L’Africa a portata di Zoom!

Rinoceronte

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Andiamo o non andiamo? Andiamo o non andiamo?

Le previsioni meteorologiche non promettevano nulla di buono.
Per una settimana intera ho monitorato tutti i siti di meteo, cercando di capire se c’erano possibilità di errore. Ma tutti erano concordi con il definire la giornata del 25 aprile “variabile con piogge a intermittenza”. Insomma ovunque c’era quella orrenda nuvola con le gocce.
Perché tanta ansia?
Perché Luca voleva spegnere la sua quinta candelina allo zoo. E per lui avevo organizzato un piccolo raduno di famiglia allo ZOOMTORINO, il nuovo parco zoologico alle porte di Torino.
Non avevo preparato un piano B, avevo puntato tutto su ZOOM.
La pioggia, però,  avrebbe potuto rovinare tutto.  E io non volevo deludere le altissime aspettative che aveva il mio piccolo sul suo compleanno.
Il 25 siamo partiti da Milano diretti a Cumiana. Nuvole nere all’orizzonte e due crostate nel portabagagli.
Per Luca doveva essere una sorpresa.
Allo Zoom ci dovevano raggiungere mio fratello con la famiglia e mio cognato con i bambini.
Dopo qualche chilometro le prime gocce… e l’umore sotto i piedi.

Siamo arrivati a Cumiana che piovigginava. Non ci siamo persi d’animo. Ormai… eravamo lì.

Siamo entrati… ed è stato subito amore a prima vista.
Ad accoglierci i suricati.
“Hakuna matata”… gli ha detto subito Marco.
“Ma è Timon” ha esclamato Luca.
E io: “Sì, è vero, è proprio lui, magari incontreremo anche il compare Pumbaa, il facocero (per chi non avesse inteso… sono i personaggi del “Re Leone della Disney”!)

Ci siamo imbattuti nel “cimitero degli animali estinti”. Un’idea originale e simpatica per ricordare i dodo, la tigre del Caspio, l’uro e tanti altri animali che non ci sono più.
Ma anche un modo per ricordare agli uomini che alcune specie ora in estinzione (come i rinoceronti per mano dei bracconieri, ed altri) potrebbero a breve, si parla di pochissimi anni, avere la loro lapide in questo posto.

Nel frattempo sono arrivati anche gli invitati e tutti insieme, dopo le foto di rito,  siamo andati a far visita ai lemuri.
Le foto parlano da sole.  Questi animaletti portano allegria.
Luca: “Mamma hai visto come sono velocissimi, vivacissimi e stupendissimi? Si può dire stupendissimi?”
Io: “No! Ma visto che sei il festeggiato solo per oggi te lo concedo! 🙂 ”

Luca: “Mamma, ho toccato la coda, due volte”
Io: “Non si fa!”
Il biologo: “Se lo fai per la terza volta ti mando nella gabbia delle tigri!”
E lui: “Uahoo…”
Il biologo strizzando l’occhio: “Hanno fame, fra un po’ dovrebbero mangiare e tu potresti essere un bel bocconcino!”
Luca: “ Io? Bocconcino? Ah! No, allora no”

Siamo rimasti un bel po’ a guardare questi simpatici animaletti saltellare con abilità e balzare da un ramo all’altro. Nel frattempo aveva anche smesso di piovere.

Alè! Via gli impermeabili.

Ne abbiamo approfittato per fare un giro veloce, dando uno sguardo al resto del parco.

Così abbiamo salutato le tartarughe giganti, il bue dei watussi con delle corna giganti (contento lui! 😉 ). Abbiamo incrociato le giraffe e ammirato l’ippopotamo sott’acqua che se la godeva in mezzo ai pesci.

Poi dritti al ristorante dove avevo prenotato per 10 persone.

Causa pioggia c’era veramente poca, pochissima gente. E questo per noi è stata una grande fortuna.
Anche al ristorante siamo stati trattati con i guanti di velluto.
Le cameriere sono state disponibili e gentili. Ci hanno anche permesso di appendere dei festoni e dei palloncini in sala.
Poi, a fine pasto, sono arrivate con le crostate (che io avevo consegnato loro all’arrivo) con la candelina accesa e lo spumante.
E tutti insieme abbiamo intonato un “Tanti auguri a Luca”.
Non vi posso descrivere la sua felicità.
Era il re… dello zoo!

Con la pancia piena ci siamo rimessi in cammino. Ormai la pioggia aveva lasciato spazio alle nuvole e si affacciava qualche timido raggio di sole.

Di parchi e di zoo ne ho visti tanti, ma Zoom è veramente meritevole.  Non è molto grande, ma colpisce per la cura con cui è tenuto e per come sono stati ricostruiti i vari habitat.  L’Africa non è mai stata così vicina!

Tutto è cominciato alcuni anni fa… quando un aereo in arrivo dal Serengeti e carico di animali è precipitato.
Giraffe, rinoceronti, pinguini, lemuri, ippopotami, zebre, antilopi  e gibboni sono scesi… popolando così lo zoo…
Dell’aereo è rimasto ben poco, solo la coda (in foto)… ma in questo modo l’Africa è arrivata alle porte di Torino dando così la possibilità a tutti noi di conoscere questi animali meravigliosi.

A dire il vero non ci sono tantissime specie, ma gli animali che vivono lì stanno veramente bene. Lo si vede, lo si percepisce anche dal rapporto che hanno con i biologi. Un’equipe di specialisti si prende cura di loro 365 giorni all’anno e hanno instaurato con questi animali un rapporto straordinario.

Durante la giornata i biologi si mettono a disposizione dei visitatori del parco raccontando la vita degli animali, le loro caratteristiche, le loro abitudini.

E così ho saputo che i gibboni sono animali territoriali che non amano avere incursioni nel loro spazio. Che le tigri non sono poi tanto diverse, per carattere, dai gatti che abbiamo in casa e che dormono o sonnecchiano allegramente per quasi tutto il giorno!
Che le giraffe che sono lì, che io pensavo in amore per i loro atteggiamenti inequivocabili, sono esemplari maschi.

Io alla biologa: “Perdonami, ma credo che ci sia anche una femmina. Ti assicuro che ho visto con i miei occhi che… Insomma la giraffa che era dietro stava…”

Mi stavo incartando con le parole. C’erano diversi bambini e non volevo essere esplicita…

Allora la biologa mi ha fermata e mi ha detto: “Ho capito perfettamente, è una pratica piuttosto diffusa tra le giraffe. Lo fanno per stabilire le gerarchie. Il più forte del branco si impone così”

Siamo rimasti senza parole…

“A…pperò”, ha detto scherzosamente un papà del gruppo: “E io che pensavo fosse una pratica inventata dagli uomini, soprattutto  in ufficio dove alla prima occasione il capo ti in….”
Non ha ovviamente concluso la parola ma abbiamo riso tutti… eccetto i bambini  😉

Abbiamo concluso il nostro tour con il volo dei rapaci.
L’esercitazione, dimostrazione, non so bene come definirla, si è tenuta in un anfiteatro molto suggestivo. Qui le aquile volavano, anzi sfioravano le nostre teste ad una velocità impressionante!

Prima di salutare Zoom i bambini hanno voluto trascorrere ancora un po’ di tempo al parco giochi, tra scivoli, altalene…

Vi dico solo che non eravamo ancora saliti in macchina e Marco ha detto: “Mamma, mi prometti che ci torniamo in questo posto?”

E io: “Sì, magari in estate, quando ci sarà anche la piscina aperta e potremo fare il bagno guardando i pesci e prendendo il sole” 🙂

Luca, prima di crollare in un profondo sonnellino, ha concluso dicendo: “E’ stato veramente il più bel compleanno della mia vita!”

Evviva!