Nella tarda mattinata, dopo che sia Marco che Luca avevano finito di fare i compiti, ho chiesto: “Chi vuole venire al museo con me?”
Inutile dirvi che non c’è stata la ressa. Nessun “io!”, “io!”, “io!”
Anzi, rettifico, Luca ha subito detto “Io No!”, aggiungendo: “Papà andiamo fuori a giocare a palla?”
Io: “A palla? Anche oggi che non c’è la partita? No Luca, proprio no. Se non vuoi venire… esco con Marco”.
E Marco subito: “Mamma, io e te?”
Io: “Sì, perché no. Io e te!”
Mi sembrava una bella idea, volevo portarlo a vedere la Pinacoteca di Brera, il Cenacolo Vinciano.
“Marco, se andiamo adesso che è ora di pranzo, non troviamo neppure le code all’ingresso”, gli ho detto convinta. Ma non avevo fatto i conti con i parcheggi che non ci sono a Milano.
Alle due meno un quarto eravamo ancora alla ricerca di un buco dove infilare la mia auto.
Non sono praticissima del centro di Milano e ad un certo punto, seguendo il navigatore, mi sono ritrovata a percorrere strade del centro che non avevo mai visto. Viuzze e viuzzine!
“Marco, chissà quante multe stiamo prendendo oggi… Cavolina”
Ad un certo punto sento: “Mamma, guarda… lì c’è un silos, un parcheggio a pagamento. Gira, gira…”.
Svolto e in una frazione di secondo mi rendo conto che avevo imboccato una via a senso unico… Ero contromano.
“Cavolo Marco, ma ci vuoi fare ammazzare oggi?”
“Mamma, io ti ho detto che lì c’era un parcheggio. Ma se si poteva andare o meno lo dovevi sapere tu, mica io”, mi ha risposto.
Ovviamente mi sono fermata immediatamente. Ho fatto subito inversione di marcia. Ma nel frattempo un tizio in Maserati si era accostato a noi, che eravamo fermi al semaforo. Non vi posso neppure descrivere le occhiatacce che ci ha lanciato. Mi sono sentita piccola piccola piccola.
“Ok Marco, è un po’ lontano dal centro, ma direi che ci possiamo fermare anche al Cimitero Monumentale”, ci faremo una bella passeggiata.
Camminando, camminando Marco mi ha detto: “Mamma, ma hai visto quanti cinesi stiamo incrociando?”
Gli ho risposto: “Da queste parti c’è una zona, anzi una via, via Paolo Sarpi, che è praticamente la ChinaTown di Milano”.
Lui, che da sempre ha un debole per la Cina, anzi per i paesi orientali, le arti marziali, etc.., mi ha subito detto: “Dai, andiamo! Ti prego, ti prego, ti prego”
Ci siamo ritrovati in men che non vi dico a passeggiare per via Paolo Sarpi.
“Mamma, sembra davvero di stare in Cina. Qui è proprio come si vede nei film!”
Effettivamente non aveva torto.
Camminando, camminando, abbiamo incrociato l’Arena. Era aperta per un evento e ci siamo affacciati.
Ma lui sapeva già dove voleva andare. Altro che Pinacoteca. Sull’arte ha vinto la natura. E ci siamo ritrovati nell’acquario civico.
Devo dire che, seppure piccolo, è proprio bello e fatto bene. Un percorso ad anello che parte dai laghetti di montagna e poi, tra pesci e vegetazione, passa per i ruscelli, i fiumi, le anse, e arriva al mare. Fino al Mar Rosso dove abbiamo ammirato tanti Nemo e Dory!
Usciti dall’acquario: “Marco ti porto al museo del Castello sforzesco. Ci sono due capolari del Canaletto che ti vorrei far vedere”.
Lui: “Ma io non ho tanta voglia di andare per musei…”
Proprio vicino al Castello Sforzesco c’era la festa della Coldiretti. C’erano mucche, faraone, tacchini, conigli… e tante cose buone da mangiare.
E ancora una volta la natura ha vinto sull’arte. Siamo rimasti lì. Abbiamo giocato ad un grande gioco dell’oca che era a disposizione di tutti. Mangiato frutta, mozzarella di bufala, grana, patate, focaccia…
Era ormai tardi, cominciava a fare freddo. “Dai Marco torniamo…” gli ho detto.
E mentre ci stavamo incamminando sulla via del ritorno abbiamo sentito la canzone di Vasco Rossi “Come nelle favole”, dove ad un certo punto il testo narra “Quello che potremmo fare io e te, non si può neanche immaginare. Io e te, io e te… dentro un bar a bere e a ridere. Io e te, io e te come nelle favole…”.
E Marco, mentre si stringeva forte a me, mi ha detto: “Mamma, bella questa canzone, vero? Io e te, proprio come nelle favole” e continuava a canticchiare: “Io e te, io e te, io e te”
Ci siamo rimessi in auto e siamo arrivati a casa che erano ormai le sette di sera.
Prima di salire, Marco si è fermato un attimo e mi ha detto: “Lo rifacciamo vero?”
Io: “Cosa?”
E lui: “Io e te. Insieme”
Io: “Sì, certo. Io e te, come nelle favole!”
E’ bello trascorrere momenti tutti insieme. E’ sempre piacevole condividere esperienze, passeggiate, anche pomeriggi a casa con l’intera famiglia.
Ma a volte i bambini hanno bisogno di più attenzioni. Di momenti a due. Di essere il centro dell’universo per qualche ora. Di godere appieno dell’affetto di un genitore senza che l’altro fratello gli rubi la scena (cosa che a casa mia accade sempre…).
Ed è stato proprio così. Ed è stato proprio un meraviglioso pomeriggio a due.