Solo un anno fa, a gennaio 2011, il Wall Street Journal fece clamore e scalpore pubblicando l’articolo “Perché le madri cinesi sono superiori” di Amy Chua, una prof. di Legge dell’Università di Yale che ha educato con disciplina, rigore e inflessibilità le sue due figlie. A distanza di poco più di un anno, sempre sullo stesso illustre quotidiano, arriva la rivincita delle mamme-chiocce, ossia le mamme italiane, elette questa volta le migliori del mondo.
Ma cosa è cambiato in poco più di 365 giorni, a parte la firma dell’articolo, ovviamente, che questa volta è al maschile ed è di Joe Queenan?
Questo giornalista ha passato in rassegna tutti i testi, saggi, libri sul tema maternità ed etnie usciti o in pubblicazione nei vari Paesi.
Dall'”Inno di battaglia delle madri tigre” della cinese Amy Chua, del quale abbiamo parlato ampiamente in passato, a “Bringing Up Bebe” di Pamela Druckerman nel quale si racconta delle mamme francesi, mamme che non buttano mai il cibo, che al parco-giochi lasciano giocare da soli i figli senza interagire con loro, che non li ossessionano con le loro ansie e paure.
Passando per le mamme boliviane, gallesi, Fijiane a mongole. Tutte speciali per qualche ragione. Le boliviane perché da sempre sono devote ai loro pargoli. Quelle gallesi perché “tengono la bocca chiusa e non continuano a ricordare ai propri figli quanto sono speciali”. Quelle fijiane perché lasciano giocare i loro bimbi all’aperto e quelle mongole perché si possono occupare al 100% della prole poiché non devono aspettare e dedicare tempo ai mariti, visto che questi sono sempre in giro.
Passate in rassegna tutte le mamme, ed elogiate per i vari pregi, alla fine Joe Queenan elegge la mamma italo-americana la migliore del mondo. Perché?
Perché in base alla sua esperienza personale sono calde e affettuose e cucinano bene!
Lui da piccolo andava a casa del suo amichetto Richi Giardinelli e lì trovava pietanze squisite come ziti, polpette e cannelloni. Ma non solo. La signore Giardinelli, così come tutte le mamme italiane, amava i suoi figli, li seguiva, li controllava e li difendeva. E per questo i suoi figli sono cresciuti bene diventando i pilastri della comunità!
Le mamme italiane, insomma si sono aggiudicate la palma d’oro per queste quattro qualità: attenzione, generosità, passione e cannelloni!
Ovviamente Joe Queenan ha scritto questo articolo con toni abbastanza scherzosi. E la sua tesi finale è che non ha molto senso giudicare le mamme in base alla loro etnia.
Ma se proprio proprio si deve fare un nome… allora “Viva la mamma italiana!”.
Io invece direi: “Viva la mamma” e basta 🙂
E grazie a Rossella 31 che mi ha segnalato questa notizia 😉