La scuola, per i bambini e i ragazzi, non è solo un luogo dove imparano nozioni, ma anche un luogo dove crescono, si misurano con il mondo circostante, costruiscono la propria identità ed autostima.
Il basso rendimento, la svogliatezza, la distrazione, fino a qualche anno fa, venivano considerati come pigrizia, scarso impegno e l’alunno era costantemente sgridato e punito.
Le ultime acquisizione scientifiche, invece, hanno dimostrato come molte volte si tratti di veri e propri Disturbi di Apprendimento.
Di cosa si stratta? E come facciamo a capire che siamo di fronte ad un caso di pigrizia o di disturbo di apprendimento?
Ci aiuta, come sempre, la nostra Psicologa amica, la dottoressa Francesca Santarelli:
“Nei casi di Disturbi di Apprendimento, la diagnosi assume un ruolo decisivo per sbloccare le potenzialità e le capacità di questi bambini, per intervenire in modo efficace, rafforzare l’autostima ed ostacolare le problematiche emotive connesse a queste situazioni.
Con il termine disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) ci si riferisce ad un gruppo di disturbi consistenti in significative difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di abilità di lettura, scrittura e matematica. Ogni disturbo specifico può presentarsi in isolamento (raramente) o in associazione (più tipicamente) ad altri disturbi specifici ed è un problema di natura neurobiologica.
Il bambino con DSA nella scuola primaria si trova precocemente ad affrontare una situazione di forte disagio: mentre i compagni di classe imparano rapidamente e con facilità a leggere e a scrivere, continua ad avere difficoltà insormontabili, continua a rifare gli stessi errori banali, è lento. Se il problema non viene riconosciuto, il disagio si trascinerà fino alla Scuola Secondaria e per tutto il percorso scolastico. Queste difficoltà per lui stesso e per gli adulti non trovano ragione, dato che di solito appare come un bambino normale che nel gioco e in altre attività mostra intelligenza e partecipazione. Quasi inevitabilmente l’insuccesso nell’apprendimento di alcune attività elementari porta a vissuti di sfiducia, al calo dell’autostima, alla convinzione di essere poco intelligenti oppure di essere incapaci, o pigri e svogliati. Da un lato il bambino può presentare un comportamento chiuso in sé stesso, evita il confronto, cerca di nascondersi (per es. vuole stare nell’ultimo banco), parla poco; dall’altro lato può presentare sentimenti di rabbia che portano a comportamenti disturbanti, talora opposizione e aggressività, diventando un problema nella classe. Ricordiamo inoltre che spesso i ragazzi con DSA sono vittime di fenomeni di bullismo, mentre più raramente possono essi stessi assumere comportamenti da bullo come rivalsa per le frustrazioni subite. Bisogna evitare che queste reazioni alimentino un circolo vizioso in cui le conseguenze psicologiche del disturbo aggravano la posizione del ragazzo nella classe, determinando sempre maggiore emarginazione.
Quello che dovete ricordare è che i DSA non assolutamente una malattia o un blocco psicologico, ne tanto meno un segnale di poca intelligenza, di un deficit sensoriale ne tantomeno costituiscono un errore educativo da parte di genitori e insegnanti.
Le difficoltà di apprendimento e i disturbi correlati si manifestano differentemente a seconda dell’età e del grado di scolarizzazione del piccolo. Oltre agli errori tipici, alla lentezza e difficoltà nella lettura, nella scrittura, nel calcolo, ecco quali sono alcuni segnali da non sottovalutare se vostro figlio viene descritto dagli insegnanti così:
-è troppo frettoloso o lento;
-è intelligente ma svogliato, è distratto, non si impegna
abbastanza;
-dimentica di portare a scuola il materiale necessario;
-si rifiuta di leggere o di scrivere;
-mentre legge o scrive si muove continuamente sulla sedia, si avvicina/allontana dal libro;
-chiede spesso di andare in bagno o di uscire;
-dice spesso di essere stanco;
-è incostante ed ha risultati scolastici altalenanti;
-evita di copiare dalla lavagna o non fa in tempo a finire;
-ha bisogno di continui incoraggiamenti.
Se anche voi genitori vi rendete conto che è intelligente, creativo, ma i risultati scolastici sono scadenti o altalenanti (cioè alcuni giorni va meglio di altri), c’è una discrepanza tra la sua intelligenza e l’apprendimento di lettura, scrittura, calcolo o si stanca facilmente nei compiti scolastici, è disorganizzato nelle sue attività, si sente in ansia, si distrae facilmente, si muove continuamente, si arrende di fronte ad un compito e ha scarsa autostima nelle sue prestazioni scolastiche, possono essere informazioni utili da unire a quelle descritte sopra per farvi un quadro piu chiaro della situazione di vostro figlio.
A questo punto la prima cosa da fare è parlarne con gli insegnati e informarvi se nella vostra città esiste un terapeuta o un centro psicodiagnostico e psicologico in grado di somministare dei test per fare una diagnosi corretta e successivamente in grado di impostare un piano di aiuto e di intervento in collaborazione con la stessa.”
Per appuntamenti con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com