciale e sicuramente la conserverò nel mio cuore tra i ricordi più’ belli… grazie Maria per avermelo chiesto…”
Grazie a te, SilviaFede per avercelo raccontato!