Viva la Mamma

Le mamme e i “loro sensi di colpa”

Ho mandato, come ogni settimana, una vostra domanda alla nostra Psicologa Amica, Francesca Santarelli (che potete seguire spesso anche a Mattino Cinque come ospite di Federica Panicucci). Ma questa volta la sua risposta mi ha sorpresa parecchio. E’ stata una non-risposta. Più precisamente non ha risposto alla domanda che le ho posto.

Leggendo i nostri commenti, la dottoressa Santarelli ha capito che c’è una cosa che, bene o male, ci accomuna tutte: “i sensi di colpa” verso i nostri bambini. Il fatto di pensare non avere tempo a sufficienza da dedicargli, di voler fare troppe cose sottraendo coccole e attenzioni proprio a loro. Di assecondare i loro capricci perchè troppo stanche per dire “no”. Di avere solo 24 ore a disposizione quando ce ne servirebbero almeno 30 al giorno per riuscire a fare tutto, eccetera eccetera…
E allora, accantonando per una volta le esigenze di una singola mamma, la dottoressa ha voluto spendere qualche “parola buona” per tutte noi.
Ecco cosa ci dice la Psicologa Amica sui “sensi di colpa” delle mamme.

“Care mamme, ho letto e leggo sempre con molta attenzione le vostre risposte e i vostri commenti e questa volta non ho voluto rispondere a una lettera specifica, ma cercare di darvi una risposta più generale su un argomento che sento sempre emergere dalle vostre lettere!

Quando si parla di genitorialità, molto spesso sento le mamme dire che si sentono in colpa nei confronti dei loro piccoli per il fatto di lavorare tante ore fuori di casa e che per questo è più facile cadere in errori pedagogici pensando di fare del bene, o spesso pensando “tanto che vuoi che succeda se per una volta…”.

Voglio rivolgermi per questo a tutte le mamme lavoratrici che si mettono sempre in discussione, che si sentono “cattive mamme” perche lasciano tutto il giorno il proprio piccolo a nonni, nido, babysitter, quando sentono nel loro profondo che “dovrebbero essere loro a prendersene cura!!!” – A quelle mamme che, quando la sera tornano a sera stanche morte, fanno fatica a non cedere a capricci e tentazioni e che, quando guardano i loro piccoli (e spesso anche i loro mariti!) si sentono profondamente in colpa per esserci state così poco, per non dare tutto quello che vorrebbero a chi tanto amano….

Bhe! mamme, in un’altra occasione vorrei dirvi qualcosa di interessante sul rapporto tra sensi di colpa ed errori pedagogici, ma questa volta vorrei fermarmi qui e cercare di rassicurarvi dicendovi che la qualità, anche solo di un’ora, ma vissuta VERAMENTE con il proprio piccolo (senza TV, cellulare, piatti, lavatrici ecc) conta molto più di una giornata intera passata con lui, ma solo parzialmente, o con la testa da un’altra parte!

Siete donne, prima che mamme!!! se non siete realizzate come persone innanzitutto, se rischiate di essere mamme con rimpianti e con frustrazioni personali dovute magari alla non realizzazione di sé per l’arrivo della maternità, sareste mamme senza vitalità, senza gioia e per questo, come piace dire a noi psicologhe, mamme non “sufficientemente buone”!

Quindi, pensare un pochino a sé stesse riuscendo a non sentirsi in colpa per questo, e credere davvero a quello che vi dico sulla qualità e non la quantità del tempo,  per il benessere del vostro piccolo e del vostro rapporto con lui, sono sicura gioverà su molti punti di vista, soprattutto su questi tristi sensi di colpa….

Torneremo a parlarne, per ora, vi saluto con affetto!”

Che dire? Intanto grazie alla dottoressa Santarelli.
E’ vero che si parla sempre di qualità e non di quantità del tempo passato insieme ai figli. Ma secondo me i sensi di colpa alle mamme arrivano proprio quando ci si rende conto che non c’è neppure quell’ora, quei 60 minuti al giorno da dedicare intensamente e totalmente ai propri figli. Sembra banale, ma non lo è affatto, soprattutto per coloro che vivono nelle grandi città.
I conti sono presto fatti. Uscendo dall’ufficio alle 18:00, si arriva a casa che sono le 19:00, giusto in tempo per preparare da mangiare e magari fare anche la lavatrice. Poi si cena. E sono già le 20:00 passate. Tempo di sparecchiare e lavare i piatti, che è già ora di mettere a letto i bambini. Alle nove di sera si iniziano i riti per la nanna: pigiama, denti, eccetera.
Ed ecco che arrivano finalmente quei 10 minuti tutti per loro, quando ormai nel letto, si leggono le favole, si chiacchiera un po’, una bella dose di coccole e poi il bacio della buona notte.
E gli altri 50 minuti che mancano all’appello? Si rimandano al weekend!

Per questo io ho chiesto l’orario ridotto. Uscendo alle 17:00 la vita cambia. Tanto. Spunta quell’ora da dedicare interamente a loro… E i sensi di colpa? Svaniscono! Almeno in parte…

Se volete contattare direttamente la dottoressa Francesca Santarelli, questo è il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com

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