Mamma comincia a preparare la culla, le tutine piccole, i bavaglini e tutto quello che serve per accogliere nel migliore dei modi la nuova creatura.
Ovviamente il primogenito fino a questo momento è stato coinvolto in tutte le attività: nella scelta del nome, del primo vestitino da mettere, del colore dei calzini. Ha comprato insieme a mamma i pannolini, anzi li ha scelti proprio lui. Le salviettine, le cremine, il sapone, eccetera eccetera.
Parla al fratellino mettendo la mano sulla pancia della mamma e cerca di sentire i calci e vedere la pancia che si muove.
Ma lui, il nuovo arrivato non c’è. Le attenzioni sono ancora tutte per chi c’è.
In casa si parla del fratellino, ma non è una presenza vera, ingombrante. Non porta via attenzioni e coccole. E soprattutto non porta via la mamma.
E allora come accogliere il nuovo arrivato? Come fare le presentazioni?
Io vi racconto la mia esperienza.
Nell’ultimo mese di gravidanza ho tirato fuori dalla scatola tutte le foto di Marco, quelle di quando era “piccolo piccolo” e le ho guardate insieme a lui.
Gli ho fatto vedere quando ero incinta e avevo il pancione grande… con lui dentro. La foto in ospedale prima che nascesse e quella scattata subito dopo la nascita.
Quella in cui dormivamo insieme, lui sopra al mio petto. E soprattutto quelle in cui lo allattavo.
Vi assicuro che Marco ha apprezzato molto. Sono stati momenti di intimità bellissimi. E un po’ ha capito cosa stava per arrivare… Un ciclone!
Poi ho fatto venire mia madre a casa nostra. Ho spiegato al bimbo che io sarei andata in ospedale per qualche giorno e che lui sarebbe rimasto con la nonna, ma che sarebbe venuto a trovarmi presto!
Così quando è arrivato il momento, lui sapeva già che sarei stata via.
Ma gli ho preparato una sorpresa: ho comprato un regalo. Lui desiderava tanto la scatola dei pongo con tutti gli accessori. Io lo sapevo da tempo, ma non gliel’avevo presa di proposito, per fargliela desiderare di più! 😉
Per l’occasione l’ho comprata, incartata e portata in ospedale con me.
Quando è nato Luca (coincidenza… nel giorno di San Marco!), mio marito ha portato Marco in ospedale. Io ero emozionatissima.
Come avrebbe accolto il fratellino?
Non volevo che mi vedesse con il nuovo arrivato in braccio. Sarebbe stato troppo per lui!
Già non mi vedeva da un giorno ed era la prima volta che ci separavamo.
Poi vedermi da sola con il piccolino… No, proprio no.
Ho chiesto a mio marito di chiamarmi quando stavano per arrivare.
Ho portato Luca nel nido dell’ospedale e ho messo il regalo sotto la culla (certo sarebbe stato meglio metterlo dentro, ma la scatola era troppo grande e ingombrante…)
Quando Marco è arrivato mi ha trovata lì, tutta per lui.
Ci siamo strapazzati di coccole per un po’ e poi insieme siamo andati al nido a conoscere il fratellino.
Non vi dico la faccia che ha fatto quando l’ha visto!
Subito dopo ha visto il regalo. “Di chi è?”. Mi ha chiesto.
“E’ tuo, te l’ha portato Luca”.
L’ha preso, siamo andati in camera e l’ha scartato.
“Ohhhhh! Come faceva a sapere che volevo i pongo?” mi ha chiesto con gli occhi pieni di meraviglia.
“E’ tuo fratello, lui ascoltava sempre e con attenzione cosa gli dicevi quando era nella mia pancia!”, gli ho risposto.
E’ stato un bell’inizio! Hanno fatto subito amicizia. Lo ha preso, accarezzato e anche baciato.
Ha trascorso il pomeriggio con noi in ospedale.
Ma era visibilmente agitato. Un filo troppo monello…
Poi le mie amiche, gasatissime, hanno avuto la brillante idea: mi hanno portato due regalini. Uno piccolo per il bimbo piccolo e uno più grande per il fratello maggiore. E hanno sapientemente enfatizzato questa importante figura: quella del FRATELLO MAGGIORE.
Tornati a casa non vi dico che è stato subito semplice. Anzi. I primi giorni e quelli successivi sono stati piuttosto difficili!
Io ero stanca. Non dormivo. E come previsto è arrivata puntuale anche la gelosia.
Dovevo stare perennemente attenta a non lasciare i bimbi da soli per nessun motivo.
Ciononostante Marco ha provato ad infilare le sue dita negli occhi del fratello, a schiacciargli la testa fra le mani, eccetera, eccetera.
Io ho cercato di mantenere, per quanto possibile, la vita dell’ormai fratello maggiore con gli stessi ritmi. Ad esempio, nonostante stessi a casa, l’ho mandato comunque al nido.
Lo portavo e lo andavo a prendere io. Esattamente come prima. Erano i nostri momenti di intimità! Solo noi due e nessun altro!
Ma evidentemente a Marco non bastavano. E io non potevo dargli di più. Luca fin da piccolo “rognava” parecchio!
Mia madre, che è rimasta con noi quasi un mese, ha fatto il possibile per coccolarlo e farlo sentire al centro dell’attenzione. E suo padre era in pratica tutto suo. Proprietà privata. E lo è ancora!
Ma Marco, ahimè, ha sofferto e credo soffra ancora di gelosia. L’ha presa proprio malino! Povero il mio amore grande…
Ci sarebbero ancora tante cose da dirvi e da raccontarvi. Ma questo post è già diventato un lenzuolo.
Quindi mi fermerei qui!
Ah! Permettetemi di aggiungere una ultima cosa. Per tanti mesi mi sono chiesta: ma un fratello è veramente il regalo più grande che possiamo dare ai nostri figli?
Ora che sono passati 17 mesi, lunghi e intensi, posso rispondere: sì!
Litigano, si picchiano, si menano, si fanno un sacco dispetti ma nello stesso modo si cercano, si amano, si baciano e giocano insieme tanto, ma tanto tanto.
E’ faticoso, è vero. Forse troppo. Ci sono giorni in cui mi assale lo sconforto e vorrei tanto un aiuto. Magari dei nonni a cui “mollarli” per qualche ora…
Ma poi passa. E quando li vedo insieme mi dico: è il regalo più bello che mi sia potuta fare!
In bocca al lupo a tutte coloro che stanno per diventare “mamma per due!”.