Una bambina… spaziale!

A chi non piacerebbe dare il proprio nome ad un satellite?
Una bambina italiana di dieci anni c’è riuscita.

Antonianna Semeraro, di Martina Franca, in provincia di Taranto, ha vinto il concorso promosso dalla Commissione europea “un disegno spaziale”. E così darà il proprio nome ad uno dei 27 satelliti della costellazione del sistema di navigazione satellitare Galileo.

Non oso immaginare la sua gioia.

Antonianna è stata premiata dal vice presidente della Commissione europea, con delega all’Industria, Antonio Tajani, con un certificato e un modellino del satellite che porterà il suo nome in una cerimonia a Roma, presso la sede della rappresentanza della Commissione europea in Italia.

Non ho visto il disegno, ma arrivare sul podio non deve essere stata una impresa semplice visto che al concorso hanno partecipato oltre 16mila bambini europei e più di 1500 piccoli italiani.

L’idea mi è sembrata stupenda.

I primi due satelliti lanciati da Kourou, nella Guyana francese, il 21 ottobre scorso, hanno i nomi di Thijs e Natalia, due bambini provenienti rispettivamente da Belgio e Bulgaria proclamati vincitori nazionali nel giugno scorso.
Ed ora è toccato all’italiana Antonianna.

Effettivamente lo spazio affascina tanto i bambini.
Io l’ho sperimentato con Marco.

Una mia amica, due anni fa gli ha regalato il libro dello “Spazio”, con immagini in rilievo, pianeti gommosi, con la rappresentazione della notte, del giorno.
Il Sole fatto di brillantini.
Proprio bello!

All’inizio Marco non l’ha considerato molto. Forse era ancora troppo piccolo. Ora però, che è più grandicello, ne va matto. E’ il suo preferito.

Fa anche un sacco di domande in merito. E non si accontenta delle spiegazioni superficiali.
Sigh! Mi sa che mi toccherà riprendere i libri di scuola e studiare un’altra volta, perchè tante cose non me le ricordo più 🙁

Qualche giorno fa sono andata a scuola a prenderlo. Sono entrata quatta quatta in silenzio per vedere cosa stesse facendo, osservarlo, curiosare.

Stava disegnando.

Ma non case, auto e persone. Ma proprio il sistema solare!

Mi vede, mi corre incontro e mi dice: indovina cosa è questo?

Gli rispondo sorridendo: “Una palla con tanti cerchi e tante piccole palline sui cerchi”.

Mi guarda con aria da saputello e mi dice: “Ma mamma è il sistema solare. E sai come si chiama questo?”

E mi indica una palla rossa.

E io: “Beh, pianeta”

E lui: “Si, ma quale?”

E io: “La Terra?”

E lui: “Mamma è sbagliato. E’ Marte, il pianeta rosso”.

Urka, ma quante ne sa!

L’ho ammetto, non è merito mio, ma di suo padre.

Una sera che eravamo in montagna gli ha detto: “Vedi quella stella che brilla più delle altre? E’ Venere”.

E vedi quelle stelle che formano un carro? Quello è il Grande Carro.

Poi gli ha mostrato il “Piccolo Carro” (Orsa Minore), la “Stella Polare”. Gli ha spiegato il Nord, il Sud.

C’era un cielo stellato meraviglioso. E le stelle sembravano così vicine…

Non so quanto il bambino abbia recepito di tutta quella spiegazione.

So solo che tante cose gli sono rimaste impresse.

Tanto che adesso quando vede una stella mi chiede: “Mamma quella è Venere”.

Peccato che qui, il cielo stellato si veda solo di rado!