Litigi e conflitti tra bambini: che fare?

bimbi_aggressivi500Ogni tanto mi capita di “invidiare”, nel senso buono del termine, chi ha solo figlie femmine. Nel mio immaginario (che forse non corrisponde proprio alla realtà) le bambine sono più docili, buone e più brave dei rispettivi bambini maschi.
Le sorelle difficilmente bisticciano. E comunque anche quando lo fanno usano modi più garbati, quasi principeschi.
Esagero? Forse!
Non esagero invece quando dico che i fratelli maschi (o almeno i miei figli) sono più fisici. Risolvono qualsiasi controversia usando la forza.

“E’ mio”
“No, è mio”
“Non è vero, l’ho preso prima io”
“Ahia, mi ha dato uno schiaffo”
“Perchè tu non me lo hai dato? Ti ho detto che è mio”….
Ancora tre secondi e… “Mamma, Luca mi ha tirato un calcio”
“Non è vero, è stato lui prima che mi ha dato uno schiaffo”…

E via ancora con le mani che volano.

Quando la situazione sta per degenerare intervengo: “Basta! Non voglio vedere le mani alzate! Smettetela di azzuffarvi.. Ora stop!”

“Brutta mamma”, dice prima uno e poi l’altro!

“E basta pure con questo ‘brutta mamma’!, possibile che non riuscite a giocare senza litigare? Che cosa è successo?”

Luca mi dice la sua versione (ed è quasi sempre colpa di Marco).
Marco ribatte con le sue tesi, che invece scaricano le colpe sul fratello.

Si acquietano e dopo 5 minuti sono di nuovo insieme a giocare.
Dopo altri cinque, però, sono di nuovo lì che si azzuffano…

Scene di ordinaria follia che a casa mia si ripetono costantemente, quotidianamente, infinitamente…

Ma quando due bambini litigano, fratelli o amici che siano, è meglio intervenire o lasciare che se la sbrighino da soli?

A questa difficile domanda risponde la nostra Psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli:

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Dott.ssa Francesca Santarelli

“E’ esperienza comune di mamme e papà, zii, nonni e maestri, essere testimoni di conflitti tra i bambini a volte anche molto accesi. E gli adulti che cosa sono soliti fare in questi casi?

Nella maggior parte dei casi gli adulti si sentono in dovere di intervenire “per fare giustizia”: se non sanno cosa è accaduto si precipitano ad indagare cosa sia successo e chi siano i responsabili per poi sgridare o/e punire chi ha commesso il fatto scorretto e prendere le difese della presunta vittima di turno.
Questo accade soprattutto nei casi in cui la disparità tra i fratelli è maggiore oppure si è in presenza di bambini che tendono ad utilizzare l’aggressività come principale metodo relazionale.
C’è chi, invece, preferisce sgridare o/e punire tutti gli attori del litigio seguendo un pò il detto: “un pò per uno non fa male a nessuno!”.

In realtà questi tipi di approccio sono poco efficaci perché non fanno altro che alimentare i litigi tra fratelli.

Ad un occhio attento è possibile accorgersi che i bambini solitamente litigano soprattutto se in presenza di un genitore o di una figura di riferimento importante. Litigare sembra, infatti, un perfetto terreno di contesa delle attenzioni adulte, un modo per verificare se la mamma o il papà o la maestra è dalla parte di uno o dell’altro. Inoltre, un continuo intervento adulto non aiuta i bambini stessi a diventare capaci di gestire autonomamente le quotidiane divergenze.

E’ preferibile, quindi, vigilare affinché i bambini non si facciano male ma non farsi coinvolgere nel loro stesso litigio. E’ importante sapere che il ricorso alla violenza è più probabile quando i bambini non sono abituati a litigare in modo corretto, piuttosto che quando sono “allenati” a bisticciare.
Finché c’é conflitto c’é scambio e quindi relazione. Se non c’é conflitto, non c’è scambio e quindi relazione.

E la violenza che cos’è se non eliminazione della relazione?

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com