Secondo la tata a 4 anni il bambino è già grandicello. Questa è un’operazione che deve essere fatta intorno ai due anni. Quindi, poichè il bambino è in grado di comprendere bene, la mamma potrebbe semplicemente dirgli che pannolini per la sua età non ne fanno più.
Magari bisognerebbe approfittare dell’estate, delle vacanze, quando si è tutti più tranquilli e rilassati per affrontare questo passaggio delicato. Probabilmente le prime volte il bambino non farà la pipì in bagno, ma in giro, dove capiterà. Poi pian piano si abituerà.
E se proprio non accetta il water allora bisognerebbe tentare con il vasino. Per tranquillizzare il bimbo si potrebbe portare il vasino ovunque, anche in cameretta o nel soggiorno, insomma nel posto dove lui si sente più a suo agio. La cosa importante però è non forzarlo. Deve essere un passaggio naturale, senza traumi.
La seconda domanda è stata posta da una mamma che sta per rientrare a lavoro dopo nove mesi di maternità. Il problema è che si sta facendo tanti sensi di colpa per il fatto di dover lasciare la sua piccola ai nonni e di non poterle dedicare più tanto tempo al rientro a casa, viste le mille cose che ci sono da fare.
(Permettemi il commento: un film già visto…)
La tata le ha consigliato di fare un distacco graduale. Di abituare la piccola a stare coi nonni. Ma deve essere soprattutto lei, la mamma, ad essere serena. La bambina avverte, sente, percepisce quando ci sono tensioni. E se la mamma è ansiosa, la bimba non sarà tranquilla. Viceversa se la mamma è convinta di fare la cosa giusta anche la bambina sarà felice.
Per quanto riguarda poi il tempo da dedicare al rientro, beh! la tata le ha dato un consiglio veramente geniale: “La bambina deve abituarsi alla vita della sua famiglia”. Se la mamma cucina, lei starà in cucina seduta sul seggiolone. Ovviamente la mamma si impegnerà a parlarle, a coccolarla ogni tanto. Ma nessun senso di colpa per queste cose.
L’ultima domanda riguarda una mamma che ha un bambino di 7 anni iperattivo e affetto da un disturbo oppositivo provocatorio con accenno di bipolare.La mamma è preoccupata perché anche a scuola il bambino viene isolato. Le maestre lo considerano un giamburrasca e per questo lo tengono in disparte.
La tata le ha risposto che se c’è una diagnosi che attesta il disturbo il bambino avrà diritto ad una persona dedicata a lui e che farà da intermediario con le altre maestre. Un insegnante di sostegno con esperienza in questo tipo di disturbo.
Per evitare l’isolamento la tata ha consigliato alla mamma di invitare a casa al pomeriggio un compagno per volta.
Ma, ha aggiunto, ci vorranno anni di lavoro. I problemi di comportamento hanno tempi molto molto lunghi.
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