Perché i bambini dicono le bugie?
E come ci dobbiamo comportare noi genitori?
Di questo ci parla oggi la nostra Psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli.
Ecco cosa ci dice e cosa ci consiglia:
Le bugie rappresentano per il bambino una fase evolutiva assolutamente normale, inevitabile e persino necessaria, destinata, in genere, a risolversi con il procedere dello sviluppo. Tutti i bambini e gli adolescenti prima o poi dicono qualche bugia.
Ponendo attenzione al contenuto delle bugie dei vostri figli potete capire molte cose del loro universo e del loro rapporto con voi. Proprio come avviene per i sogni, le bugie sono infatti lo specchio fedele dei loro bisogni, dei loro desideri e delle loro paure. Attraverso la bugia i bambini costruiscono un proprio spazio segreto, un mondo a metà strada tra la realtà e la fantasia, un mondo che può essere riservato a riporre sentimenti o emozioni che hanno paura di mostrarvi o di cui sono gelosi o si vergognano. Per questo la mamme ed i papà non devono preoccuparsi o peggio sentirsi traditi e imbrogliati dalle piccole innocenti bugie.
Il bambino scopre la bugia verso i 3-4 anni,quando capisce che è possibile non dire tutto, dire cose false e inventare cose inesistenti. La bugia può svolgere una funzione importante nel suo sviluppo cognitivo: il bambino capisce cioè, attraverso di essa, che il suo pensiero interiore è solamente suo e che gli altri, soprattutto i genitori, non possono indovinare i suoi pensieri. Capita spesso di ascoltare bambini piccoli dire: “non sono stato io!”, in questo caso essi desiderano così tanto non essere stati loro a combinare un guaio, che sono convinti che basti negare la realtà per sopprimerla e allo stesso tempo desiderano non dare un dispiacere ai loro cari. Man mano che i bambini crescono si rendono conto che negando la realtà essa non si cancella.
Successivamente, intorno ai 9-10 anni, i bambini imparano anche la tecnica della dissimulazione, l’arte cioè di non dire una bugia tacendo una parte della verità (es. dice alla mamma di aver preso un ottimo voto in italiano omettendo di aggiungere però che la maestra gli ha messo una nota per aver fatto casino durante l’ora di ed. fisica). La dissimulazione è un comportamento che riduce il senso di colpa dal punto di vista di chi mente (in quanto egli ritiene di non aver propriamente mentito) e soprattutto offre delle comode scuse:”non lo sapevo te lo giuro”, “me ne sono proprio dimenticato!”, “ti giuro che te l’avrei detto”.
Infine, durante l’adolescenza, la bugia rappresenta un modo per affermare la propria identità e continuare a tracciare il percorso evolutivo verso l’autonomia.
Non tutte le bugie hanno lo stesso peso e non sempre si tratta di vere bugie.
Esistono diversi tipi di bugie :
1) Le bugie di discolpa “non sono stato io!” : solitamente tendono a scomparire con la crescita del bambino, ma se dovessero persistere dopo i sette anni vuol dire che il bambino ha paura delle punizioni, del giudizio severo dei genitori e della loro disapprovazione, e utilizza la bugia per difendersi dal loro atteggiamento intransigente. C’è molta insicurezza che rende più difficile assumersi la responsabilità delle proprie azioni, quindi meglio mentire piuttosto che deludere i propri genitori. Il bambino deve imparare che può capitare a chiunque di sbagliare e che non c’è alcun motivo di vergognarsi o di sentirsi in colpa.
2) La calunnia “non sono stato io ma è stato lui!”: E’ più grave della precedente in quanto il bambino nel tentativo di salvare se stesso cerca di “distruggere” l’altro. Si tratta di un comportamento antisociale, ma va trattato con clemenza se si vuole ottenere un cambiamento, ad esempio insegnando al bambino che esistono altri modi per affrontare i problemi e che è possibile perseguire la strada della lealtà ed avere il coraggio delle proprie azioni.
3) Le vanterie: servono a “farsi belli” di fronte agli altri e consentono di dare sfogo ai propri desideri di grandezza e in genere si estendono anche alla famiglia. Più che di vere bugie si tratta di tentativi di modificare la realtà ricorrendo alla magia del pensiero e dell’immaginazione. Il bambino decide di trasformare i suoi desideri in un racconto. Le vanterie infantili hanno il fine di contrastare il senso di inferiorità del bambino e lui ricorre ad uno strumento potente: il senso di onnipotenza. Se inventa qualcosa tanto vale farlo alla grande. Spesso tra bambini comincia una gara di bugie, si tratta di un gioco dove ci si sfida a “spararle più grosse”. Non è il caso di preoccuparsi poiché la vanteria in questi casi è un gioco. Se invece le vanterie sono sistematiche e servono a deformare la realtà (ad esempio si raccontano frottole per adeguare la propria situazione familiare a quella degli altri) bisogna capire se il bambino è oppresso da un senso di inferiorità sociale molto forte. Ciò accade quando i genitori inseriscono i propri figli in ambienti troppo snob al di sopra dei propri mezzi e ciò fa soffrire inutilmente i propri figli che si devono confrontare quotidianamente con chi ha di più e di certo non si sentono a proprio agio con gli altri ed aumenta il loro senso di inferiorità.
4) Bugie consolatorie: ci sono bambini che inventano storie per consolarsi, trovare delle sicurezze e risolvere situazioni difficili con un lieto fine. Si tratta di bambini che mentono perché si sentono poco amati e apprezzati e soprattutto infelici e, di conseguenza, cercano di abbellire la realtà che appare troppo opprimente. Anche in questo caso non si tratta di vere e proprie bugie ma di desideri che il bambino cerca di esaudire almeno nella fantasia e che i genitori possono interpretare al fine di capire le sue paure, le sue sofferenze e i suoi desideri. Un bambino che, ad esempio, racconta di avere molti amici quando nella realtà ha solo qualche conoscenza superficiale, rivela la propria solitudine e chiede di essere rassicurato sulle proprie qualità e di essere aiutato ad instaurare nuove e più vere amicizie.
Come ho scritto all’inizio, per quanto le bugie rappresentano per il bambino una fase evolutiva normale che in genere si risolve con l’avanzare dello sviluppo, devono preoccupare i genitori solo quando diventano così frequenti da indurre il bambino a costruirsi un “mondo finto” fatto di illusioni, di sogni e di desideri poco legati alla realtà che sta vivendo (una realtà evidentemente che non piace e che fa soffrire). In questo caso per il bambino la falsità diventa uno stile di relazione che deve allertare, perché dietro di essa possono nascondersi problemi più seri. Se questo atteggiamento è davvero insistente probabilmente il bambino sta vivendo un forte disagio che cerca di compensare modificando a suo modo la realtà. Ad esempio quando il bambino con i compagni di classe millanta grandi successi sportivi, avventure mozzafiato o ricchezza regale, è possibile che abbia un deficit di autostima e che stia cercando di apparire migliore e di farsi accettare dal gruppo per quello che non è.
L unico modo per aiutare i nostri bimbi a non diventare dei veri e propri Pinocchi, è importante adottare un atteggiamento che non faccia pesare su di loro un eccesso di aspettative. Non chiediamo loro “missioni impossibili” come quella di aderire al modello di perfezione che noi abbiamo in mente per loro. Più li vogliamo puliti, ordinati, diligenti, bravi, più li invitiamo a mentire per dar vita a un’altra realtà, quella in cui loro riescono a soddisfare tutte le aspettative dei genitori.
È importante comunque sottolineare loro l’importanza di dire la verità, aiutarli ad essere onesti.
Ecco qualche consiglio per insegnarli a evitare le bugie:
– Trasmetti al bambino il concetto di fiducia. Chi dice la verità merita fiducia. E con una persona di cui ci si fida si vuole passare più tempo. Chi invece mente non merita fiducia e allontana gli amici.
– Insegnagli la differenza tra realtà e fantasia. Quando parli di racconti inventati digli, per esempio: “questa è proprio una bella storia”. Così da segnalare bene quando si parla invenzione e quando di realtà.
– Le bugie a volte nascondono un desiderio. Se c’è un problema cerca di capire perché ha mentito. Se le bugie nascondono un problema, proponi una soluzione alternativa. Per esempio, se dice che la mamma/il papà gli telefona sempre e sai che non è così, potresti dire “mi sembra di capire che tu vorresti che la mamma/ il papà ti chiamasse più spesso”. Spiegagli perchè il suo desiderio non si esaudisce.
– Non etichettare mai un bambino come “bugiardo”, rischi di farlo sentire tale e, nel tempo, di farlo diventare così come il tuo giudizio l’ha etichettato. Le etichette tendono a incoraggiare un comportamento che si vorrebbe evitare.
– Nel momento in cui tuo figlio ammette con sincerità i suoi errori non bisogna punirlo; così facendo il bambino (o l’adolescente) apprenderebbe che è da stupidi dire la verità e che invece è da furbi mentire.
– Conquista la sua fiducia non punendolo alla prima occasione, ma incoraggiandolo a raccontarti le sue marachelle invece delle bugie. Se coglierà la tua disponibilità al dialogo sarà più tranquillo e la bugia sarà riservata solo a piccole occasioni.
– Evita di punirlo per una piccola bugia, rischieresti di innescare la spirale delle bugie per evitare nuove punizioni.
– Quando le bugie sono frequenti, se da una parte è comunque consigliabile non esagerare con la repressione o con l’arrabbiatura, d’altra parte è necessario andare alla radice della faccenda. «Perché non hai detto la verità? Lo sai che bisogna essere sinceri perché insieme possiamo trovare una soluzione. Vediamo cosa si poteva fare di diverso anziché mentire»; questa potrebbe essere una buona via d’uscita.
– Dai sempre il buon esempio! bisognerebbe cercare di non mentire mai ai figli anche quando loro pongono domande difficili o imbarazzanti. Se il genitore gli mente si sente autorizzato a farlo anche lui.
Per appuntamenti con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com