Sculacciarlo? Non se ne parla nemmeno!
Metterlo in punizione? Rimproverarlo?
Niente di tutto ciò. La tata Francesca, ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, suggerisce la tecnica del cartellone.
Se il piccolo disobbedisce probabilmente è perché il messaggio non gli è arrivato forte e chiaro. E allora non c’è niente di meglio che mettersi a tavolino e scrivere e disegnare insieme un bel cartellone con le cose da fare e quelle da non fare.
Poche regole, fisse, da far rispettare sempre e comunque. Prediligendo, però, gli aspetti positivi, mettendo in evidenza le cose che si possono fare, insomma scrivendo più “sì” e meno “no”.
Un esempio?
Se il bambino non può vedere la tv dopo le otto di sera, allora anziché inserire nella colonna dei no, una riga con “Niente tv dopo le 8”, si può scrivere nella colonna dei sì una bella riga: “Ok tv dalle 6 alle 7”.
In questo modo il bambino non avrà la percezione negativa, tipo “in questa casa non si può far nulla”.
Altra cosa: il cartellone deve essere condiviso anche dal papà. La coppia non si deve contraddire, altrimenti il bambino va in confusione.
E se il bambino disobbedisce per sfidare mamma e papà? Lo fa proprio volutamente, scientemente e con cognizione di causa?
Per la tata è normale che ciò avvenga. Significa che il bambino sta crescendo. Ma i genitori non devono sfidarlo a loro volta. Al contrario devono tranquillizzarlo, spiegare con calma e pazienza i motivi dei no.
Cosa penso?
Non vogliatemene, ma quando sento certi consigli penso che i miei figli appartengono ad un altro mondo, magari sono marziani!
I cartelli? A parte il fatto che i miei pargoli non sanno ancora leggere, ma sono sicura che li ridurrebbero in coriandoli nel giro di un quarto d’ora.
Le parole? Sicuramente servono, anzi sono fondamentali. Ma dopo che la stessa cosa è stata detta e ripetuta enne volte, due sono le possibilità: 1) o io non mi so spiegare, 2) o il piccolo non vuole proprio capire.
E allora, e con questo so già che pioveranno le vostre critiche, all’ennesima volta scatta la punizione.
Guarda caso, però, subito dopo il concetto viene recepito!
Caso? Coincidenza?
A nessun genitore piace mettere in punizione, sgridare, rimproverare o dare qualche sculacciata al proprio figlio. Ma io sono del parere che quando ci vuole, ci vuole!