In Val d’Ayas con i bimbi, dove la natura trionfa

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Eccomi qua a raccontarvi il resto della mini-vacanza a Champoluc.
Ormai mi conoscete, lo sapete, di base sono una gran chiacchierona.
Mi piace ascoltare le storie, conoscere gente, scambiare idee, opinioni.
Per questo quando andiamo in giro, se dobbiamo pernottare fuori, preferisco trovare un albergo piccolo, a conduzione familiare. Mi sento più a casa mia, decisamente più a mio agio.
Quelle grandi catene, anche pluristellate, con tutti i servizi di questo mondo inclusi, con i camerieri impettiti, guanti bianchi e papillon, mi sembrano talmente tanto impersonali e freddi, che mi viene il gelo solo a pensarci.
Non sono tipa da Grand Hotel!
Stavolta però, per il weekend in Val d’Ayas, l’albergo non l’ho scelto io, ma mio cognato. L’ha trovato navigando in rete e ha prenotato sulla fiducia delle recensioni lette.
E devo dire che ci è andata bene.
L’albergo, ve lo dico anche, si chiama “Le Rocher”, un tre stelle, è un po’ fuori dal paese, completamente immerso nel verde. Non è piccolo, ma molto accogliente. E soprattutto familiare.
La prima cosa che mi ha colpita è il prato grande e spazioso che c’è fuori, con tanti giochi per i bambini. E non parlo solo dello scivolo, dell’altalena, della rete per saltare, ma anche bici, palloni, macchinine e quant’altro.
Poi c’è un recinto con un cavallo bianco pezzato.
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Champoluc, dove ti aspetti di trovare la nonna di Cappuccetto Rosso, gnomi e folletti

Siamo reduci da un weekend stupendo, bellissimo.
Siamo stati in montagna, in Valle d’Aosta, in un posto da favola: Champoluc, in Val d’Ayas.
‘Mamma è qui che vive la nonna di Cappuccetto Rosso?’, continuava a chiedermi Luca.
E io: “No,la nonnina non abita qua”
E lui: “E il lupo c’è”.
“No piccolo, niente lupi”.
Ha due anni e una paura assurda per il lupo che sto cercando di esorcizzare in ogni modo. Ma questa è un’altra storia!

Ha organizzato tutto mio marito con suo fratello.
L’idea era quella di far stare insieme i nostri figli, 4 simpatici pargoletti che vanno dall’età minima di un anno, all’età massima di 5.
Quattro pesti vivacissime e rumorosissime.
Il rischio c’era, ed era quello che ci bandissero da tutti i locali. Ed effettivamente abbiamo fatto perdere la testa a diversi ristoratori.
Per fortuna abbiamo azzecato l’albergo. Ma scriverò un post apposta perché secondo me merita un racconto a parte.
Ovunque, appena entravamo con questi quattro bambini, ci guardavano come per dire “Oh, no! Addio pace”. Continua a leggere