Come ci si può preparare a diventare mamme?
Secondo me nessuna di noi arriva veramente preparata al grande evento.
Ognuna fantastica, immagina, pensa…
Ma poi il giorno che si ritrova con il fagottino tra le mani, non sa neppure come prenderlo tra le braccia!
Ricordo quando è nato Marco. Vedevo le puericultrici dell’ospedale che prendevano i bambini come se fossero bambolotti, li lavavano con mano ferma, decisa. Li vestivano in un batter d’occhi.
Io ero lì e mi sentivo la mamma più imbranata di tutte.
Mi chiedevo: che si fa con il cordone ombelicale? Come si cambia il pannolino ad un neonato? E come si infilano le tutine senza rompergli il braccio?
Mille dubbi, mille ansie…
Marco mi sembrava così piccolo, gracile, esile e delicato che avevo paura anche a cambiarlo!
Poi con l’esperienza… ho imparato! Almeno a cambiare il pannolino 😉
Ma ogni giorno, anche adesso che sono più grandicelli, c’è una sfida diversa. E ogni volta mi assalgono gli stessi dubbi e le stesse domande: sto facendo veramente la cosa giusta?
Ho girato la domanda iniziale alla nostra psicologa amica, la dottoressa Francesca Santarelli: ci si può preparare veramente a diventare mamme?
Ecco la sua risposta:
Molte di noi, oltre al corso di accompagnamento alla nascita, più si avvicina il termine e dunque il giorno tanto atteso, più sentono salire l’ansia e cominciano a farsi mille domande sul ruolo che tra poco, si ritroveranno a occupare per la prima volta in vita loro: essere madre! Mamma mia…..tipiche domande: “Come faro a capire quando piange? Come si farà la pulizia del cordone ombelicale? Avrò latte abbastanza? Sarò capace di occuparmi di lui e di rispondere ai suoi bisogni”?
E, accanto a queste domande, spesso, seguono una sfilza di buoni propositi e principi educativi cui vorremmo attenerci: lo lascerò piangere un po’ prima di prenderlo subito in braccio, se no poi prende il vizio subito! Non lo metterò mai nel lettone come fa la mia amica Paola. Non guarderà la Tv prima dei due anni, come c’è scritto nelle ultime ricerche sui bambini! Ecc ecc…
Sembra che ci vogliamo addestrare da subito a essere delle “brave mamme” e per far questo, ci documentiamo, leggiamo, ci informiamo su libri, internet e opuscoli vari trovati in giro. Cose che una volta le nostre nonne di certo non facevano!
Ecco qual è la differenza tra le mamme di un tempo e quelle che siamo noi oggi.
Un tempo le neo mamme imparavano tante cose sulla maternità dai racconti o dall’esperienza delle altre donne di famiglia, che la maggior parte delle volte di stringevano attorno alla puerpera offrendole sostegno, aiuti pratici e accudimento soprattutto nelle fase post partum.
Oggi invece, noi mamme più moderne, soffriamo spesso la solitudine nel puerperio, lo smarrimento, la stanchezza fisica ed emotiva e la nostra maggiore istruzione e la troppa disponibilità di materiali e informazioni di cui siamo circondate, ci spinge a credere di sapere cosa fare (e dunque di saper fare le mamme) solo su base teorica.
Questa è una cosa di cui parlo molto nel mio libro “Mamme, no panic!”.
Molto spesso, quando si diventa madri, ci sentiamo cosi tanto assalite da quell’enorme responsabilità che è crescere un figlio, che cerchiamo da subito di fare del nostro meglio.
Spesso si corre però il rischio di illudersi che, se applichiamo a regole d arte quelle regole che troviamo scritte sui manuali, non sbaglieremo mai, gettando in esse quella sicurezza che non sentiamo avere in noi.
L’errore che si commette in questi casi, è pensare che ogni teoria vada bene per ogni bambino e questo ci porta inevitabilmente sempre più lontano da quello che invece è nostro figlio e la nostra unica e indescrivibile relazione che solo noi possiamo aver con lui.
Si è persa negli anni, la cosa più naturale che appartiene al mondo di una madre: il sintonizzarsi solo su quello che si sente nel profondo e nella propria pancia.
Nessuno può dirci come far addormentare nostro figlio o come e quanto tenerlo in braccio; solo noi sappiamo cosa è meglio per lui per noi, se solo ci ascoltassimo serenamente senza dar conto a teorie e conoscenti che ci dicono cosa “si deve fare”.
Ecco il messaggio che voglio lasciarvi a ognuna di voi: ascoltatevi, profondamente e fate sempre e solo quello che vi sentite di fare per la vostra serenità e quella di vostro figlio. Solo cosi non sbaglierete mai (usando anche il buon senso mi raccomando!)”.
Per appuntamenti con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com