In tempi di pace tutti sanno che parlare male dell’altro genitore è un atteggiamento sbagliato che danneggia i figli e lascia loro cicatrici difficili da sanare. Ma in tempi non di pace, quando la separazione è dolorosa, capita di perdere il lume della ragione e di sfogare i propri sentimenti sui figli.
E quando il rancore è tanto, si può arrivare al punto di far sentire l’altro genitore escluso… alienato,… odiato.
Ecco cosa ci dice su questo tema la dottoressa Santarelli:
“So bene che questo è un argomento trito e ritrito per molti di voi, ma purtroppo la mia esperienza pratica e clinica mi mette di fronte al fatto che, per quanto si è molto più informati e competenti in certe aree, l’ambito della separazione all’interno di una famiglia fa scattare delle dinamiche che, per una come me che lavora con tante coppie e bambini, mi lascia sempre esterrefatta e sfiduciata nei confronti del mondo degli adulti. La mia collaborazione con diversi studi legali che si occupano di diritto di famiglia, continua a mettermi di fronte a situazioni in cui, quando si attua una separazione, molto spesso il genitore piu colpito emotivamente, attua tutta una serie di dinamiche comportamentali e verbali per distruggere l’immagine dell’altro genitore agli occhi dei figli.
In questi casi si parla di una sindrome psicologica vera e propria che si chiama “alienazione genitoriale”.
Questa teoria, con le sue ulteriori elaborazioni che per esigenze di spazio non descrivo, è molto controversa e per il momento non è accettata dalla comunità scientifica psichiatrica tanto che non viene citata nei principali manuali diagnostici. Se non esiste una sindrome, con tutte quelle caratteristiche non vuol però dire che non esistano casi di sofferenza in cui uno dei genitori non cerchi di distruggere la relazione fra il proprio ex partner e il figlio.
L’affidamento condiviso dei figli in Italia dovrebbe essere la regola. Si tratta di una modalità per cui i bimbi in caso di separazione rimangono affidati ad entrambi i genitori con una sostanziale di tempi relazionali per entrambi. Nella realtà spesso i tribunali Italiani danno ancora una netta prevalenza al genitore con cui il figlio ha l’alloggio prioritario e che di solito è la madre. Persone senza scrupoli “insegnano” vari tecnicismi atti a mettere in difficoltà l’altro genitore. Si può creare una situazione in cui uno dei due genitori odia talmente tanto il proprio ex da cercare in tutti i modi di farlo sentire solo, da alienargli il rapporto coi figli e cercare di togliergli tutto il denaro che può per metterlo “in mutande”. La famosa frase “ti rovino” che si dice nei momenti di discussione di coppia in stati di alterazione emotiva può divenire una tragica realtà.
Sono convinta che non si possa definire una sindrome medica generalizzabile caratterizzata da sintomi ripetitivi e costanti. Permane però il problema di ragazzi manipolati in una fase della vita caratterizzato da estrema fragilità emotive e dipendenza da un adulto che può indottrinarli.
Credo che i tribunali dovrebbero vigilare per far rispettare il più possibile non solo l’astratto contenuto giuridico ma anche la sostanza dell’affidamento condiviso spingendo i genitori ad affrontare terapie di coppia o individuali.”
Per appuntamenti con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio: www.studiosantarellidecarolis.com