E se le famiglie sono insolventi non per indigenza ma solo per “tentata” furbizia?
Il problema ha origini antiche. Ne sento parlare praticamente ogni anno ormai da tempo. Oggi il tema è tornato alla ribalta con il caso di Cesate.
Eppure ogni qual volta le istituzioni prendono una posizione dura si assiste ad una vera e propria sommossa popolare.
Indignazione e vergogna sono le parole più gettonate.
E tutti o quasi si chiedono: “Perché far pagare ai bambini le colpe dei genitori?”
I bambini sono sempre le vittime innocenti degli errori dei grandi. Per definizione non hanno colpe, almeno queste.
E io vi chiedo: “Perché gli altri genitori della scuola, che magari fra mille difficoltà, pagano la retta si devono accollare anche i costi dei pasti di questi bambini solo perché i genitori di questi ultimi fanno i furbi?”
Alla fine il verdetto è stato univoco: “Ci sono mille modi per rivalersi sulle famiglie, dal pignoramento dei beni, alle ganasce fiscali, eccetera. L’unica via da non percorrere, invece, a loro avviso è l’umiliazione dei bambini. Loro non hanno responsabilità e non gli può essere negato un diritto fondamentale come quello della nutrizione”.
Il sindaco di Cesate, Roberto Della Rovere, ha dato una versione diversa dei fatti. “Ci è spiaciuto molto dover ricorrere ad una tale decisione, ma è dal 2010 che quelle famiglie non pagano e posso assicurare che i veri casi di indigenza sono pochissimi”, ha detto.
Secondo quanto riportato dai media in questo comune una trentina bambini di una scuola elementare sono stati esclusi dalla mensa per alcuni giorni e tenuti a pane e formaggio e succo di frutta perché le rette non sono state pagate.
Secondo il primo cittadino invece la realtà è diversa: “Il pasto non è stato dato ai piccoli solo giovedì e venerdì. Si trattava solo di 3 bambini un giorno e 3 un altro e ci risulta che le maestre abbiano sopperito dividendo i pasti tra tutti – ha detto il sindaco – Oggi e domani paga il comune e quindi tutti gli scolari avranno la mensa e domani pomeriggio ho riunito i miei uffici competenti per trovare una soluzione definitiva”.
“I genitori dei bambini insolventi erano una trentina e non hanno mai pagato nulla dal 2010 arrivando da un debito complessivo di 11.550 euro, 500 euro a testa – ha spiegato il sindaco – Più volte sono stati sollecitati a saldare, è stato loro ricordato che per chi è in condizioni economiche disagiate il Comune ha tutti gli strumenti per aiutarli”. “La verità è che molti ne stanno solo approfittando, vogliono fare i furbi – ha aggiunto il sindaco – e noi dobbiamo intervenire in qualche modo, anche per rispetto verso coloro che hanno sempre pagato”.
A voi la parola.