Per i bambini vale l’equazione “estate=mesi di vacanza”.
Vacanza=niente scuola. Niente scuola=niente impegni. E quindi?
Rivoluzione della giornata-tipo. Le stesse giornate che, scandite nello stesso modo, davano ai piccoli una certa sicurezza, continuità.
L’estate, perciò, significa anche destabilizzazione.
I bambini come vivono questo cambiamento della loro routine? Cosa avvertono, cosa sentono, cosa vogliono?
Lo abbiamo chiesto alla nostra Psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli.
Ecco cosa ci ha risposto e cosa ci consiglia:
“Ci siamo, dopo un lungo anno di scuola, di giornate impegnate e scandite da impegni ben precisi e costanti, di ruotine ormai ben consolidate e funzionali per tutta la famiglia, arriva lei: l’estate!
E, per molti, questa stagione si accompagna a una vera e propria rivoluzione sia dal punto di vista psicologico che organizzativo!
Tutto è da ri-programmare e ri-pensare, i programmi estivi devono far conciliare le esigenze di adulti e bambini, i quali d’improvviso, si ritrovano destabilizzati da un vero cambiamento nelle loro giornate e necessitano di un nuovo programma giornaliero tutto da pianificare.
Il pensiero di molti genitori è rivolto a come far trascorrere loro, in modo meno “sofferente” possibile, i mesi che precedono le tanto attese ferie, con un’attenzione particolare al caldo (soprattutto per chi vive nelle grandi città), a chi lasciarli, cosa fargli fare durante le giornate, ecc…
Ma i bambini? Come vivono questo cambiamento della loro routine? Cosa avvertono, cosa sentono, cosa vogliono?
Naturalmente dipende molto dall’età e cercherò per questo di essere molto generica per soddisfare le esigenze di tutte voi, ma un fattore comune per ogni fascia di età è la destabilizzazione.
Mi spiego: per quanto sia vero che la maggior parte di bambini e ragazzi siano felicissimi della fine della scuola e degli impegni in generale, è anche vero che la scansione delle giornate sulla base di programmi fissi, ben stabiliti e costanti, fornisce loro una certa stabilità e rassicurazione emotiva e cognitiva che funge in qualche modo da punto di riferimento.
Se ci pensiamo, anche per noi adulti le abitudini, per quanto a volte stancanti, ci danno un senso di continuità e sicurezza, dei punti di riferimento che ci fanno sentire in qualche modo “integri” e presenti nella vita di ogni giorno.
Tanto è vero che ci sono persone che, quando ci sono le vacanze o la domenica stessa, dopo un’iniziale sensazione di gioia di potersi riposare, vanno in crisi perche vivono un cambiamento nella loro quotidianità, che prevede un riorganizzare in toto la giornata e li getta nell’angoscia di “non sapere cosa fare”!
Questo accade anche per i bambini, che hanno davanti a loro tre mesi tutti da vivere al di fuori dei soliti impegni e tram tram quotidiano!
Indipendentemente dalla decisione pratica da prendere, dunque, la gestione di questo periodo dell’anno merita di essere considerata anche da un altro punto di vista, non solo concreto, ma anche psicologico.
Perché l’obiettivo da raggiungere è duplice: far sì che i propri figli vivano un’estate serena ed evitare di farsi prendere da eccessivi sensi di colpa al pensiero di doverli “abbandonare” a vacanze solitarie.
Come aiutarli dunque a vivere al meglio questa stagione estiva? Come organizzare in modo costruttivo questa lunga pausa estiva in attesa delle vacanze?
Prima regola: non trasmettiamo loro la nostra angoscia e ansia rispetto al tempo “vuoto” che deve essere riempito a tutti i costi! Più ci facciamo vedere preoccupati su: “E ora cosa gli faccio fare tutto il giorno?”, più loro percepiranno questo stato d’ansia e la interpreteranno come un evento negativo da affrontare e non come una nuova possibilità di fare magari esperienze diverse e l’entusiasmo di programmare qualcosa di nuovo e stimolante.
Cerchiamo di cogliere le esigenze di nostro figlio e capire come possiamo conciliare le nostre con le sue, ad esempio: ci sono dei nonni, parenti o amici disponibili a darci una mano con cui il nostro bimbo sta volentieri? Nella nostra città organizzano campus estivi o giornate all’oratorio campi sportivi in cui sappiamo di poter trovare anche qualche suo amichetto? Abbiamo la possibilità di mandarlo in vacanza con i nonni mentre noi lavoriamo?
Aiutiamolo a ricostruirsi una nuova stabilità giornaliera che non lo faccia sentire troppo “perso” e destabilizzato, continuando a fornirgli più possibile una certa continuità e serenità in quello che farà durante la giornate e le settimane a venire. Questo può essere fatto anche non stravolgendo del tutto le regole che di solito gli date a casa durante l’anno!
Qualche consiglio, suggerimento pratico, e spunto di riflessione:
1) Se “dovere” è la parola chiave del tempo scolastico, quella del tempo estivo dovrebbe essere “piacere”. Non solo per i bambini, ma anche per i genitori insieme a loro. L’idea che dovremmo fare nostra è che tutto ciò che proponiamo ai nostri figli non lo facciamo solo perché “dobbiamo”, costretti dagli impegni lavorativi, ma anche, e soprattutto, perché vogliamo. Perché desideriamo offrire loro esperienze interessanti e stimolanti, ci fa piacere che possano viverle e vogliamo condividerle con loro. Meno un bambino si sente considerato solo come un “pacco” da smistare fra nonni e campi estivi e più, per contro, si vede al centro di un progetto educativo, e non solo di una serie di attività da svolgere per arrivare a sera, più per lui il tempo delle vacanze sarà davvero un “tempo bello”. Anche se mamma e papà non potranno essergli sempre accanto
2) L’estate offre tanti spunti per sentirsi comunque in vacanza, anche se si è ancora in città. Basta saper fare la differenza, rendere “speciale” anche la routine quotidiana. E diventare più “accessibili” per i propri figli. La sera, per esempio, perché non cercare di tornare un po’ prima dall’ufficio? E poi fare un giro in bicicletta con i bambini, allungare i tempi di preparazione della cena, magari preparando una pizza tutti insieme, uscire a prendere un gelato o andare a vedere un film in un’arena all’aperto. Nel week end si possono organizzare una gita al lago o un picnic in campagna.
Tante cose che, normalmente, durante i mesi invernali, quando i ritmi sono più intensi per tutti, non si possono fare; ma che, per contro, è bello concedersi in estate. Piccoli gesti che, da soli, fanno già sperimentare il vero senso della vacanza, ovvero il piacere della libertà. E che contribuiscono a rendere meravigliose le estati dei nostri bambini e a lasciare in loro ricordi unici e indimenticabili.
3) Alla fine dell’anno scolastico, anche i bambini sono stanchi. Hanno bisogno di recuperare. Compatibilmente con i propri impegni lavorativi, bisognerebbe tenerne conto. E, se possibile, magari evitare di cominciare proprio subito a riorganizzare le loro giornate. Servirebbe loro almeno una settimana di “decantazione” prima di riprendere con impegni più pressanti. Anche a loro – proprio come a noi adulti – piace molto svegliarsi più tardi del solito, fare colazione senza correre, godersi la propria cameretta, i propri giochi. Anche i bambini, insomma, hanno bisogno di un po’ di “sano” ozio.
4) Sempre approfittando dei tempi più dilatati (e di ansie sicuramente minori di quelle che, in genere, accompagnano le serate durante l’anno scolastico), la sera, prima di addormentarsi, è bello potersi ritagliare un momento di chiacchiere con i propri figli. Per ascoltarli mentre parlano di ciò che hanno vissuto durante la giornata, per farsi parte delle loro nuove esperienze, ma anche per discutere delle vacanze che si faranno tutti insieme, per iniziare a immaginare la meraviglia di ciò che accadrà. Ai bambini piace molto sentire il racconto di ciò che verrà, riuscire a sognarlo a occhi aperti. I racconti creano il percorso del desiderio verso momenti speciali. E l’attesa, così, si fa ancora più magica e intensa.
A questo punto non mi resta altro che augurarvi… Buona estate!”
Per appuntamenti o info con la dottoressa Francesca Santarelli, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com.