Io: “Marco che hai da studiare?”
Lui: “Geografia. Ho da studiare la flora e la fauna dalle montagne alla pianura”
Io: “Tu sei fortunato, hai già visto tutto quello che devi studiare. Quando avevo la tua età io non avevo mai visto le Alpi, gli Appennini. Conoscevo bene il tavoliere delle Puglie!
E vogliamo parlare dei laghi? Hai mai visto i laghi giù dai nonni? Al massimo i Laghi Alimini e quelli di Monticchio. E le montagne? Io conoscevo bene la Sila e Roccaraso.
Tu invece hai già visto e passeggiato su tutte le Alpi da quelle occidentali a quelle orientali. Dal Monte Bianco alle tre cime di Lavaredo, passando per il Monte Rosa, per la Grigna, fino alle meravigliose Dolomiti.
Hai visitato il parco Animalier e visto da vicino stambecchi, cervi, camosci e marmotte. Alcuni sei riuscito a vederli anche in libertà. Hai raccolto castagne e funghi. Hai passeggiato per dolci colline toscane, umbre e marchigiane. Sei stato sul Gran Sasso. Hai visto i “Giganti della Sila”, con i pini larici ultracentenari. Hai visto i fumi del Vesuvio. Hai visto questi paesaggi in tutte le stagioni”
Lui: “E la pianura?”
Io: “ Ci sei dentro fino al collo. Più pianura della Pianura Padana. E poi tutta la costa. Fino al mare meraviglioso del Salento. Praticamente ti basta leggere e ricordare tutto quello che già sai”.
E così stava facendo.
Stava leggendo ad alta voce e io lo stavo ascoltando mentre lavavo le tazze e sistemavo tutto. Aveva praticamente finito.
Ad un certo punto è arrivato mio marito: “Marco a che punto sei?”
E il bambino: “Ho finito. Devo ripetere”
Mio marito: “Dai ripetiamo insieme”
Io sono uscita e sono andata in camera a sistemare i letti.
Sono tornata in cucina dopo un bel po’ ed erano ancora lì a ripetere. Ma non stavano semplicemente ripassando la lezione ma, come dice mio marito, stavano “spaziando”.
Non si stavano limitando a rivedere quanto era riportato sul libro, ma mio marito gli stava chiedendo di tutto e di più e quel che non sapeva Marco glielo diceva lui.
“Ma aveva già finito geografia!”, gli ho detto seccata, “Cosa gli stai facendo fare? Così si stanca e non finisce gli altri compiti che ha da fare. Gli devi insegnare un metodo di studio. Gli devi far seguire il libro!”
Mio marito: “Il metodo di studio glielo insegna la maestra. Io voglio che lui studi per la voglia di sapere, di conoscere. Voglio che abbia la curiosità di spingersi oltre le quattro righe scritte sui libri. Per tua info, sappi che aveva letto solo le cose evidenziate dalla maestra, neppure tutto il testo. Io voglio che impari anche a spaziare, che sappia come si fa. E posso farlo insieme a lui solo nel weekend”
Io: “Io voglio che finisca i compiti”.
Tutto questo davanti a Marco.
Abbastanza seccata sono uscita dalla cucina.
Mio marito mi ha raggiunta in camera: “Maria, se hai delle osservazioni da fare, per favore, la prossima volta falle a me, ma non in presenza di Marco. Dopo il tuo illuminato intervento lui vorrà fare il minimo indispensabile e lo farà al minimo delle sue possibilità. Non si studia solo per l’interrogazione. Non deve fare l’esame all’università. Ora sta seminando le basi del suo sapere. E deve farlo nel migliore dei modi”.
Chiuso il discorso, il resto lo conoscete già. Finiti i compiti sono uscita con Marco e siamo andati in giro solo io e lui.
Il martedì sera Marco mi ha detto: “Sai mamma, la maestra mi ha interrogato in geografia. Eravamo in 5, ma io sono stato l’unico a prendere Ottimo +, perché non avevo studiato solo il libro, ma avevo anche approfondito. Avevo spaziato!”
La sera, quando ormai i bambini erano a letto e dormivano, ho raccontato dell’interrogazione a mio marito. E lui: “Eh! Ottimo+. Ottimo+. Che ti dovrei dire adesso?”
E io, facendo gli occhi dolci: “Che mi ami? Che non puoi vivere senza di me? Che sono l’aria che respiri? Che…”
Il resto non ve lo posso raccontare… 😉