Il sushi aumenta la fertilità maschile!

Cari uomini, vi piace il cibo giapponese? Beh! Se avete problemi di fertilità, fatevelo piacere perché il pesce crudo è un ottimo alleato dei futuri papà. Mangiare sushi, infatti, migliora la qualità degli spermatozoi, lo dimostra uno studio dell’università dell’Illinois.
Invece se il bimbo è già in arrivo, fate mangiare tanto pesce alla vostra compagna, ossia alla futura mamma. Perchè? Nascerà sicuramente un bebè più intelligente!

Ma partiamo dalla prima notizia: il pesce crudo migliora la fertilità maschile. Perchè?

La ‘testa’ degli spermatozoi è ricoperta di una membrana ricca di enzimi, fondamentali per la fecondazione. Nella formazione di questa membrana e dell’intera struttura è fndamentale il ruolo degli acidi omega 3 docosaesaenoici (DHA), presenti in pesci come salmone e tonno.

Senza DHA la struttura vitale dello spermatozoo non funziona.
La scoperta è nata proprio dall’osservazione che i topi privi di questa sostanza erano sterili, mentre aggiungendola al cibo ritrovavano la loro fertilità.
Già uno studio, realizzato ad Harvard lo scorso anno, aveva dimostrato che una cattiva alimentazione incide sulla fertilità maschile e che gli uomini con una dieta più ricca di cibo industriale e alimenti grassi hanno meno possibilità di avere figli rispetto a chi consuma molti cereali integrali, legumi e pesce.

L’acido DHA, inoltre, è presente nel cervello, nella retina e nei testicoli. E secondo gli autori dello studio, tra i quali Timothy Abbott, la sua utilità dovrà essere approfondita anche nelle situazioni in cui è necessario migliorare le funzioni cognitive e visive.

Rimanendo sempre in mare, passiamo alla seconda notizia: i neonati sono più intelligenti se le future mamme seguono una dieta ricca di pesce!

Questa volta a dimostrarlo è stato uno studio tedesco pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition che ha coinvolto duemila donne.

I ricercatoti hanno osservato che i bambini nati da madri grandi consumatrici di pesce ottenevano risultati migliori ai test di intelligenza verbale, nelle abilità motorie sottili e nel comportamento prosociale.

Questi risultati dipendono ancora una volta dalla quantità dell’acido grasso omega-3, decosaesaenoico (DHA), che come vi ho già anticipato è un componente strutturale chiave delle cellule e in particolare delle membrane cellulari del cervello.
Quest’acido, contenuto nel pesce, è trasmesso dal sangue materno a quello del neonato.

I risultati del gruppo di ricerca dell’Helmholtz Zentrum Muenchen, il centro di ricerca tedesco di salute ambientale confermano anche i dati emersi da uno studio precedente nel quale i ricercatori avevano scoperto che il consumo di pesce durante la gravidanza è associato al quoziente di intelligenza verbale all’età di 8 anni.

Quindi… viva la pescheria! 🙂