Per chi vive in Lombardia, a meno di un’ora di strada da Milano c’è una riserva naturale che mi affascina moltissimo: le Torbiere del Sebino. Si trova a un passo dall’incantevole lago d’Iseo e dalla Franciacorta, in provincia di Brescia. E’ stata dichiarata “zona umida di importanza internazionale”. Qui ci sono vasti specchi d’acqua con canneti e bambù. La biodiversità la fa da padrona grazie alla varietà di habitat e di specie animali, alcuni anche a rischio di estinzione.
E’ un fazzoletto di terra con tante passerelle di legno a pelo d’acqua, ponti, sentieri e diversi punti d’osservazione. Chi è fortunato può anche riuscire a vedere il piccolo Martin Pescatore, un uccellino di rara bellezza (noi siamo stati tra i fortunati 😊).
Io e mio marito abbiamo visitato questo posto un po’ per caso qualche anno fa. Era autunno e i mille colori degli alberi, dei canneti, delle foglie davano un tocco magico alla riserva. Siamo tornati in inverno con i bambini. I laghetti erano ghiacciati. Si respirava un’aria surreale. Tutto era ovattato.
Volevamo vedere la riserva anche in primavera. Siamo tornati a fine maggio, nel pieno risveglio della natura. Un trionfo di vita e vitalità.
Domenica scorsa, complice anche un contapassi che ho comprato da qualche giorno e che mi ha fatto tristemente notare quanto la mia vita sia sedentaria, approfittando di una giornata assolata e stranamente senza impegni calcistici e di kung fu, ho trascinato la famiglia per l’ennesima volta alle Torbiere del Sebino.
Abbiamo scelto (si fa per dire…. In realtà ho imposto) di percorrere il sentiero Nord, il più lungo. Ma non ho considerato che quel sentiero costeggia la strada provinciale. Quindi al posto del cinguettio degli uccellini per un tratto piuttosto lungo abbiamo sentito solo i clacson delle auto. Nulla di poetico. Ma ci ha dato l’opportunità di andare a mangiare in un ristorante che era proprio sulla strada.
Quando ci siamo rimessi in marcia abbiamo intercettato il percorso centrale, secondo me il più bello. Le auto erano lontane, i clacson non si sentivano più e il cinguettio degli uccelli si intervallava al vocione di Luca che mi chiedeva ogni 100 metri: “Mamma, a quanti passi siamo arrivati?”
Poi il nostro babbo-weekipedia ha pensato bene di distrarre i bambini con la sua lezione di scienze e ha esordito chiedendo: “Chi mi sa dire che cosa è una torbiera?”
La lezione è andata avanti per un bel po’ e devo dire che è stata anche interessante 😊
E quando oramai eravamo prossimi all’auto il contapassi, con una piccola vibrazione, si è fatto notare segnando ben 20.000 passi.
Obiettivo raggiunto. Tutti a casa!