Cosa succede alla coppia quando arriva un bebè?
Ci sono coppie che scoppiano e coppie che diventano ancora più unite.
Coppie che diventano più litigiose e coppie che non reggono allo stress dei primi mesi.
Oggi parliamo di questo argomento con la nostra psicologa amica, la dottoressa Francesca Santarelli.
Ecco cosa consiglia a tutte le coppie che stanno vivendo la fase dell’arrivo del primo figlio.
L’arrivo di un bimbo è una promessa di felicità, cui però si accompagna il timore di non essere all’altezza, di perdere l’intesa esclusiva, di rinunciare a qualcosa della propria libertà.
Vediamo cosa cambia nel rapporto di coppia con la nascita di un figlio.
L’arrivo di un bambino è un po’ uno spartiacque: segna il passaggio da un rapporto basato sull’esclusività a un nuovo equilibrio più complesso, a una relazione di tipo familiare.
Il bambino in arrivo si inserisce nella vita della coppia e questo provoca profondi cambiamenti, con un corredo di aspettative e paure. Aspirazioni, fantasie e timori che lui e lei cominciano a sperimentare già durante la gravidanza, ciascuno con i suoi tempi e modi.
La donna di solito, è la prima a rendersi conto di quanto sia grande cambiamento imminente nella sua vita. Lo percepisce fin dalle prime settimane di gravidanza, quando acquista consapevolezza della vita che cresce dentro di lei e immagina come sarà la sua quotidianità dopo il parto. È del tutto naturale che, insieme alla grande gioia dell’attesa, trovi anche un po’ d’ansia per l’impegno che la attende.
La stanchezza, la debolezza e le nausee, disturbi tipici dei primi mesi di gravidanza, possono contribuire a generare un senso di smarrimento nella donna che talvolta si chiede se ce la farà a occuparsi del suo bimbo, a essere una brava mamma e al tempo stesso non perdere la propria identità personale, sociale e professionale. Le paure femminili più comuni nell’attesa riguardano la salute del nascituro, il rischio di complicazioni e il parto. Sono le paure più concrete e immediate. Alcune donne poi, provano disagio per i cambiamenti del proprio corpo, poiché lo specchio restituisce loro un’immagine diversa da quella cui sono abituate e temono di non riuscire, dopo il parto, a recuperare la forma perduta.
Con l’approssimarsi del parto, la futura mamma dedica sempre più tempo a immaginare la sua vita futura insieme al bimbo e, inevitabilmente, si chiede anche cosa perderà nel cambiamento.
“Il suo percorso professionale subirà una battuta d’arresto? La sua immagine agli occhi del partner e degli altri, risulterà meno femminile e solo materna? Sarà costretta a sacrificare il tempo che prima dedicava ai suoi interessi e ai rapporti sociali? L’intimità della coppia ne risentirà?”
Sono domande assolutamente naturali per tutte le mamme e non bisogna sentirsi in colpa, inadeguate o ridicole a causa di questi dubbi.
Il futuro papà invece, di solito impiega un po’ più di tempo per rendersi conto dei cambiamenti in atto.
In astratto sa cosa va incontro, ma non ne avverte appieno il significato concreto e la responsabilità fino a quando non percepisce cambiamenti fisici evidenti della gravidanza nella partner. Il suo coinvolgimento, e quindi anche l’emergere di dubbi e preoccupazioni, progrediscono con l’avanzare dell’attesa .
Anche l’uomo, come la donna, si chiede se sarà capace di prendersi cura del suo bimbo e di essere un papà all’altezza della situazione. Anche lui è un po’ preoccupato al pensiero di perdere i suoi spazi personali, la libertà di dedicarsi ai suoi interessi e agli amici, al tempo libero o sarà preoccupato che la sua carriera possa risentire dell’arrivo del bambino.
Per quanto riguarda invece i cambiamenti fisici della sua compagna, posso garantirvi che, nella maggioranza dei casi, non è vero che costituiscono per lui cosi un problema o un turbamento. Al contrario, spesso l’uomo guarda con interesse e con rinnovata attrazione le curve più morbide e generose della propria donna.
Quel che il futuro papà teme semmai, è che lei sia meno disponibile all’intimità a causa della gravidanza e in prospettiva futura, di perdere il rapporto esclusivo che prima aveva con lei.
Infine, anche gli uomini temono l’esperienza del parto. Negli ultimi anni si è diffusa l’abitudine di far assistere i papà alla nascita dei loro bimbi, di farli partecipare al travaglio e al parto delle loro compagne. È emersa così, anche in loro una sorta di ansia da prestazione: temono, chi più chi meno, di non essere capaci di dare il tuo sostegno alla partoriente, di non sapere cosa fare e di risultare inutili e impotenti.
(Ecco perché in questo caso, secondo me, è davvero necessario un confronto preliminare sincero ed aperto sull’argomento).
Come potete vedere, le ansie dei neo genitori di fronte ad un primo figlio, anche se con tempi e modi diversi, sono simili tra uomo e donna.
Credo che sia davvero importante che una coppia abbia il coraggio di confrontarsi apertamente su ciò che sente, in ogni fase di questo percorso e affronti anche i dubbi sui cambiamenti che, la stessa coppia potrà avere subito dopo la nascita del bimbo.
Fortunatamente in coppie che stanno per avere un secondo bambino tutto è molto più facile perché hanno già affrontato e superato con successo, sia come coppia che come individui tutti i dubbi, le ansie e le perplessità che una gravidanza comporta. Sanno di avere in sé le risorse e le energie per essere bravi genitori, per prendersi cura del piccolo in arrivo e per integrarlo nell’equilibrio della famiglia. In questo caso rimangono solo alcuni timori che riguardano la salute del bimbo, il rischio di complicazioni, imprevisti e l’ansia legata agli impegni che inevitabilmente, la famiglia più allargata, comporterà.
Sempre, e in ogni caso, ribadisco che è importante comunicare per mantenere salda l’unione della coppia, sia durante la gravidanza che nella fase di assestamento dopo la nascita del bimbo. Ognuno di noi spesso, è convinto di sapere cosa passa nella testa dell’altro, specie nelle persone che conosciamo bene e, tendiamo a dare tutto per scontato, ma non sempre è cosi. Se lei e lui non parlano apertamente delle loro sensazioni e delle loro preoccupazioni, rischiano di rimanere intrappolati in paure e convinzioni infondate.
Se invece la coppia, imparerà ad appoggiarsi l’uno all’altro, a mantenere aperto il dialogo e a trovare un sostegno reciproco, l’arrivo del bambino non la metterà in crisi, ma anzi la arricchirà sia a livello personale che di relazione.
Per appuntamenti con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com