Viva la Mamma

L’urlatrice

Non è mia abitudine criticare o parlare male della gente. Ma stavolta ho veramente provato vergogna per lei: una mamma di un bambino di nove anni che gioca a calcio.
Giovedì sera, in via del tutto straordinaria, i bambini della squadra di calcio di Luca hanno partecipato ad un torneo.

Dopo aver lasciato i ragazzi, noi genitori siamo andati sugli spalti e subito abbiamo notato questa signora. Capelli biondi, voluminosi, ricci. No, non l’abbiamo notata per il suo charme, ma per la sua voce. Lei non parlava, LEI URLAVA.  E diciamo che dalla sua bocca non uscivano solo dolci parole, ma anche frasi di cui non andare fieri. Poi qualche parolaccia qua e là condiva il tutto e rendeva la serata ancora più gelida di quella che era.
Il tifo è bello quando incoraggia, quando dà forza, non quando svilisce.
La “signora” invece pensava di sostenere la sua squadra urlando frasi irripetibili contro gli avversari che purtroppo, in quel momento, erano i nostri figli: bambini di 9 anni.

Per un attimo ho pensato al figlio di questa signora. E mi sono chiesta: “Chissà cosa prova!”

Finita la partita ci siamo spostati per seguire i nostri ragazzi. Ma l’urlatrice la sentivamo comunque forte e chiara. Continuava la sua missione…Aveva solo cambiato il bersaglio.

“Ammazza, quella tipa è l’anti-tutto” ha detto il papà di un compagno di squadra di Luca. “E’ l’anti donna, l’anti grazia, l’anti mamma, l’anti tifosa, l’anti-tutto”.

Finito il torneo, in auto sulla via del ritorno eravamo da soli: io e Luca.
“Mamma, secondo te ne è valsa la pena venire fin qua?”, mi ha chiesto.
Io: “Beh, mi pare che tu ti sia divertito, quindi assolutamente sì”.

“Mamma… dal campo sentivamo una che urlava come una pazza. Non si capivano le parole, ma urlava, urlava. Pensa che una volta siamo caduti anche dalle sedie della panchina per quanto stavamo ridendo! Per fortuna che non eri tu! Ma secondo te il figlio non le dice niente?”

Io: “Innanzi tutto grazie per il “per fortuna che non eri tu!”. Poi … immagino che il figlio non ci faccia più caso, sarà abituato”

Luca: “Beh, per favore tu non farlo. Io mi vergognerei troppo! Non ti sto dicendo che non devi fare il tifo. Fallo, ma bene”

I modi eccessivamente sgarbati di questa mamma mi hanno dato uno spunto per riflettere.

Io anche faccio il tifo per Luca e per la sua squadra e a volte mi faccio trasportare anche troppo. In alcune circostanze, lo ammetto, ho detto pure qualche parola infelice. Ma me ne sono pentita l’istante dopo. Comunque troppo tardi. (Sia chiaro: niente di paragonabile alle frasi ineleganti pronunciate con grande “charme” dalla signora bionda).

Purtroppo a volte ci lasciamo coinvolgere e travolgere dagli eventi. Dimentichiamo che sono bambini. Che sono pieni di fragilità. Che già fanno una fatica pazzesca a crescere in questo mondo difficile. Se poi si nutrono di questi esempi non ci dobbiamo sbalordire, né meravigliare se poi da grandi si trasformano in quei balordi che negli stadi intonano insulti razzisti.

E in questo momento il mio pensiero va a Balotelli. Sarà anche brusco nei modi (e non li condivido), ma immagino che essere il bersaglio di ultrà privi di ogni forma di umanità alla lunga possa scatenare reazioni infelici. Anche la pazienza di Super Mario può andare in riserva!

Si dice che i figli “siano il riflesso dei genitori e i genitori il loro specchio”.
Beh! Dovremmo cercare di essere lo specchio migliore in cui possano riflettersi!

E lo dico in primis a me!

Exit mobile version