Sono tutti termini che una futura mamma non vuole sentire neppure pronunciare.
Eppure può succedere che ad un certo punto della gravidanza, per diversi motivi, il bambino nasca senza concludere le 40 settimane di gestazione.
Come si possono, anzi si devono affrontare i parti prematuri?
Cosa si deve fare?
Lo ha chiesto Tata Francesca alla dottoressa Giovanna Mangilli, dell’Ospedale Riuniti di Bergamo.
“Innanzitutto, se c’è il rischio di parto prematuro, la futura mamma deve seguire attentamente i consigli dell’ostetrica o del ginecologo che la segue per allungare il più possibile l’età gestazionale del piccolo”, ha detto la dottoressa.
“Ma se la nascita prematura proprio non si può evitare allora è preferibile partorire in una struttura dotata di reparto di patologia neonatale”.
“Da quel momento in poi, dalla nascita in poi, è una battaglia che ognuno deve combattere con le armi che ha a disposizione. Chi è stato in una Tin lo sa benissimo.
Il modo di affrontare questa situazione è assolutamente individuale”.
Tata Francesca, microfono alla mano, ha chiesto ad alcuni genitori come hanno vissuto questa esperienza. Una parola accomuna tutti: “Speranza”. “Anche nella disperazione bisogna sperare, sperare, sperare!”. (IL VIDEO)
Io credo che, mai come in questo caso, tutti i consigli siano utili ma allo stesso tempo insufficienti a comprendere fino in fondo.
Solo chi ha vissuto questa “avventura” in prima persona può capire davvero cosa si provi. Vivere ogni giorno con la paura che sia l’ultimo da trascorrere con la propria piccola creatura e svegliarsi tutte le mattine sperando che sia un giorno migliore. Pregare perchè non ci siano complicazioni. Incrociare le dita perchè quel piccolo esserino non perda neppure un grammo di quelli conquistati. E festeggiare il trasferimento a casa come un nuovo compleanno. Perchè di rinascita si tratta!