Sono piccoli lasciati troppo soli a causa di famiglie spezzate o anche solo dall’intensa attività lavorativa dei genitori.
E nonostante il benessere e i progressi della società e della tecnologia, ci sono anche pochi servizi pubblici per la prima infanzia.
Un quadro a dir poco scoraggiante. A fotografarlo e a lanciare l’allarme sono i pediatri della Società Italiana di Pediatria (SIP), nel corso dell’apertura del 68mo congresso nazionale.
I dati Istat, ha spiegato Alberto Ugazio, presidente Sip, evidenziano un’esponenziale trasformazione degli stili di vita delle famiglie italiane e conseguenti ripercussioni sui bambini.
Dal 2000 la percentuale dei matrimoni è crollata, con un aumento progressivo dei divorzi. Il 12% dei bambini vive con un solo genitore, dato che si è raddoppiato in poco più di dieci anni. Da non sottovalutare l’assenza di aiuto da parte delle istituzioni: il 41,5% delle famiglie è formata da genitori entrambi occupati, certamente un bene in questo periodo di crisi, dato che però si scontra con i 9 bambini su 10 che non frequentano l’asilo nido e il 45% dei comuni che non offre alcun servizio di questo genere.
Vien da dire la solita frase: si viveva meglio quando si stava peggio. All’epoca dei nostri nonni, con tanti figli per casa, l’ultima cosa di cui soffrivano i bambini era la solitudine!
Ora, dopo tutti i sacrifici che facciamo per vivere, i pediatri ci accusano anche di lasciare i nostri figli troppo soli.
La colpa è sempre nostra, di noi genitori che per riuscire a pagare mutuo, nido, tasse e tutto il resto, lavoriamo in due a tempo pieno. Come se ci facesse piacere, come se i nostri sensi di colpa, da soli, non bastassero…
Sui servizi per l’infanzia, anzi sull’assenza dei servizi, beh! Ne abbiamo parlato fin troppe volte.
A tal riguardo, però, i pediatri lanciano anche un altro allarme, denunciano l’assenza di centri di malattie neuromotorie, croniche e l’insufficienza delle strutture per bambini con problemi comportamentali.