Vi ritrovate?
Io, mea culpa, un po’ si. Non ho tanta fantasia in cucina e alla fine, gira che ti rigira, propongo ai miei figli sempre gli stessi piatti. Non sperimento un granché!
Le novità culinarie, devo ammettere a malincuore, non mi entusiasmano. Difficilmente mi avvicino a cibi che non conosco (a differenza di mio marito che invece è incuriosito dal nuovo) e con questo mio atteggiamento (assolutamente criticabile, sono la prima ad ammetterlo) condiziono anche i miei figli.
Tra i piatti che preparo per loro ci sono i loro cibi preferiti, ma quelli che non amano particolarmente. Ma non pietanze che proprio non gradiscono.
A quanto pare sono in buona compagnia. In una ricerca eseguita nel Lazio, su bambini di 3-6 anni, è emerso che l’85,2% delle mamme del campione non assume mai o raramente cibi non graditi e il 68% di loro non propone, mai o raramente, ai propri figli cibi che essi non gradiscono.
Per quanto riguarda i cibi nuovi, questi vengono assunti raramente o occasionalmente dalle mamme (79% del campione) e dai loro bambini (75% del campione).
“La lotta all’obesità comincia proprio dalle mamme”, conclude la ricerca.
A tal proposito, Giuseppe Morino, responsabile dell’Unità Operativa di Dietologia clinica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, ha afferma: “I risultati della ricerca, presentati oggi al Ministero, da una parte enfatizzano l’importanza e l’efficacia di progetti di prevenzione tesi a ridurre l’entità del problema, ma dall’altra supportano ancora di più la necessità di interventi di educazione alimentare e sugli stili di vita come i soli capaci di ridurre l’entità del sovrappeso e soprattutto le sue complicanze metaboliche, presenti già in tale fascia di età (steatosi epatica, iperinsulinismo, HDL colesterolo ridotto, ipertensione arteriosa)”.
A casa mia, per fortuna, non ci sono casi di obesità (a parte il mio simpatico sovrappeso), ma questo cattivo atteggiamento può portare a problemi di alimentazione.
Insomma mi devo impegnare di più e devo variare di più la dieta dei miei uomini!