Il tema che ci propone oggi la nostra Psicologa Amica è un tema sul quale abbiamo dibattuto tante volte: “E’ giusto stimolare tanto i bambini, tanto da spingerli ad apprendere precocemente tutto?”
E’ giusto, per esempio, insegnare loro a leggere e a scrivere prima del tempo, oppure a contare a due anni, oppure a fargli seguire corsi di lingue a 5 anni?
Ecco cosa ci risponde la dottoressa Francesca Santarelli:
“Care mamme, vorrei ricollegarmi a una tematica ultimamente molto discussa: l’apprendimento precoce dei bambini. Molte mamme, infatti, mi chiedono: “Dottoressa, cosa ne pensa di far cominciare a leggere e a scrivere mio figlio già a tre anni”?
La risposta è sempre la stessa: l’apprendimento precoce non è mai positivo nel caso in cui venga strutturato secondo schemi, tempi e metodi stabiliti dagli adulti.
Si può assecondare invece, il desiderio del piccolo di conoscere e imparare, ma sempre in modo giocoso.
C’è una grande differenza infatti, tra imporre al bambino un apprendimento precoce, cioè pretendere che già alla scuola materna impari a leggere e scrivere, e stimolare la sua naturale curiosità e il suo desiderio di comunicare. La differenza sostanziale sta nell’approccio.
Ad esempio, l’esortazione del genitore che dice al bambino: “Vieni che ti insegno qualche cosa che devi imparare” è dannosa perché stimola i processi intellettuali del piccolo in modo innaturale e prima del tempo, limita la sua creatività e costringe il pensiero infantile in un gabbia di nozioni prefabbricate.
L’apprendimento, al contrario, non deve mai essere forzato: bisogna assecondare in modo libero e giocoso, il desiderio di conoscere del bambino. Diverso è infatti l’approccio del genitore che coinvolge il bimbo nel gioco alla scoperta del mondo e del funzionamento del linguaggio, anche attraverso l’esplorazione del legame tra cose e parole.
Come a casa, anche all’asilo il bambino partecipa alle varie attività senza che si valutino in alcun modo le sue prestazioni. La scuola materna può prevedere momenti di apprendimento in cui, ad esempio, le maestre mostrino al piccolo carte illustrate che a un disegno associano la parola corrispondente. Anche in questo caso deve trattarsi sempre di momenti proposti sotto forma di gioco, che aiutino il bambino, attraverso lo sguardo a fissare l’immagine della lettera o della parola nella memoria.
Questo può essere un suggerimento di attività ludiche che potete fare anche a casa con i vostri piccoli al posto di metterli davanti la televisione e giochi elettronici e automatici.
Quando parlo di apprendimento spontaneo infatti, mi riferisco proprio a questi concetti.
Vocali, consonanti e numeri, di per sé, dicono ben poco al bambino se restano qualcosa di estraneo alla sua quotidianità.
Oltre ai giochi istruttivi, possiamo ricorrere ad esempio ai biscotti a forma di lettere o numero con cui fare colazione alla mattina. Per strada inoltre, possiamo leggere insieme al bimbo le insegne dei negozi oppure indicargli il numero dell’autobus su cui stiamo salendo.
Si tratta di piccoli stimoli che, una volta sui banchi di scuola, aiuteranno il bambino nell’apprendimento del pensiero astratto.
Credo che se insegniamo al nostro piccolo ad apprendere divertendosi… l’avventura scolastica sarà sicuramente più divertente e affascinante da scoprire!”
Vi ricordo che per appuntamenti o info con la dottoressa Francesca Santarelli, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com.