I compiti delle vacanze: meglio cominciare a farli subito o aspettare? I consigli dei pediatri

bambino_compiti-a-casa
“Marco, sono passate quasi tre settimane da quando hai salutato la scuola e le maestre. Non ti sembra che sia arrivata l’ora di cominciare a fare i compiti delle vacanze?”, Ho chiesto ieri al mio piccolo studente.

E lui: “No, non sono ancora in vacanza!”

E io: “Come no? Non stai mica andando a scuola!”

E lui: “Sì, ma non sono neppure al mare. Queste le chiami vacanze?”

“Io sì, io le chiamo vacanze. Sei tutti i giorni al campus estivo con tanti amici a giocare a tennis, a basket, a calcio, a fare i tuffi in piscina e giochi vari. Come chiami tutto ciò: lavori forzati?”, gli ho risposto.

E lui: “Lo chiamo campus estivo. Le vacanze cominciano quando partiamo!”

E io: “Facciamo che da domani, invece, cominciamo a riprendere almeno la penna in mano. Non vorrei che nel frattempo dimenticassi tutto. Riprendere poi è più faticoso!”

Quando non c’è di mezzo la scuola, i compiti, la lettura, lo studio… devo ammettere che a casa mia l’aria è molto più rilassata. Ma prima o poi bisogna pure riprendere e aspettare troppo potrebbe essere controproducente.

Oggi scorrendo le agenzie di stampa ne ho trovato una di qualche giorno fa: “I compiti delle vacanze, uno stress per studenti ma anche per i genitori”

Mi sono sentita meno sola. Non sono solo io a stressarmi per i compiti. Sono in buona compagnia!

La Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps) ha redatto una sorta di vademecum con i consigli utili per genitori e figli per arrivare a settembre con i compiti fatti e con lo stress ai minimi termini.
Ecco i punti principali: Continua a leggere

Allattamento al seno: “Un’occasione persa”

Una occasione persa. E’ l’allattamento esclusivo al seno almeno fino ai 6 mesi di vita del bambino, come raccomanda l’Oms. Le percentuali italiane sono infatti desolanti, affermano i pediatri: infatti solo il 5% delle mamme italiane continua l’allattamento al seno in maniera esclusiva a 6 mesi dalla nascita del proprio bambino. Continua a leggere

Pronto soccorso pediatrici sempre intasati, la proposta: “Pediatri disponibili h24”

Questo è un dato di fatto: gli accessi al Pronto Soccorso pediatrici negli ultimi anni sono aumentati del 10%.
Sono passati  dai 418 mila del 2002 ai 457 mila del, con alcuni casi limite come il Meyer di Firenze (+76%), l’ O.P. G. Alesi di Ancona (+52%). Incrementi superiori alla media si sono registrati anche al Bambin Gesù’ di Roma (+25%).

Il 70% degli accessi in Italia avviene entro i 6 primi anni di vita. Ma il dato incredibile è che solo l’1% è un codice rosso. Le ragioni, invece, sono spesso disturbi lievi. Il 23% è un codice bianco (non critico, pazienti non urgenti), il 67% verde (poco critico, assenza di rischi evolutivi, prestazioni differibili), il 9% giallo (mediamente critico).

Da questi, forniti nel corso del congresso della Società italiana di pediatria, si evince chiaramente un uso improprio dei Pronto soccorso.

Perché allora portiamo i bambini al Pronto Soccorso? Aspettando, tra l’altro, ore e ore prima di una visita? Continua a leggere

I pediatri lanciano l’allarme: bimbi troppo soli e con pochi servizi per loro

I bambini del XXI secolo?
Sono piccoli lasciati troppo soli a causa di famiglie spezzate o anche solo dall’intensa attività lavorativa dei genitori.
E nonostante il benessere e i progressi della società e della tecnologia, ci sono anche pochi servizi pubblici per la prima infanzia.
Un quadro a dir poco scoraggiante. A fotografarlo e a lanciare l’allarme sono i pediatri della Società Italiana di Pediatria (SIP), nel corso dell’apertura del 68mo congresso nazionale. Continua a leggere

Pediatri: “Grotte di sale? Nessuna evidenza scientifica sui benefici”

Grotte di sale “Sì”, oppure grotte di sale “No”? Fanno bene? Sono efficaci? Oppure non servono a nulla?
Ne abbiamo parlato meno di 24 ore fa in un altro post e i toni e i commenti ricevuti hanno messo in evidenza solo gli aspetti positivi dell’Haloterapia.
Ma sbirciando tra le agenzie stamattina, ho trovato questa precisazione arrivata direttamente dai pediatri che non sono proprio del tutto favorevoli. E per correttezza e dovere di cronaca ve la riporto.

Slle camere del sale i pediatri allergologi riuniti a Milano per il sesto ‘Milan International Meeting on Paediatric Allergy’ non hanno lo stesso parere dei gestori: “Non sono stanze miracolose, non c’è alcuna evidenza scientifica a supporto della terapia col sale definita Haloterapia, nè per la speleo terapia”, spiegano dal capoluogo lombardo. E avanzano anche un sospetto: “Questa è solo un’operazione commerciale ben riuscita, con evidenza scientifica nulla e presupposti logici che sono contrari alle nostre conoscenza
sulle malattie che si vorrebbero curare”. Continua a leggere

Il pediatra solo fino a sei anni? Il ministro rassicura

La proposta di abbandonare il pediatra per il medico di famiglia al compimento del settimo anno del bambino, circolata nelle scorse settimane, ha messo sul piede di guerra milioni di genitori e anche di pediatri.

In tante, tantissime mi avete scritto via e.mail con toni piuttosto preoccupati.

Ma era solo una proposta e non volevo buttare benzina sul fuoco, non volevo allarmare anche gli altri genitori. Così ho deciso di aspettare.

Nel frattempo ho chiamato diversi pediatri e tutti mi hanno risposto, con tono certo, la stessa cosa: “Questa proposta non passerà. Sarebbe un danno per tutti: per i genitori che continuerebbero a far seguire i figli dai pediatri a pagamento, per i bambini che hanno bisogno di essere curati da medici con una particolare competenza professionale, e per il sistema sanitario perché il tutto si tradurrebbe in una maggiore ospedalizzazione e quindi in maggiori costi”.

Le motivazioni mi sono sembrate corrette.

Oggi ho ricevuto una e.mail da un’altra mamma, Antonella, che ringrazio, che mi ha inviato il comunicato stampa dell’Age, l’Associazione Italiana Genitori, in cui il Ministero della Salute ribadisce: “Non c’è nessuna proposta sui pediatri”. Continua a leggere

L’Italia è un Paese di nonni senza nipoti? I pediatri denunciano: “Pochi soldi alle famiglie”

Mai in nessun Paese del mondo si è avuto come in Italia un abbassamento tale dei tassi di fecondità e natalità, in così breve tempo. La bassa natalità è il risultato di politiche che investono per la famiglia circa la metà della media europea”.

Poche parole che racchiudono perfettamente la situazione che stiamo vivendo e a pronunciarle è stato il professor Alberto Ugazio, presidente Sip-Società Italiana di Pediatria, nel corso della presentazione del “Libro bianco 2011. La salute dei bambini”.

“Le misure di protezione sociale per la famiglia in Italia – gli ha fatto eco Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Igiene della facoltà di Medicina e Chirurgia – sono residuali rispetto alle altre spese per il Welfare: l’Italia non è affatto un Paese a misura di bambino e tutte le politiche del welfare non sono orientate ai bisogni dell’infanzia“. Continua a leggere

Cibi per i bimbi, meglio freschi o industriali?

Recentemente è stato diffuso un depliant per le famiglie in cui si evidenziavano i vantaggi degli alimenti industriali specifici per l’infanzia per la nutrizione dei bambini. Prodotti più sicuri, più controllati, quindi più sani e nutrienti. A raccomandare questi tipi di prodotti è stata direttamente la Federazione italiana medici pediatri (Fimp).
Ma a distanza di qualche giorno l’Associazione culturale pediatri (Acp) in una nota ha fatto sapere che la maggiore qualità e sicurezza del baby food industriale rispetto ai prodotti naturali non sono scientificamente provate e quindi si dissocia dalle raccomandazioni della Fimp.

A questo punto mi chiedo: “Sono pediatri contro pediatri. Di chi dobbiamo fidarci?” Continua a leggere

Pediatri: “I genitori moderni elemosinano il consenso dei figli”

Si è svolto a Torino il congresso nazionale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp). Un meeting dal titolo piuttosto particolare: “Assistenti di volo”, perché questo, secondo i pediatri, dovrebbe essere il ruolo svolto dai genitori nella famiglia.
Ma le cose non vanno proprio così.
Alle mamme e ai papà dei tempi moderni manca un po’ il polso e spesso riversano sui propri figli aspettative che portano ad ansie e frustrazioni.
Mentre i genitori devono accettare anche gli insuccessi dei figli!
Giuseppe Mele, il presidente della Fimp, ha rincarato la dose, affermando che noi genitori ci siamo ridotti quasi ad elemosinare l’attenzione dei nostri figli” (Caspita che schiaffo morale!) Continua a leggere

I pediatri consigliano: “I bimbi devono cambiare stili di vita”

No, così non va. I nostri bimbi devono cambiare stile di vita sin da piccoli per evitare i problemi da adulti. Il consiglio arriva anche in questo caso dai pediatri riuniti a Milano al congresso nazionale della Società italiana di pediatria (Sip). Sotto accusa due punti fondamentali: l’alimentazione e la troppa sedentarietà.

Abbiamo bambini troppo grassi che mangiano troppe proteine come la carne e il parmigiano (e io che pensavo che questo formaggio facesse solo tanto bene… e lo continuo a pensare!). E si muovono anche troppo poco. Per la Sip potrebbero cominciare con l’andare a scuola a piedi (concedetemi una osservazione: avessi il tempo la mattina… lo porterei volentieri a piedi!). Continua a leggere