Vi è mai capitato di litigare con il vostro partner, compagno o marito in presenza dei vostri figli?
Probabilmente sì.
Non sempre si riesce a trattenere la rabbia.
E quando monta il nervosismo, mantenere la “calma apparente” diventa una pura utopia. Anche senza volerlo o forse senza immaginare le conseguenze, dalla bocca partono per direttissima, spesso senza un collegamento con il cervello, parole e urla. E il bambino che è lì presente? Cosa percepisce? Cosa sente?
Se questa spiacevole esperienza accade “una tantum” il danno è limitato. Ma quando le liti coniugali diventano la quotidianità in una famiglia, i danni sui piccoli possono diventare permanenti.
Le liti coniugali, infatti, non solo costituiscono un grave disagio per i bambini, ma causano problemi di salute e benessere durevoli dall’infanzia in poi.
Un impatto dannoso che, secondo un nuovo studio dell’Università di Notre Dame e dell’ateneo di Rochester, si prolunga e aumenta i suoi effetti durante l’adolescenza. In pratica, i bimbi che hanno subito le difficoltà tra i genitori durante i primi anni di vita hanno maggiori possibilità di sviluppare patologie psicologiche e disagi emotivi nell’età adolescenziale.
La ricerca è stata pubblicata su ‘Child Development’. “I nostri risultati segnalano la possibilità concreta di effetti negativi persistenti sulla crescita dei bambini quando hanno vissuto esperienze di conflitto tra i genitori”, ha spiegato Mark Cummings, autore dell’indagine e psicologo a Notre Dame. “Abbiamo seguito 235 persone tra genitori e figli per sette anni per scoprire che la sicurezza emotiva dei bambini appare correlata al senso di protezione, sicurezza e serenità che percepiscono in famiglia. Una percezione – ha concluso lo scienziato – che condizionerà a distanza di molti anni gli atteggiamenti sociali ed emotivi dei ragazzi una volta cresciuti”.
E’ dura da ammettere. Ma a pagare i nostri errori sono sempre i figli. Piccoli esseri indifesi.