L’argomento che abbiamo scelto di affrontare oggi è a me molto caro, ma, come ho potuto ben notare dai vostri commenti accomuna molti di noi: i morsi dei bambini.
Io ho le braccia piene di lividi. Mordere sembra essere lo sport preferito di Luca!
Ma perchè i bimbi piccoli mordono? E’ un segno di affetto? Uno sfogo? Un modo per fare conoscenza con il resto del mondo o cosa?
Il morso del bambino è un argomento che suscita sempre molte perplessità e sentimenti contrastanti nelle mamme, tanto che non credo di conoscerne neanche una sola che non abbia avuto a che fare con questo comportamento del proprio figlio!
Partiamo dal presupposto che, da quando inizia lo svezzamento con le pappine e per i primi tre anni dello sviluppo evolutivo, il bambino entra in una delicata fase che in psicologia viene definita “fase orale”. In questo periodo di vita si sviluppano principalmente due aspetti: quello della conoscenza e quello dell’emotività che comincia a essere manifestata ed espressa, ma senza ancora quel contenimento, l’empatia e la giusta canalizzazione verso ciò che è giusto/sbagliato.
Tramite la bocca dunque, il bimbo comincia a conoscere il mondo che lo circonda, che sia esso fatto di oggetti che di persone che lo abitano. Succhiare, leccare, mordere e mettersi in bocca qualsiasi cosa trovi, sono comportamenti tipici di questa fase perche il piccolo, attraverso la bocca, non solo “conosce”, ma prova anche una forma di piacere libidico, a volte anche con effetto calmante (basta pensare all’uso del ciuccio!).
Ma attraverso il morso, come dicevamo, oltre a sperimentare e conoscere, il bambino impara anche a esprimere tutta una serie di emozioni e pensieri che di certo non possono essere resi coscienti né tanto meno essere verbalizzati, ma che, come un impulso, una valanga senza freni, devono essere espressi, proiettati all’esterno, senza censura (perche a questa età non esiste ancora). Quindi, non è solo rabbia quella che può esprimere, ma anche affetto, paura, competizione, frustrazione, ansia, ecc..
Le emozioni nei bambini sono degli impulsi che devono essere soddisfatti immediatamente, sono una pulsione, e non sono in grado di capire che fanno del male o che c’è un altro modo di esprimere ciò che provano (ecco perche l’uso dei “NO” e di regole ferme in questa fase sono fondamentali!).
Sarebbe sempre opportuno prestare attenzione alle situazioni in cui questo comportamento si esprime maggiormente e cercare di capire, al di la del gesto, cosa ci sta comunicando nostro figlio. Sarà nostro compito, man mano che cresce, insegnargli a esprimere a parole le proprie emozioni, riconoscendogliele, normalizzandogliele, sintonizzandosi con esse e insegnando loro a dare un nome a ciò che provano.
Se poi parliamo di un bambino che ha già superato i tre anni e che continua a mordere, varrà la pena un’attenzione maggiore e magari parlarne con il pediatra o con una figura competente, senza allarmarvi troppo però!
Comunque anche se una cosa normale dello sviluppo di ogni bambino, il morso non può passare inosservato! So che diverse di voi le avranno già provate tutte!
Spiegate al bambino che il morso fa male, che può lasciare segni e sfregi o ferite (ma questi argomenti però affrontateli dopo i 18 mesi). Ditegli di chiedere o indicare quello che vuole, piuttosto che mordere l’amico o qualcun altro per ottenerlo.
Se morde quando è arrabbiato, costringitelo a spiegarti i motivi della sua rabbia; se il piccolo è nella fase in cui mastica e mette tutto in bocca, concedetegli dei giochi che possano essere morsicati (tipo anelli o forme di plastica), piuttosto che negargli questo suo modo di scoprire e conoscere le cose.
Usate una voce dura, guardalo negli occhi, con decisione ditegli “NO”, cercate di interrompere quando sembra sul punto di mordere qualcuno, prima che sia a portata di braccio o faccia dell’amico di giochi. In questi frangenti il vostro controllo costante è necessario fino a quando persiste l’abitudine a mordere.
Evitate le punizioni fisiche (schiaffi, pizzicotti, sberle) che confermerebbero solo il modello di aggressività tenuto da vostro figlio. Piuttosto mandatelo in camera sua per alcuni minuti per farlo riflettere sul gesto compiuto o lasciatelo seduto per un po’su una sedia.
Assicuratevi che nessuno rida quando il bambino morde e che questo comportamento non venga considerato come un gioco, anche da parte dei fratelli maggiori.
È naturalmente importante che entrambi i genitori, (nonni, maestre ecc) attuino lo stesso comportamento! Come sempre d altronde….per l’educazione dei nostri piccoli!Grazie dottoressa Santarelli!