Viva la Mamma

Come possiamo capire se i nostri figli sono vittime di bullismo?

Il bullismo in Italia è un fenomeno purtroppo dilagante. Secondo gli ultimi dati Istat (che si riferiscono al 2014) un ragazzino su due ne sarebbe vittima, soprattutto nella fascia compresa tra gli 11 e i 17 anni. Anche se l’età definita “più critica” è quella delle scuole medie, tra gli 11 e i 13 anni.
Generalmente i “bulli” prendono di mira ragazzi con una bassa autostima e infieriscono. Come? Inizialmente con parolacce e insulti, poi si passa alla derisione per l’aspetto fisico e si può finire anche (nel 4% dei casi) a vessazioni fisiche con botte, calci e pugni…
Le conseguenze sono amare. Ma come possiamo accorgerci se i nostri figli sono vittime di bullismo?

Ne parliamo con la Psicologa Amica Francesca Santarelli:

“La scorsa volta, abbiamo parlato del bullismo nelle scuole e di come gli istituti possono contrastare questo tremendo fenomeno.

Ora affrontiamo questa tematica da un punto di vista sicuramente più difficile e doloroso, ovvero come capire se i nostri figli sono vittime del bullismo.

Come purtroppo sappiamo, sempre più spesso, le cronache raccontano di episodi terribili, atroci vicende di bullismo che sfociano in drammi.

Ma come è possibile che casi come questi, possano passare inosservati agli occhi dei famigliari, degli amici e in generale delle persone che sono vicine?

Sembrerà strano, ma molto spesso sono proprio le vittime a coprire i propri carnefici, poiché la vergogna prende il sopravvento e così risulta ancora più difficile captare segnali rivelatori.

Ma cerchiamo di capire insieme quali siano questi segnali da non sottovalutare assolutamente. 

Sicuramente ci possono essere sulla pelle lividi o ematomi, ma questi possono essere facilmente celati da vestiti o da altri indumenti.

Per assurdo è più facile far caso ai segnali fisiologici che vengono mostrati, come ad esempio la perdita di appetito e del sonno, la carenza di energie o anche disturbi comportamentali, quali l’introversione repentina, l’aggressività, l’attaccamento eccessivo al cellulare, l’improvviso calo del rendimento scolastico e addirittura il rifiuto di andare a scuola o di uscire con gli amici.

È quindi assolutamente necessario tenere in considerazione le emozioni del proprio figlio cercando di farlo parlare e andare fino in fondo.

Quando sarete sicure del fatto che siete di fronte ad un caso di bullismo, è indispensabile agire in fretta, applicando comportamenti utili alla risoluzione del problema.

È d’obbligo un atteggiamento delicato ma allo stesso tempo risoluto.

La prima cosa da fare è certamente parlare a vostro figlio, consigliandogli di cercare, se possibile, di non reagire agli attacchi verbali o fisici del bullo, poiché è proprio ciò che si aspetta e che spera.

Altra cosa importante è creare una sorta di registro sul quale segnare tutte le informazioni per poter esaminare al meglio la situazione. Se dovessero esserci prove, come ad esempio messaggi sul cellulare o sul computer, stampate i contenuti.

Non abbiate timore ad allertare la polizia; non esitate!

Ci sono casi in cui l’aggressione diventa molto violenta, puntando anche sul ricatto o sull’estorsione e queste pressioni possono talvolta sfociare in episodi gravi di autolesionismo, arrivando addirittura al tentato suicidio.

Questi consigli sono da mettere in atto prima possibile; episodi di questo tipo possono lasciare segni indelebili interiori. Per questo motivo è necessario aiutare la vittima soprattutto dal punto di vista psicologico. 

Cercate un appoggio esterno. L’aiuto di psicoterapeuta in questo caso, può rivelarsi prezioso; tenete conto che spesso i ragazzi sentono il bisogno di confrontarsi con persone estranee alla famiglia e agli amici più stretti.

Infine, incoraggiate vostro figlio a fare nuove amicizie, anche al di fuori della sfera scolastica. Consigliategli di partecipare ad attività che aiutino ad aumentare la propria autostima, in base alle sue peculiarità potete orientarlo verso sport di squadra o magari un corso di recitazione o ancora entrare a far parte di associazioni giovanili.

Siate sempre presenti moralmente, ma aiutatelo a sviluppare competenze socio-relazionali.

Insegnategli a lavorare sulla sua capacità di ripresa, traendo lezioni anche e sopratutto dagli ostacoli che ha incontrato o incontrerà nella priorità vita.

Care Amiche, non abbattetevi, siate un punto di riferimento fermo per i vostri figli. Sempre.

Quello che abbiamo trattato è un argomento forte, ad alto impatto emotivo.

Sappiate che sono a vostra disposizione nel caso vogliate raccontarmi la vostra storia.

Con affetto, la vostra psicologa Amica.

Francesca Santarelli

 


Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio:  www.studiosantarellidecarolis.com 

Exit mobile version