Un altro bimbo dimenticato in auto. Stavolta a Piacenza. Un altro piccolo angelo in cielo.
Sto male all’idea. Sto male al sol pensiero.
Luca Albanese è un’altra vittima del nostro tran tran quotidiano.
Due anni. La gioia infinita di mamma e papà.
E non posso neppure immaginare il loro immenso dolore e i sensi di colpa che attanaglieranno quel padre per tutta la vita.
“Ma come ci si può dimenticare di un figlio?”, ha commentato la mia collega quando ha letto la notizia.
Le ho detto: “Non hai ancora figli, non giudicarli, sono cose che potrebbero capitare a chiunque, anche ai genitori più attenti, accorti e amorevoli. Gli impegni, la stanchezza, il lavoro, il tran tran quotidiano a volte prendono il sopravvento. Si fanno le cose per abitudine, la stessa strada, gli stessi gesti, a volte anche senza accorgersene.
E così basta una telefonata, o un’altra distrazione, e il disastro è compiuto. Si salta un passaggio e si continua il resto dell’iter. A quell’età poi i bambini spesso si addormentano in auto, quindi non ti accorgi neppure se chiudi l’auto e loro sono lì”.
Mi si stringe il cuore. Non posso che pensare a quel piccolo e sperare che non abbia sofferto negli ultimi attimi della sua breve vita. E penso a quei genitori, a quante lacrime verseranno.
Spero che il tempo possa lenire il loro infinito dolore.