A nove mesi già sfilano truccati e agghindati come mini adulti.
A tre anni calcano le passerelle con moine da vip, mentre i genitori scalpitanti urlano: “Girati, toccati i capelli, fai un sorrisino, inchinati, voltati…”
E a mezzanotte sono ancora lì, mezzi addormentati su mamma e papà, ma desiderosi di indossare la fascia di miss e mister qualcosa, non importa cosa.
I genitori mettono la mano sul fuoco: “E’ solo un gioco, sono stati loro, i bambini, a decidere di partecipare”.
Come se un bambino a pochi anni di vita sapesse già cos’è un concorso.
Per loro, per i bimbi, i grandi hanno tanti sogni nel cassetto. Un futuro glorioso fatto di luci, riflettori e … soldi.
“Non è importante vincere, ma partecipare”, continuano a ripetere mamme, nonne, papà e zii alle telecamere.
Ma tra i piccoli è già forte l’istinto della competizione.
E sgorgano grandi i lacrimoni quando non arrivano ad indossare l’agognata fascia.
Non sono bimbi-oggetto, no.
Non sono piccoli che cercano di realizzare i sogni dei genitori, no.
Sono i genitori che li accontentano e li accompagnano ai concorsi. Perché sono sempre loro… i bambini a desiderare tutto ciò! Non ci credete?
Guardatevi il video, fantastico, girato da Enrico Lucci per le Iene: www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/380191/lucci-bambini-di-successo.html
E anche in questo caso… No Comment!