Quando i figli sono piccoli piccoli, spesso sono i genitori ad essere “ossessionati” dall’argomento cibo.
“Mio figlio mangia troppo poco”, “Il mio non mangia niente”, “Mio figlio è troppo magro”.
Ed io conosco bene l’argomento visto che con Marco mi sono sentita parte integrante della famiglia della “mamme lamentose”.
Ora, dando meno peso al tema cibo, le cose vanno decisamente meglio.
Ma negli ultimi anni sono cresciuti esponenzialmente i casi di bambini che manifestano disturbi del comportamento alimentare.
Un campanello d’allarme che a volte nasconde disagi ben più gravi. E’ come se i bambini rifiutando il cibo, o mangiando troppo, volessero attirare l’attenzione dei genitori. Per comunicare cosa?
Di questo oggi ci parla la nostra psicologa amica, la dottoressa Francesca Santerelli:
“Mi sono sempre imbattuta, nel corso della mia pratica clinica, nei disturbi del comportamento alimentare, lavorando molto spesso con adolescenti che riponevano nel controllo del cibo un’attenzione tanto ossessiva da rovinare anche il semplice svolgimento della loro vita quotidiana.
Ma negli ultimi periodi rimango sempre più umanamente e professionalmente turbata dalle mamme che si rivolgono a me per affidare le loro figlie ancor prima della preadolescenza….praticamente delle bambine!
Mi sono consultata con altre colleghe che lavorano anche in ambito pubblico e hanno confermato il mio sospetto e il mio sgomento: i disturbi del comportamento alimentare in età pediatrica sono sempre più in aumento e spesso non ricevono né l’adeguata attenzione né tanto meno il conseguente supporto e aiuto.
Molti ancora pensano che quando si parla di disturbi del comportamento alimentare (che sia in età adulta che pediatrica) ci si riferisca sempre e solo a quello che più comunemente viene raccontato in giro, cioè all’anoressia e alla bulimia.
Non si sa invece, che questi sono solo gli ultimi due estremi di un comportamento disfunzionale che racchiude in realtà molti altri casi.
Quando allora si parla di disturbo del comportamento alimentare?
Viene definito tale, una modalità comportamentale e di pensiero che è caratterizzata da un’eccessiva attenzione (direi ossessione) per tutto ciò che riguarda il peso, il cibo e le forme corporee.
Questa ossessione ostacola fortemente non solo il proprio modo di alimentarsi, ma fa mettere in atto tutta una serie di comportamenti problematici che alimentano il problema. Ad esempio: fare di tutto per bruciare le calorie assunte, evitare determinati cibi classificati come “ingrassanti”, evitare situazioni sociali in cui si deve mangiare pubblicamente ciò che viene preparato da altri e su cui non si può avere controllo, evitare di guardarsi allo specchio o vestirsi in un certo modo, denigrare il proprio corpo….
Una cosa che poi si aggiunge spesso a queste dinamiche, è che tali disturbi vanno a inficiare sia sull’umore che sulla qualità del sonno e molto spesso portano ripercussioni anche sul rendimento scolastico e sportivo.
Forse vi sembrerà strano che tutti questi comportamenti che vi ho descritto (che potrebbero far pensare essere più presenti nel mondo adulto) oggigiorno in realtà appartengono molto più di quanto crediate al mondo dei nostri bambini! E come vi dicevo prima, il numero è in forte aumento!
Mi portano in studio bambine tra i sette e i dieci anni che improvvisamente decidono di non mangiare più o di mettersi a dieta, cosi come al contrario, bambini che sfiorano già l’obesità poiché stuzzicano tutto il giorno merendine e cose simili.
Bambini che a modo loro stanno manifestando una sofferenza che neanche solo sanno di avere ne tanto meno sanno comunicare, ma che ci chiedono di essere “visti”, ascoltati, rassicurati e aiutati.
Molto spesso alle spalle hanno famiglie con conflitti interni, genitori stra impegnati e poco presenti, mamme sofferenti a loro volta per problematiche personali mai risolte o, come spesso accade, donne che a loro volta hanno un vissuto problematico con il cibo e con le loro forme corporee. Genitori con una modalità di pensiero “controllante” e spesso poco flessibile.
Spesso sono genitori perfezionisti, con alte aspettative nei confronti dei figli o semplicemente uomini e donne a volta loro insicuri, che ripongono i propri valori e ideali nell’apparenza, nella forma, nell’estetica e nell’esibizionismo del corpo.
Senza volerlo a volte, anche solo nel fare dei commenti continui su immagini femminili che si vedono in televisione o sui cartelli pubblicitari può far sì che un bambino recepisca un messaggio sbagliato o lo interpreti in modo eccessivo.
Detto questo però, dobbiamo fare una precisazione importante onde evitare di andare nel panico senza motivo! Tutti i bambini passano momenti e fasi della loro crescita in cui mangiano meno o al contrario, di più. Tutti i figli preadolescenti cominciano a prestare attenzione ai vestiti da indossare e a qualche kilo di troppo.
Ma questo da solo non basta come segnale di allarme per preoccuparsi o temere di avere di fronte un disturbo del comportamento alimentare!
I criteri descritti sopra sono una condizione necessaria per completare il quadro.
Una volta avuto il sospetto che possiamo invece avere a che fare con una problematica simile, quello che consiglio sempre è di rivolgersi a un centro pubblico o privato che si occupi specificatamente di disturbi del comportamento alimentare in età pediatrica, composto per questo da un’equipe preparata sull’argomento e formata non solo dallo psicoterapeuta infantile, ma anche e necessariamente da un medico e/o un dietista o nutrizionista.
Solo cosi si può affrontare realmente il problema a 360 gradi.
E non dimenticate mai, di dare “un’occhiata” più attenta prima a voi stessi!!!
Se avete dubbi a riguardo, chiedetemi pure!
Francesca Santarelli”
Per appuntamenti con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com